Il 65° Salone Nautico chiude i battenti con l’applauso convinto di espositori e visitatori, ma l’intervento di Piero Formenti introduce un invito a guardare oltre l’evento: rendere Genova realmente accessibile al pubblico internazionale. L’elogio per la maturità del Salone si accompagna a un richiamo alle infrastrutture che dovrebbero sostenerne la crescita.
Una sfida logistica che frena l’ambizione
Il presidente di Confindustria Nautica non ha usato mezzi termini: Piero Formenti ritiene che la manifestazione possieda ormai tutte le carte in regola per competere con i grandi appuntamenti internazionali, ma denuncia la stessa criticità da anni: il percorso per raggiungere Genova assomiglia a un itinerario a ostacoli. Un volo internazionale che atterra tardi o un treno ad alta velocità che non arriva mai diventano un limite concreto per armatori, buyer e stampa straniera che desiderano scoprire le novità varate sui pontili liguri.
Nel corso della conferenza di chiusura, il presidente ha sottolineato come l’aeroporto cittadino resti complicato da raggiungere perfino per chi parte da altre regioni italiane, figurarsi per chi proviene da oltreconfine. Mancanza di collegamenti rapidi dal hub di Milano, assenza di una linea ferroviaria ad alta capacità e un’offerta alberghiera limitata per il segmento deluxe vengono dipinte come tessere mancanti di un puzzle che, altrimenti, sarebbe già completo. L’eccellenza espositiva rischia di restare un privilegio per pochi, avverte Formenti, chiedendo un cambio di rotta deciso.
Le voci dal fronte degli espositori e del pubblico
Al netto delle criticità infrastrutturali, il bilancio d’edizione raccontato dagli addetti ai lavori è di quelli che fanno sorridere. Gli espositori parlano di contratti firmati sul molo, di nuovi contatti internazionali e di un’atmosfera frizzante che non si respirava da tempo. Formenti riferisce di elogi piovuti da stampa nazionale e straniera, definendo l’allestimento “il più bello al mondo” per completezza, design e scenografia. Una passerella capace di sorprendere anche i professionisti più navigati, grazie all’armonia tra yacht luccicanti, padiglioni e servizi a terra.
Non esiste tuttavia grande evento che possa vivere di sola bellezza, ricorda il numero uno dell’associazione di categoria. Il Salone è considerato “maturo” perché ha raggiunto standard consolidati di organizzazione e di proposta, ma la maturità, aggiunge Formenti, non dev’essere confusa con lo status quo. La sfida ora è trasformare quel consenso estetico in opportunità economiche più ampie, attirando armatori che magari si muovono abitualmente verso i porti di altri Paesi. Genova possiede lo splendore scenografico, occorre rendere semplice il viaggio che porta fin qui.
Date strategiche sotto la lente
La collocazione in calendario è un argomento che il vertice di Confindustria Nautica definisce “in evoluzione costante”. Attualmente l’appuntamento genovese è incastonato tra due rassegne di richiamo mondiale, e la discussione interna valuta ogni anno pro e contro di questa scelta. Formenti sostiene che la forza ormai acquisita permette alla manifestazione di imporsi in qualunque finestra temporale, ma ricorda anche che la sequenza dei grandi eventi può influenzare gli spostamenti dei potenziali visitatori, soprattutto quando i giorni di distanza sono pochi.
Il ragionamento va oltre la semplice sovrapposizione di date: si tratta di comprendere come ottimizzare flussi di barche in trasferimento, equipaggi e organizzazioni logistiche che operano su più fronti nel giro di poche settimane. Una decisione calibrata può significare maggiori presenze di buyer e stampa, ma anche minori costi per gli espositori. Per questo Formenti lascia intendere che la governance del Salone mantiene il dossier aperto, pronta a modellare l’agenda allineandola alle esigenze di mercato, pur senza rinunciare alla propria identità.
Guardare avanti: infrastrutture e ospitalità
L’obiettivo, ripete Formenti, è far sì che chiunque, da qualsiasi parte del mondo, possa vivere l’esperienza del Salone senza percorso a ostacoli. Ciò significa investire in collegamenti aerei più frequenti, promuovere la creazione di un servizio ferroviario rapido e puntuale dal nodo metropolitano di Milano e ampliare la capacità ricettiva a cinque stelle. Senza queste leve strategiche, il lusso che luccica in banchina rischia di mismatch con l’accoglienza a terra, compromettendo la credibilità di un settore che basa il proprio valore sul dettaglio.
La questione infrastrutturale viene consegnata alle istituzioni, ma anche agli attori privati chiamati a fare rete. Secondo il presidente, è il momento di creare un’alleanza pubblico-privato che traduca in realtà progetti di mobilità e ospitalità già abbozzati da tempo. La rotta è chiara: se Genova vuole recitare il ruolo di capitale nautica globale, deve uscire dall’isolamento percepito. Solo così il Salone potrà continuare a crescere, confermando l’entusiasmo di quest’anno e potenziando il contributo economico che la nautica porta all’intero Paese.
