In Italia cambiare casa non significa più solo spostare mobili: i dati dell’Osservatorio Traslochi mostrano come costi, distanze e nuovi stili di vita stiano ridisegnando le scelte di milioni di persone, con praticità e servizi accessori a guidare la maggior parte delle decisioni.
La riscoperta dei piani bassi e l’addio ai vertici urbani
Il terreno e i primi gradini sopra il livello strada si stanno trasformando nella meta preferita dagli italiani alle prese con un trasloco. Secondo l’analisi condotta dall’Osservatorio Traslochi di ProntoPro, ben il 36 % di chi cambia indirizzo sceglie di trasferirsi al pian terreno, superando di oltre dieci punti percentuali le uscite registrate sullo stesso livello. Si tratta di un’inversione di rotta rispetto al passato, dove la luce panoramica dei piani alti dominava le preferenze abitative. L’appeal di scale assenti o ridotte e la minore dipendenza dall’ascensore convincono soprattutto famiglie con bambini e persone con ridotta mobilità.
Il contraltare di questo boom è la battuta d’arresto registrata ai piani superiori. Il primo piano, pur rimanendo fra le soluzioni più richieste, scende al 25 % delle destinazioni contro il 28 % delle partenze, mentre il secondo scivola dal 19 % al 16 % e il terzo addirittura dal 13 % al 10 %. Il fattore economico pesa: in particolare nei grandi centri urbani, le abitazioni in quota conservano prezzi sensibilmente più alti grazie a luminosità, silenzio e vista privilegiata, elementi che oggi vengono spesso sacrificati in favore della praticità.
Vicinanza e radici: traslochi a corto raggio in aumento
La mappa degli spostamenti disegna un’Italia che tende a restare vicina a sé stessa. Tra luglio 2024 e luglio 2025 le richieste di trasloco all’interno della stessa città sono salite dal 40 % al 44 %. Questa crescita riflette il desiderio di non strappare le radici: chi trasloca preferisce rimanere nello stesso quartiere per continuare a contare su scuole, trasporti, amici e servizi già collaudati. Meno chilometri percorsi significano meno stress e un’organizzazione logistica più semplice, soprattutto per le famiglie con orari serrati. Anche i pendolari approfittano di questa formula, scegliendo un raggio di pochi chilometri per ottenere canoni più contenuti senza rinunciare alla rete professionale.
Parallelamente crescono gli spostamenti inferiori ai 50 chilometri, passati dal 23 % al 25 %. L’attrazione esercitata dalle cittadine dell’hinterland o dalle nuove periferie si fonda su prezzi d’acquisto e affitto più competitivi, una maggiore disponibilità di spazi verdi e collegamenti stradali o ferroviari ormai potenziati. I traslochi sulle lunghe distanze, invece, continuano a perdere terreno: le richieste oltre i 300 chilometri sono scivolate dal 19 % al 16 %, mentre quelle comprese fra 100 e 300 chilometri pesano solo il 7 %. Una forbice che si amplia lentamente.
Lazio, Veneto e Lombardia protagoniste della mobilità
Lo studio sui flussi regionali mette in luce tre territori che, più di altri, alimentano il mercato dei traslochi. In Lazio le richieste sono cresciute del 26 %, facendo balzare la regione al 13 % del totale nazionale e superando l’Emilia-Romagna. Roma e il suo hinterland continuano a esercitare un’attrazione significativa, fatta di opportunità lavorative e poli universitari, ma anche di spostamenti interni tra quartieri alla ricerca di canoni più equi o di spazi abitativi maggiori. Un movimento che alimenta la domanda.
Il Veneto segue da vicino: pur partendo da volumi più contenuti, l’incremento del 14 % vale il passaggio al sesto posto con il 7 % delle domande complessive. Le città di medio calibro, capaci di offrire servizi moderni e costi ancora sostenibili, spingono molti residenti a trasferimenti interni alla regione o a ritorni di chi aveva sperimentato altre realtà. Chiude il podio la Lombardia, che detiene un quarto della domanda nazionale e cresce comunque del 10 %, segno di un mercato già maturo ma ancora dinamico.
Quanto costa cambiare casa: dai traslochi leggeri alle grandi abitazioni
Il portafoglio è uno degli elementi che più influenzano la scelta di cambiare casa. L’Osservatorio stima in 694 euro il costo medio di un trasloco su territorio nazionale, ma la cifra oscilla sensibilmente in base alla metratura. Spostare un monolocale richiede in media poco più di 490 euro, mentre un bilocale fa lievitare la spesa a circa 640 euro. Nonostante rappresentino soltanto il 21 % delle richieste, i bilocali pesano in modo rilevante sulla ripartizione complessiva dei budget, soprattutto nelle grandi province del Nord.
Il salto di prezzo diventa più marcato quando si entra nella fascia dei trilocali e dei quadrilocali. Per le abitazioni a tre stanze, che coprono il 22 % della domanda, il valore medio tocca i 790 euro; si sale oltre 870 euro per un quadrilocale, richiesto nel 15 % dei casi. E quando le stanze sono cinque o più, il preventivo sfiora i 950 euro. Rimane invece la soluzione più economica il cosiddetto “trasloco leggero”: pochi oggetti, magari solo scatole o elettrodomestici, con un costo medio di circa 430 euro.
Dopo le scatole: i servizi che seguono il cambio di indirizzo
Chiudi la porta dell’appartamento nuovo e inizia subito un’altra corsa: quella ai servizi che rendono realmente abitabile la casa appena conquistata. Entro le prime due settimane dal trasloco, le richieste si concentrano su attività immediate: imbiancature post-trasloco (15 %), sgomberi di locali (11 %), pulizie post-ristrutturazione (10 %) e interventi di pulizia completa (8 %). Il bisogno è rendere lo spazio pulito, funzionale e libero da ingombri, così da potersi sistemare senza ostacoli e senza rimandare all’infinito il momento di disfare le ultime scatole.
Dopo circa due mesi, l’attenzione si sposta su lavori più strutturali e sul comfort: salgono le domande per l’installazione di condizionatori (9 %), gli interventi idraulici (5 %) e il rifacimento dell’impianto elettrico (4 %). In parallelo, prende quota l’imbiancatura ornamentale (8,5 %), la ristrutturazione completa dell’abitazione (12 %) e perfino il montaggio di mobili modulari. Il percorso è graduale: prima si mette in sicurezza lo spazio, poi si personalizza, trasformando l’indirizzo appena acquisito in una casa davvero propria, senza fretta ma con decisione.
Metodologia dello studio e orizzonte temporale
L’analisi presentata è stata elaborata su dati aggregati e anonimizzati raccolti dalla piattaforma di servizi professionali ProntoPro tra luglio 2023 e luglio 2025. Il campione include migliaia di richieste provenienti da tutta la Penisola: metriche su costi, destinazioni, distanze percorse e tipologie abitative sono state incrociate per fornire un quadro statistico omogeneo. La scelta di periodi omogenei consente di verificare trend reali e non fluttuazioni stagionali, garantendo robustezza alle conclusioni che diventano un punto di riferimento per operatori e consumatori.
Le percentuali riportate non rappresentano proiezioni, ma la fotografia puntuale di richieste effettivamente gestite dagli operatori del settore. Eventuali difformità tra territori riflettono dunque la diversa propensione alla mobilità, la disponibilità di offerta abitativa e le condizioni socio-economiche locali. Comprendere i numeri, e non solo i racconti, aiuta imprese, amministrazioni e privati a pianificare investimenti e politiche abitative più mirate, migliorando un servizio che, per sua natura, accompagna i cambiamenti di vita delle persone in ogni fase della transizione.
