Nel cuore del Consiglio regionale del Lazio, giuristi, istituzioni e cittadini hanno assolto un rituale civile: la presentazione di un testo che ridefinisce il ruolo degli enti esponenziali nell’aula di giustizia. Firmato da Pasquale Lattari, Mariano Macale e Monica Sansoni, il volume pone l’accento sulla tutela dei minori e delle categorie vulnerabili.
Un incontro che intreccia diritto e responsabilità sociale
La cornice della Sala Etruschi, all’interno della sede del consiglio, si è trasformata in un laboratorio di idee dove la riflessione giuridica ha dialogato con l’urgenza sociale. La platea, composta da avvocati, magistrati, studenti e rappresentanti del terzo settore, ha ascoltato la presentazione del volume “Diritto penale. La costituzione di parte civile degli enti esponenziali. Le novità legislative e la giurisprudenza”, testo che esamina la possibilità per gli organismi rappresentativi di interessi collettivi di intervenire come parte civile nei procedimenti penali, soprattutto quando in gioco ci sono diritti inviolabili.
La scelta degli autori di indagare le riforme più recenti – dal rafforzamento del patrocinio delle vittime all’innesto di nuovi soggetti processuali – nasce dalla consapevolezza che le norme, da sole, non bastano se non vengono comprese e maneggiate con competenza. Il volume prova dunque a colmare una distanza, offrendo al pratico e allo studente schemi di lettura che trasformano principi astratti in strumenti di difesa effettivi. L’opera, inoltre, ricorda come l’azione degli enti esponenziali possa dare voce a chi, per età o condizione, fatica a varcare la soglia dei tribunali.
Le voci istituzionali in primo piano
La presentazione è stata aperta dall’intervento di Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale, che ha richiamato i presenti al valore civile dell’opera. Il suo messaggio è andato oltre la sfera tecnica: ha sottolineato il compito delle istituzioni nel diventare punto di riferimento per quelle associazioni che operano sul territorio a sostegno dei più vulnerabili. Secondo Aurigemma, la tutela dei giovani e delle categorie fragili non può restare confinata alle aule parlamentari o giudiziarie, ma deve trasformarsi in un impegno corale che coinvolga amministratori, operatori sociali e famiglie.
Nell’analisi del presidente emergono i segnali di una trasformazione generazionale che impone di ripensare linguaggi, servizi e politiche pubbliche. I nuovi modelli comunicativi dei ragazzi, l’esposizione ai social network e la fragilità economica di molte famiglie hanno reso, a suo dire, ancora più urgente un’azione congiunta. Aurigemma ha assicurato che il Consiglio regionale continuerà a promuovere momenti di confronto e percorsi formativi, affinché il patrimonio di conoscenze racchiuso nel libro non resti confinato in un dibattito accademico ma diventi pratica quotidiana negli uffici e nei quartieri del Lazio.
La prospettiva del garante sui minori
Tra gli interventi più sentiti spicca quello di Monica Sansoni, garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione. La giurista ha illustrato il lavoro sul campo svolto nei cinque territori provinciali, spiegando che l’ascolto diretto delle vittime adolescenti ha ispirato molte delle riflessioni contenute nel volume. La rete istituzionale immaginata dalla garante include scuole, servizi sociali, procure e centri anti-violenza, perché soltanto un approccio corale può offrire a un minore abusato la possibilità concreta di ricostruire la propria vita senza sentirsi nuovamente giudicato.
Sansoni ha descritto la nascita di nuclei interdisciplinari formati da criminologi e psicologi, chiamati a intervenire fin dai primi segnali di disagio. L’obiettivo è duplice: fornire sostegno emotivo e garantire un percorso di protezione giuridica che non lasci spazi a revittimizzazione. In molte realtà periferiche del Lazio mancano strutture di accoglienza dedicate; di qui la necessità di far circolare dati, report e buone prassi in tutte le province. Solo così – ha ribadito – il valore scientifico del libro potrà tradursi in diffusa consapevolezza sociale.
Quando la parte civile diventa tutela concreta
Dal punto di vista strettamente processuale, l’avvocato Pasquale Lattari ha messo in luce le difficoltà che ancora oggi ostacolano la costituzione di parte civile. Spesso i magistrati – ha raccontato – temono che la presenza di un soggetto ulteriore rallenti l’istruttoria. Tuttavia, senza un rappresentante che sieda al fianco della vittima, il processo rischia di trasformarsi in un nuovo trauma. Lo specialista ha ricordato come il Lazio stia lavorando a un albo di legali con competenze specifiche in materia di minori, indispensabile per garantire uniformità e qualità nell’assistenza.
Lattari ha insistito sul fatto che la parte civile non è un ostacolo, bensì un ponte tra l’aula e la vita reale delle vittime. Grazie alla recente evoluzione normativa, gli enti esponenziali possono promuovere quesiti, produrre documenti e sollecitare valutazioni peritali che arricchiscono il quadro probatorio. Il contributo di chi difende interessi diffusi, ha concluso, permette anche al giudice di percepire la portata collettiva, e talora sistemica, di un singolo reato, limitando il rischio che l’accertamento penale si ripieghi su se stesso.
Risarcimento e nuovi attori nel processo penale
A tirare le fila dell’analisi economico-giuridica è stato Mariano Macale, che ha affrontato il tema del risarcimento del danno in presenza di minori vittime. Nel volume, l’avvocato spiega come la progressiva apertura del processo penale all’ingresso del garante per l’Infanzia modifichi la fisiologia stessa del risarcimento. Non si parla più solamente di pregiudizio patrimoniale, ma di ricomposizione della persona, con un’attenzione che abbraccia la sfera emotiva, educativa e relazionale, elementi imprescindibili quando a soffrire sono bambini e adolescenti direttamente coinvolti.
Macale ha evidenziato che la presenza di un ulteriore attore processuale non è affatto scontata: occorre infatti motivare in maniera puntuale l’ammissione del garante davanti al giudice, dimostrando in che misura la sua partecipazione possa incidere sull’accertamento dei fatti e sulla liquidazione del danno. L’interesse superiore del minore, riconosciuto sia dall’ordinamento interno sia dalle convenzioni internazionali, diventa la bussola che orienta la decisione. Da qui la necessità, ribadita dallo stesso autore, di professionisti capaci di tradurre principi sovranazionali in argomentazioni processuali concrete.
