Achille Polonara non si limita a inseguire rimbalzi: da settimane combatte con implacabile lucidità la leucemia mieloide, affrontandola con la stessa determinazione mostrata sul parquet. Il giocatore, approdato di recente alla Dinamo Sassari, ha condiviso un aggiornamento che imprime nuova speranza al suo percorso terapeutico.
Percorso di cura e la notizia più attesa
La mattina di lunedì 15 settembre, durante un’intervista, l’ala marchigiana ha annunciato di aver finalmente ottenuto ciò che da tempo attendeva: l’équipe medica ha identificato una giovane donatrice statunitense con una compatibilità del 90 %. La corrispondenza genetica elevata rappresenta un passaggio cruciale, tanto che Polonara non nasconde un velo di emozione nel definirsi “fortunato”. Un ulteriore possibile donatore tedesco, anch’egli al 90 %, era stato valutato, ma la rapidità con cui si è potuto contattare la ragazza americana ha orientato la scelta finale degli specialisti.
Il valore di questa scoperta non è soltanto medico, ma profondamente umano. Polonara racconta di essersi aggrappato a ogni statistica e probabilità, vivendo giorni sospesi nell’attesa di un segnale positivo. Sapere che dall’altra parte dell’oceano c’è una persona disposta a donare il proprio midollo trasforma un dato tecnico in un legame invisibile, ma tangibile. Quel 90 % diventa allora un ponte di solidarietà che attraversa confini, linguaggi e fusi orari, illuminando il cammino di un atleta chiamato a tirare il tiro più importante della carriera.
Verso il trapianto: le tappe decisive
Domani il cestista entrerà in reparto per iniziare la preparazione al trapianto. Il protocollo prevede un ciclo di chemioterapia della durata di cinque o sei giorni, studiato per creare l’ambiente più adatto all’attecchimento del nuovo midollo. Si tratta di un segmento delicato: occorre ridurre al minimo le difese immunitarie, affrontare effetti collaterali spesso aggressivi e mantenere un costante monitoraggio dei parametri vitali. Tuttavia, la consapevolezza di avere una donatrice già pronta sostenta mentalmente Polonara e l’intero staff che lo segue passo dopo passo.
Il calendario segna in rosso le date del 23 e 24 settembre, quando l’infusione delle cellule emopoietiche dovrebbe avvenire. Sarà un momento breve ma denso di significati: quella sacca di midollo racchiuderà la chance di una vita nuova. Da lì, inizierà la fase dell’attecchimento e della ricostruzione ematologica, con un monitoraggio serrato che proseguirà per settimane. Ogni giorno successivo al trapianto verrà misurato con la stessa attenzione con cui un playmaker gestisce gli ultimi secondi di una partita punto a punto.
Determinazione senza confini
Nel raccontare la propria vicenda, Polonara non trascura di sottolineare l’importanza del sostegno ricevuto da compagni, allenatori e tifosi. La recente firma con la Dinamo Sassari ha rappresentato un ulteriore orizzonte di motivazioni: “Il basket mi dà un ritmo mentale che non voglio perdere”, confessa. La preparazione atletica si è trasformata in una palestra di resilienza, dove ogni esercizio serve a mantenere viva la fiducia in se stesso e nelle terapie. È un modo concreto per sentirsi ancora parte di un progetto collettivo, anche se il parquet dovrà, per il momento, attendere.
Più che mai, appare evidente come il duello con la malattia non sia soltanto personale. Ogni aggiornamento di Polonara diventa un messaggio a chi lotta nella stessa corsia d’ospedale o nella medesima nebbia di incertezze. La sua storia conferma che la compatibilità non riguarda soltanto i marcatori genetici, ma anche l’empatia che scorre da un giocatore a una sconosciuta donatrice, da un tifoso a un atleta. In quella rete di affetti si radica la speranza che, passo dopo passo, giorno dopo giorno, possa portarlo a rimettere piede in campo con la stessa energia che oggi riversa nella sfida per la vita.
