Settembre, mese dedicato alla consapevolezza del dolore, riporta al centro un tema spesso relegato al silenzio: la sofferenza che accompagna milioni di persone ogni giorno e che raramente ottiene l’attenzione dovuta. L’iniziativa di Viatris Italia riafferma la necessità di riconoscere, nominare e gestire ogni forma di dolore.
Un mese per dare voce al dolore silenzioso
La ricorrenza di settembre non è un semplice appuntamento sul calendario, ma uno spazio collettivo in cui pazienti, operatori sanitari e cittadini possono fermarsi e ascoltare quelle storie che, per pudore o abitudine, restano spesso taciute. Il dolore, soprattutto quando persiste nel tempo, non lascia lividi né automobili a bordo strada; eppure modella la giornata, limita i movimenti, ridisegna gli orari di lavoro, intacca l’umore e influisce persino sulle relazioni più intime. Ascoltarlo significa concedere dignità a chi lo vive, ricordandoci che la sofferenza non è mai un fallimento personale, ma una condizione che merita attenzione clinica e sostegno sociale.
La campagna avviata da Viatris Italia nel 2024 ha scelto di impiegare il Mese della consapevolezza per diffondere un messaggio chiaro: nessun dolore è troppo piccolo per essere nominato, nessuna sofferenza è troppo grande da non poter essere condivisa. L’obiettivo non è soltanto informare, ma costruire un sentimento di appartenenza all’interno di una comunità che comprende medici, farmacisti, pazienti e caregiver. Attraverso seminari, incontri e contenuti divulgativi, la campagna invita a mettere da parte l’autocensura, aprendo spazi di confronto in cui il dolore viene riconosciuto, misurato con criteri clinici e gestito in modo personalizzato, allontanando l’idea che debba essere un compagno inevitabile.
Una performance urbana che trasforma l’invisibile in gesto tangibile
Nelle vie centrali di Milano, tra i passanti impegnati nella routine quotidiana, un gruppo di performer ha inscenato l’esistenza di chi convive con un dolore persistente. Ogni movimento rallentato, ogni esitazione nel salire un gradino o nel raccogliere un oggetto, ha restituito al pubblico la complessità di una condizione che normalmente resta confinata dietro l’apparenza di normalità. Lo spazio pubblico è diventato palcoscenico, costringendo chi osservava a incontrare fisicamente la fatica, il disorientamento e l’emotività che il dolore porta con sé, facendoli emergere in modo diretto e indelebile.
La reazione dei presenti, un misto di sorpresa, empatia e domande spontanee, ha dimostrato la potenza di un linguaggio che non necessita di parole. Diverse persone si sono fermate per assistere, altre hanno offerto sostegno ai performer, credendoli realmente in difficoltà: un equivoco che ha reso ancora più evidente quanto sia sottile il confine tra corpo sano e corpo sofferente. In quel momento, la città ha accolto una lezione silenziosa: il dolore non si misura in decibel, ma nell’intensità dell’esperienza che impone a chi lo sopporta e che troppo spesso rimane ignota alla collettività.
Quando il corpo parla con quattro linguaggi diversi
Comprendere la natura del dolore è fondamentale per trattarlo in modo adeguato. Gli esperti distinguono quattro grandi categorie: nocicettivo, neuropatico, nociplastico e misto. Il primo nasce da un danno ai tessuti – pensiamo a tendiniti, borsiti, artriti o alla fragilità residua dopo un trauma articolare – e si accompagna a un’infiammazione visibile. Il secondo, di matrice nervosa, include condizioni come la neuropatia periferica e la radicolopatia, in cui la lesione dei nervi crea segnali dolorosi autonomi, talvolta continui e lancinanti.
Il nociplastico si manifesta invece quando il sistema nervoso centrale elabora in modo alterato stimoli che, di per sé, non dovrebbero risultare minacciosi: casi emblematici sono fibromialgia, sindrome da stanchezza cronica e malattie infiammatorie intestinali, la cui incidenza supera ormai i 90 casi ogni 100mila abitanti. La forma mista, somma dei differenti meccanismi, è tra le più insidiose; riguarda circa il 34% dei pazienti con dolore cronico in Italia e comprende patologie come osteoartrosi e lombalgia, quest’ultima responsabile di disabilità con una prevalenza che supera il 70% nelle società industrializzate.
Rompere il tabù: dialogo autentico e cura tempestiva
Nonostante la diffusione capillare del dolore cronico, molte persone continuano a sorvolare sulla propria condizione durante le visite mediche. Paura di essere giudicati, timore di apparire deboli, rassegnazione culturale: sono soltanto alcuni dei motivi che alimentano il silenzio. Questa reticenza ha conseguenze concrete, perché ritarda la diagnosi e impedisce di impostare terapie mirate. Riconoscere il dolore come un sintomo da approfondire, e non come una prova di resistenza, rappresenta il primo passo per restituire potere decisionale al paziente e offrire strategie personalizzate di sollievo.
Incoraggiare il dialogo significa anche coinvolgere figure sanitarie diverse: il primo ascolto può avvenire in farmacia, dove il paziente cerca spesso consigli immediati; la tappa successiva è l’approfondimento clinico, con valutazioni strumentali e test che definiscono la tipologia di dolore. Una presa in carico multidisciplinare consente di combinare farmaci, fisioterapia, supporto psicologico e interventi educativi, riducendo il rischio di cronicizzazione. Solo attraverso una comunicazione trasparente si può trasformare la sofferenza da limite invalicabile a condizione gestibile, restituendo autonomia e qualità di vita.
L’impegno di Viatris Italia a fianco di medici, farmacisti e pazienti
Dalla formazione degli operatori sanitari alla diffusione di materiali didattici, il piano Via dal dolore ha adottato un approccio multicanale che integra eventi nazionali, corsi accreditati e contenuti digitali. L’obiettivo è creare una comunità informata, capace di riconoscere precocemente i diversi meccanismi alla base del dolore e di attivare percorsi terapeutici appropriati. Il riscontro ricevuto – in particolare dalla comunità medica – conferma che la combinazione di strumenti formativi e testimonianze reali può migliorare la qualità della gestione clinica, riducendo tempi di attesa e permettendo interventi tempestivi.
A guidare l’iniziativa è la visione espressa da Matteo Surace, Medical Lead Italy & Head of North Cluster Europe, che sottolinea l’impatto sociale del dolore e la necessità di una risposta coordinata. Secondo Surace, promuovere consapevolezza significa dare a ogni persona, in ogni fase della vita, la possibilità di accedere agli strumenti giusti per proteggere la propria salute. Per questo Viatris Italia rinnova l’impegno a sostenere campagne di sensibilizzazione, a favorire la ricerca clinica e a potenziare l’ascolto attivo, consolidando un alleanza che unisce terapisti, farmacisti e pazienti nella stessa battaglia quotidiana contro la sofferenza.
