Un’analisi puntuale delle infrastrutture campane restituisce l’immagine di un territorio che corre verso il futuro, deciso a trasformare visioni condivise in cantieri reali. Il nuovo Libro Bianco di Unioncamere Campania, presentato alla Camera di Commercio di Caserta, diventa il baricentro di una strategia che intreccia competitività, logistica e coesione.
Una bussola condivisa per lo sviluppo logistico
La terza edizione del documento, elaborata insieme a Uniontrasporti e finanziata tramite il Fondo di Perequazione di Unioncamere Italiana, non si limita a fotografare lo stato dell’arte: orienta in modo concreto le decisioni pubbliche e private. Il metodo di lavoro si è fondato su tavoli di confronto con associazioni di categoria e imprese, così da raccogliere aspettative reali e trasformarle in un piano d’azione. Ne emerge uno strumento di programmazione e monitoraggio capace di parlare un linguaggio tecnico senza perdere di vista le esigenze quotidiane di chi produce, trasporta, vende.
Al centro di questa visione si colloca la consapevolezza che le infrastrutture, quando coordinate in maniera efficiente, diventano moltiplicatori di valore per l’intero sistema produttivo regionale. Tommaso De Simone, presidente della Camera di Commercio, lo ha evidenziato con fermezza, definendo il Libro Bianco un riferimento imprescindibile per istituzioni, autorità nazionali e territori. A differenza di molte ricerche accademiche, qui le analisi evolvono in indicazioni operative immediatamente cantierabili, rendendo il testo una vera e propria mappa per chi, quotidianamente, deve decidere dove e come investire.
Numeri che raccontano la rete campana
Dalle autostrade alle tratte ferroviarie, dai porti agli interporti, il quadro quantitativo offerto da Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti, certifica la densità del sistema campano. La regione dispone di oltre 9.000 chilometri di strade – circa il sei per cento classificato come rete autostradale – e supera i mille chilometri di ferrovie, di cui centoventotto dedicati all’Alta Velocità. Questi numeri, presi isolatamente, descrivono una buona dotazione; integrati fra loro, disegnano invece un inedito potenziale competitivo per l’intero Mezzogiorno odierno mercato globale.
L’intermodalità, asse portante dello sviluppo tracciato nel Libro Bianco, trova i suoi cardini nei due scali principali – Napoli e Salerno – che movimentano complessivamente 32 milioni di tonnellate di merci e quasi 11 milioni di passeggeri l’anno. A ciò si sommano i due aeroporti regionali, capaci di gestire una domanda di circa 13 milioni di passeggeri, e gli interporti di Nola e Marcianise, snodi indispensabili per la catena logistica integrata. Caserta, in particolare, svetta con un indice di performance logistica doppio rispetto alla media nazionale, confermando la centralità del territorio.
Dal confronto con le imprese alle sette priorità strategiche
Il cuore operativo del Libro Bianco si riassume in sette priorità strategiche, ciascuna tradotta in progetti specifici e corredate da cronoprogrammi di massima. Le imprese impegnate nei tavoli di lavoro hanno richiesto, innanzitutto, il potenziamento delle principali arterie stradali e autostradali, insieme al completamento dei due tronchi ferroviari Telesina e Cancello–Frasso Telesino, essenziali per consolidare l’Alta Velocità. Non si tratta di mere ipotesi: per ogni intervento vengono suggeriti indicatori di performance e modelli di governance in grado di accelerare la messa a terra delle opere.
Completano la lista la valorizzazione dei nodi portuali, il rilancio degli scali merci con soluzioni di logistica integrata, l’ammodernamento dei collegamenti urbani e territoriali, la spinta verso l’innovazione tecnologica – con una forte attenzione alla digitalizzazione delle infrastrutture – e, infine, il rafforzamento della sicurezza e della resilienza delle reti. Unioncamere Campania punta così a creare un ambiente competitivo in cui imprese manifatturiere, operatori del trasporto e istituzioni possano dialogare su basi condivise. L’obiettivo dichiarato è trasformare la Campania in un hub che sappia attrarre investimenti e trattenere talenti, riducendo al contempo i divari interni.
Tre opere da realizzare senza indugio
Accanto alle sette direttrici di lungo periodo, il Libro Bianco segnala tre interventi definiti “indifferibili”, considerati pietre angolari per salvaguardare la competitività della regione. Pur non specificandone i dettagli progettuali in sede di presentazione, il documento evidenzia che il loro completamento consentirà di eliminare colli di bottiglia logistici che oggi generano costi aggiuntivi per le imprese e rallentano i flussi passeggeri. Il messaggio alle istituzioni è inequivocabile: queste opere non devono subire slittamenti, perché su di esse si gioca una parte cruciale dello sviluppo campano.
La loro funzione è duplice: da un lato fidelizzare gli investitori, offrendo garanzie temporali certe; dall’altro consolidare la rete multimodale cui fa riferimento l’intero Mezzogiorno. Uniontrasporti chiarisce che l’ottimizzazione dei tempi di percorrenza e la riduzione dei costi logistici possono incidere direttamente sul valore aggiunto prodotto dalle imprese regionali. Intervenire rapidamente, pertanto, non significa solo dare corso a un’agenda di opere pubbliche, ma tradurre in fattore di crescita la stretta relazione tra infrastruttura, competitività e qualità della vita dei cittadini.
Oltre l’analisi: un canovaccio operativo
L’intervento di Tommaso De Simone ha posto l’accento sul passaggio da una narrazione basata sui dati a un approccio decisionale fondato su strumenti di valutazione costante. Egli ha richiamato l’attenzione sul valore aggiunto del Libro Bianco: non una semplice raccolta di statistiche, ma un manuale d’uso per amministratori pubblici e stakeholder privati. Grazie a indicatori chiari, tabelle di marcia e scenari previsionali, il documento si propone come bussola capace di guidare le politiche locali ben oltre l’orizzonte dei cinque anni.
Il Presidente ha inoltre ricordato come le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza possano essere colte solo a patto di disporre di progetti maturi e cantierabili in tempi rapidi. Ed è proprio qui che la terza edizione del Libro Bianco diventa decisiva: essa incrocia i bisogni emergenti delle aziende con i vincoli normativi, offrendo proposte che vanno dal project financing alla cooperazione pubblico–privato. Solo un dialogo costante fra istituzioni, imprese e comunità locali potrà trasformare le priorità elencate in risultati tangibili, con ricadute su occupazione, competitività e sostenibilità.
Verso scelte di investimento mirate
Antonello Fontanili, nel suo intervento conclusivo, ha ribadito che il sistema logistico regionale dispone già oggi di asset capaci di competere nel contesto europeo; ciò che manca è una regia stabile che integri gomma, rotaia, mare e aria. Ha poi rimarcato l’effetto moltiplicatore prodotto dai lavori sull’Alta Velocità, destinati a ridurre i tempi di percorrenza e ad ampliare i mercati accessibili alle imprese campane. L’integrazione tra infrastrutture, secondo la sua analisi, è la chiave per liberare il potenziale economico del territorio.
In chiusura ha lanciato un appello a investitori e pubbliche amministrazioni affinché facciano propria la visione del Libro Bianco e ne traducano le linee guida in scelte finanziarie puntuali. La Campania – è il suo auspicio – può diventare un modello di sinergia tra trasporto merci, mobilità passeggeri e innovazione digitale, a patto di rimuovere i ritardi burocratici e assicurare manutenzione costante alle infrastrutture già esistenti. Solo così, ha concluso, la regione potrà passare dal potenziale all’eccellenza riconosciuta su scala internazionale.
