La Lombardia accende i riflettori su un piano rinnovato di attrazione degli investimenti, presentato dai vertici regionali. L’obiettivo è consolidare il primato nazionale e spingere lo sguardo oltre i confini, puntando sui settori a più alta intensità tecnologica e su un’accoglienza su misura per chi decide di scommettere sul territorio.
Il contesto competitivo globale
Nel quadro internazionale, gli investimenti diretti esteri hanno subito una frenata brusca: tra il 2023 e il 2024 i flussi mondiali si sono assottigliati dell’11%, mentre l’Europa ha perso un ulteriore 5%. Entro questi numeri in chiaroscuro, la Lombardia ha reagito con determinazione, registrando un incremento del 6% e confermando la propria capacità di essere calamita per capitali e know-how. Attilio Fontana ha sottolineato che questo dato, in controtendenza rispetto all’andamento globale, è maturato grazie a un ecosistema compatto, formato da imprese innovative, università dinamiche e pubblica amministrazione orientata ai risultati.
Guardando al solo 2024, i numeri raccontano con forza la posizione consolidata del territorio: su 249 iniziative approdate in Italia, 96 hanno scelto la regione, una quota oscillante fra il 35 e il 45% che resiste da cinque anni consecutivi. La media di crescita annua, fissata al 4,6%, testimonia uno slancio costante che si oppone alla contrazione generale. Questi traguardi, pur significativi, non sono considerati un punto d’arrivo ma la base per un salto ulteriore verso l’élite europea dell’innovazione.
Tre assi portanti della nuova strategia
Alla presentazione, l’assessore Guido Guidesi ha illustrato un piano che poggia su tre colonne distinte ma complementari. La prima riguarda l’attrazione di investimenti a elevato contenuto tecnologico: Ict, scienze della vita, aerospazio, semiconduttori, chimica avanzata, agroalimentare evoluto e servizi high-tech. L’obiettivo è convogliare capitale fresco in filiere che generano ricerca, competenze e occupazione qualificata, facendo leva su poli universitari d’eccellenza e una rete di centri di trasferimento tecnologico dal profilo internazionale. Tale direzione punta anche a rafforzare partnership pubblico-private, creando un ciclo virtuoso in cui le scoperte di laboratorio trovano applicazione industriale in tempi rapidi.
La seconda colonna è l’approccio ‘one-stop-shop’, concepito per evitare all’investitore itinerari burocratici dispersivi. Un gruppo di referenti regionali accompagnerà passo dopo passo l’insediamento, dalla scelta dell’area fino alle pratiche autorizzative, proseguendo con un servizio di after-care che monitora il progetto nel tempo. La terza leva, infine, è la costruzione di un’immagine coerente e attrattiva della Lombardia: campagne digitali, missioni istituzionali e grandi eventi internazionali faranno da cassa di risonanza, unendo storytelling e rapporti imprenditoriali radicati. L’idea è trasformare ogni successo aziendale in un volano mediatico che accenda nuovi interessi e ampli la platea dei potenziali investitori.
Verso una piattaforma di accoglienza evoluta
La Regione ha in programma di passare da un coordinamento diffuso a una struttura dedicata: una vera e propria agenzia regionale per l’attrazione degli investimenti. Questo organismo integrerà funzioni di business intelligence, ricerca di mercato, marketing territoriale e policy advocacy, operando come snodo unico tra istituzioni e mondo produttivo. Fontana e Guidesi immaginano un’architettura agile, capace di leggere in tempo reale i trend globali e di tradurli in opportunità concrete per province e distretti lombardi. Dotata di strumenti digitali avanzati, l’agenzia potrà mappare talenti, infrastrutture e incentivi disponibili, offrendo al potenziale investitore un quadro immediato e trasparente.
Al cuore del nuovo modello siederà un doppio sistema di tutor: uno regionale, incaricato di mantenere la visione complessiva, e uno di progetto, focalizzato sui dettagli operativi di ciascuna iniziativa. Questa combinazione consentirà di seguire l’intero ciclo dell’investimento, dalla decisione iniziale all’ottenimento dei titoli autorizzativi, fino alla messa in funzione dello stabilimento o del centro di ricerca. Il metodo promette di ridurre tempi e incertezze, fattori spesso determinanti nella scelta della sede d’investimento. A ciò si aggiungerà una banca dati condivisa che renderà tracciabili passaggi e scadenze, garantendo massima chiarezza tanto alle imprese quanto agli uffici pubblici coinvolti.
Impatti attesi e prospettive
Dal 2018 a oggi, i servizi regionali hanno assistito oltre 600 società straniere interessate al mercato lombardo. Di queste, 71 hanno già avviato progetti concretissimi che valgono 2,82 miliardi di euro di capital expenditure e hanno generato 3.744 nuovi posti di lavoro. Nel portafoglio continuano a maturare 288 iniziative attive nei segmenti a più alto valore aggiunto: semiconduttori, biotecnologie, farmaceutico, clean tech, energie rinnovabili e Ict avanzato. Questi dati evidenziano non soltanto la quantità, ma la qualità degli investimenti, capaci di spingere la regione verso la frontiera della transizione digitale e ambientale.
Il passo successivo, nelle intenzioni della giunta, è convertire questa massa critica in un fattore moltiplicativo per il territorio. Ogni euro investito, grazie alla filiera di fornitori locali e alle competenze universitarie, può innescare ulteriori ricadute in termini di ricerca e di occupazione stabile. La sfida, sottolineano i promotori, è ora trasformare la Lombardia nella scelta immediata di chiunque cerchi infrastrutture efficienti, capitale umano preparato e un’amministrazione che risponde con tempi certi. A tal fine, il piano non si limita a misurare performance, ma prevede un monitoraggio progressivo che consentirà di correggere la rotta e intercettare nuovi trend emergenti.
