La circolare n. 127/2025 dell’Inps segna la fase conclusiva della riforma previdenziale dedicata a chi opera nello sport, fissando criteri omogenei per iscrizione e contribuzione e inaugurando un sistema pensato per riconoscere e tutelare ogni figura professionale del settore.
Un nuovo quadro unitario per i professionisti e i dilettanti
L’assetto disegnato dal decreto legislativo 36/2021, ritoccato dal 163/2022, prende ora forma concreta: ogni lavoratore sportivo con contratto subordinato, che si tratti di ambito professionistico oppure dilettantistico, deve essere registrato al Fondo Pensione dei Lavoratori Sportivi (Fpsp), già noto come Fondo Pensione Sportivi Professionisti. L’obiettivo è garantire a tutti lo stesso punto di partenza, annullando le distanze che finora dividevano atleti e addetti di categorie diverse. All’interno del nuovo perimetro rientrano anche i lavoratori autonomi e i collaboratori coordinati e continuativi, purché le mansioni rispondano ai requisiti fissati dalla norma e dettagliati nella circolare.
Il documento Inps riepiloga in modo esaustivo le categorie professionali ora riconosciute a pieno titolo: atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici e sportivi, preparatori atletici, direttori di gara, oltre ai tesserati che svolgono compiti indispensabili secondo i regolamenti delle singole discipline. Ne deriva un sistema “a maglie larghe”, capace di includere figure che in passato restavano spesso ai margini delle tutele previdenziali. La regola cardine vuole che la posizione assicurativa venga aperta fin dal primo giorno di attività retribuita, senza spazio per interpretazioni differenti.
Categorie riconosciute e criteri contributivi
L’annualità assicurativa, spiega la circolare, si perfeziona con 260 giornate lavorative: una soglia che sostituisce i precedenti meccanismi basati su periodi più frammentati e difficili da certificare. Tale parametro consente di calcolare con precisione il maturare dei diritti, evitando vuoti contributivi che in passato penalizzavano soprattutto chi alternava gare, allenamenti e periodi di pausa. Inps chiarisce che gli eventi certificati come malattia, infortunio o maternità concorrono al calcolo, riducendo così il rischio che una sospensione forzata comprometta l’accredito dei contributi.
Un’altra novità di rilievo riguarda la valorizzazione dei periodi assicurativi esterni al Fondo. Chi ha versato in altre gestioni o all’estero potrà sfruttare gli strumenti di cumulo e totalizzazione per sommare le anzianità, senza perdere neppure un giorno utile. Per i lavoratori già iscritti prima del 1996, restano in vigore le norme di raccordo con i vecchi regimi, così da non alterare gli equilibri maturati negli anni precedenti alla riforma.
Il calcolo della pensione dopo la riforma
Per coloro che possiedono contribuzione anteriore al 31 dicembre 1995, il metodo di determinazione dell’assegno non subisce variazioni: si applicano le disposizioni già contenute nella circolare n. 17/2019 e in tutte le norme previgenti. L’intento è preservare la continuità dei diritti acquisiti, evitando che un cambiamento normativo possa incidere sulle prospettive di chi è prossimo all’uscita dal lavoro. La stessa logica di tutela vale per chi aveva già maturato anzianità nel Fondo sotto la precedente denominazione.
Situazione diversa, invece, per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996 in poi o abbiano aperto la posizione nel Fpsp a partire dal 1° luglio 2023. In questi casi, l’assegno futuro viene definito secondo il sistema contributivo stabilito dalla legge 335/1995, con una correlazione diretta tra montante individuale e importo spettante. Ciò allinea il settore sportivo agli altri comparti professionali, assicurando trasparenza e sostenibilità a lungo termine.
Prestazioni garantite e la voce dell’Istituto
Il rinnovato Fondo assicura un ventaglio ampio di prestazioni: pensione di vecchiaia, pensione anticipata, assegno ordinario di invalidità, pensione di inabilità, trattamenti ai superstiti, pensione supplementare e supplemento di pensione per chi prosegue l’attività dopo il primo accesso all’assegno. Il quadro è stato pensato per accompagnare ogni fase della vita lavorativa e post–lavorativa, coprendo gli eventi di invalidità e assicurando un sostegno adeguato ai familiari. Inps ricorda che l’accesso alle varie misure è subordinato al perfezionamento dei requisiti contributivi e anagrafici previsti dalla legislazione generale.
“Questa riforma rappresenta un passaggio culturale oltre che tecnico – ha sottolineato il presidente Gabriele Fava – perché riconosce allo sport la stessa dignità di ogni altro settore produttivo. Con la circolare 127/2025 diamo concretezza a un modello che offre parità di trattamento e prospettive certe a chi costruisce la propria carriera sulle competizioni e sull’allenamento quotidiano. Uno Stato che investe nello sport e nei suoi professionisti investe nella salute, nell’educazione e nella coesione sociale dell’intero Paese”.
