Riflessi di luce filtrano dalle navate di San Paolo Converso, mentre un canto silenzioso di immagini inaugura la nuova Galleria Deloitte nel cuore di Milano. Qui prende vita “Italia di Moda”, il racconto per immagini con cui Andrea Varani e Ludmilla Voronkina Bozzetti intrecciano territori, memoria e alta sartoria.
Un itinerario di emozioni lungo venti regioni
La gestazione del progetto ha richiesto dodici mesi di spostamenti, di albe e di tramonti rubati in ogni latitudine d’Italia: dalle vette eteree delle Dolomiti alle spiagge dorate della Sicilia. Quarantasei scatti firmati Varani immortalano Ludmilla mentre veste capi iconici di case quali Giorgio Armani, Dolce & Gabbana, Roberto Cavalli ed Etro. Ogni frame è una tessera che, unita alle altre, compone un mosaico capace di restituire l’intimo palpito di un Paese che si riconosce nei propri abiti quanto nei propri panorami.
Ciò che emerge non è soltanto un catalogo di eleganza, bensì un diario collettivo: un ponte visivo che congiunge storia, artigianato e natura. I merletti di un corpetto dialogano con il silenzio di una piazza umbra; la cadenza scura di un cappotto in Alto Adige riscalda le sfumature di pietra delle antiche malghe; un abito leggero sospeso nella laguna veneziana vibra come vela al vento di mare. La fotografia diventa così una lingua condivisa, capace di raccontare appartenenza ancor prima di descrivere stile.
La rinascita di San Paolo Converso
Sorta nel XVI secolo, la chiesa di San Paolo Converso era da tempo un luogo sospeso, un guscio d’arte in attesa di nuova voce. La trasformazione in Galleria Deloitte le restituisce respiro: volte affrescate custodiscono ora schermi retroilluminati, il coro si fa passerella luminosa e la navata accoglie visitatori assetati di bellezza. Questa doppia inaugurazione – spazio e mostra – apre simbolicamente la Milano Fashion Week, intonando un dialogo in cui sacralità, design e industria si fondono in un rito contemporaneo.
L’ingresso avviene su prenotazione, a numero contingentato, perché si desidera preservare l’intimità dell’incontro fra pubblico e immagini. Temperatura, luci, musica di sottofondo: ogni dettaglio è calibrato per far germogliare un’esperienza immersiva in cui l’osservatore diventa coautore del racconto. Senza clamore, ci si ritrova a camminare fra altari e couture, avvolti da un silenzio quasi meditativo che trasforma l’atto della visita in un momento di contemplazione personale. L’esposizione resterà aperta fino al 10 ottobre 2025.
Voci degli autori: un diario che si indossa
«Italia di Moda non è una semplice esposizione, è la cronaca di un incontro», afferma Ludmilla Voronkina Bozzetti, la cui silhouette attraversa paesaggi e tessuti. Nel rievocare il viaggio, la modella ricorda l’odore dei pini marittimi, il sale sulla pelle, l’eco delle campane nei borghi disabitati. Quei ricordi, dice, si sono infilati fra trama e ordito degli abiti, trasformandosi in gesti di accoglienza percepibili a ogni sguardo. «Non mi sento più ospite, ma fibra di questa terra», confida con emozione.
A fare coro alle sue parole si unisce Andrea Varani, autore delle fotografie, che definisce la propria Leica «un pennello di luce». Nel suo intento, la moda diventa chiave d’accesso alla dimensione più profonda dei luoghi: un casolare abbandonato, la nebbia lungo il Po, la carezza tiepida di un tramonto pugliese. Varani sceglie la lente come strumento di ascolto e restituisce scene in cui l’abito non domina il panorama, ma ne assume il respiro, rendendosi ponte fra uomo e territorio.
Creatività e numeri di un pilastro economico
Se le immagini raccontano la poesia, i dati rivelano la sostanza. Il settore della moda Made in Italy incide per circa il 5 percento sul prodotto interno lordo, generando un valore aggiunto che supera i 75 miliardi di euro. Oltre 1,2 milioni di persone trovano impiego lungo la filiera, distribuita in più di 53 mila imprese; di queste, poco meno dell’ottanta per cento è costituito da piccole e medie aziende radicate nel territorio, custodi di tecniche che attraversano le generazioni.
Organizzato con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana, di Pitti Immagine e della Fondazione Deloitte, l’evento racconta e amplifica proprio questo intreccio di bellezza, creatività e imprenditorialità. Fabio Pompei, amministratore delegato di Deloitte Italia, sottolinea come la mostra celebri il dialogo fra estetica e valore economico. «Ogni scatto narra anche una storia di impresa, di artigiani, di distretti che competono nel mondo grazie alla qualità», ricorda. In un momento in cui la sostenibilità e l’identità locale diventano asset strategici, l’iniziativa valorizza il capitale umano e culturale che fa dell’Italia un laboratorio d’innovazione senza rinunciare alla tradizione.
Un libro per prolungare lo stupore
Per chi desidera conservare lo stupore oltre la visita, il progetto si è trasformato in un volume illustrato curato da Skira. L’opera, intitolata «Italia di Moda. Viaggio tra le bellezze italiane», non si limita a riprodurre i quarantasei scatti; li colloca in un tessuto narrativo fatto di aneddoti, mappe emozionali e testi che guidano il lettore da una regione all’altra. Pagina dopo pagina, la carta profuma di ulivi, neve, spezie e pietra calcarea, moltiplicando la capacità evocativa delle immagini.
Tra le pagine scorrono anche i nomi di oltre venticinque maison: dai tagli maschili di Boglioli all’eleganza intramontabile di Versace, passando per gli accessori di Borsalino e le calzature scolpite di Giuseppe Zanotti. Compaiono creazioni di Alessandro Angelozzi, Antonio Riva, Prada, Salvatore Ferragamo, Chiara Boni, Luisa Beccaria, Ermanno Scervino, Kiton e molte altre eccellenze. Quella lista, però, non suona come inventario: è un rosario di talenti che ricorda come la creatività italiana viva di pluralità, dialogo e radici condivise. Così il viaggio continua, oltre la mostra, oltre le pagine, in un’Italia che si lascia indossare e, al contempo, custodisce chi la indossa.
