Un ritmo capace di unire Sardegna e grandi dancefloor europei accompagna la crescita di una giovanissima artista: Michelle Dj. Fra i banchi di scuola e le consolle gremite, la sua storia miscela ambizione, disciplina e il sostegno di professionisti che hanno scelto di credere nel suo talento.
Talento in pista
Entrare in console e percepire centinaia di corpi che attendono la prima traccia è un’esperienza che Michelle Dj descrive come un vortice di adrenalina impossibile da raccontare a parole. La giovane sarda, nonostante l’età, è già abituata a palchi di rilievo: nel momento in cui la cuffia scivola sulle orecchie e il cursore si alza, ogni timore svanisce e resta soltanto un dialogo sonoro con il pubblico. L’onda di entusiasmo che si sprigiona dal dancefloor amplifica la sua sicurezza; in pochi istanti l’emozione iniziale diventa carburante creativo. È un continuo scambio di energia, un circuito che accende la sala e, al tempo stesso, alimenta la sua voglia di sperimentare.
Questa consapevolezza si riflette anche nei consigli che la giovane artista rivolge a chi sogna di seguirne le orme. «Credi in te stessa, studia e non avere fretta» sintetizza un percorso intriso di tentativi, errori e piccole conquiste quotidiane. Secondo lei il banco di prova principale non è il giudizio esterno, ma la determinazione con cui si affrontano le sessioni di allenamento. I fallimenti temporanei diventano così elementi indispensabili, piccole scosse che fortificano il carattere e affinano l’orecchio. Il traguardo, sottolinea, non è soltanto far ballare la gente, bensì avvertire quella scintilla interiore che ripaga ogni sacrificio nascosto dietro le quinte.
Un mentore, una squadra, un’occasione chiamata Acetone Records
Nel percorso di Michelle Dj un ruolo determinante lo gioca Acetone Records, collettivo guidato da professionisti come Maurizio Nari, Steve Tosi, Jens Lissat e Max Magnani. L’incontro con questo team ha alimentato il suo talento, regalandole una formazione che supera la mera tecnica del mixaggio: organizzazione degli show, gestione emotiva del palco, cura della selezione musicale. Sentirsi riconosciuta e valorizzata da figure con una carriera così ampia, confessa, è stato il segnale più limpido di trovarsi sulla strada giusta. Non a caso, il 24 ottobre condividerà la consolle del Bar Twenty Two di Amsterdam durante l’Amsterdam Dance Event, proprio insieme alla famiglia Acetone.
L’approccio della label non si limita all’entusiasmo di coinvolgere un volto fresco: ogni feedback si traduce in linee guida precise che la giovane artista annota con cura. Quando Nari le suggerisce di inserire un break inatteso, oppure Tosi le mostra un nuovo sistema per organizzare le playlist, lei assorbe e sperimenta con costanza. «Mi hanno dedicato tempo vero, quello che conta quando stai imparando», racconta, sottolineando quanto sia raro trovare spazi così protetti in cui errore non equivale a fallimento. Grazie a questo metodo, la crescita di Michelle non appare più un exploit isolato, bensì l’esito naturale di un percorso strutturato.
Vita quotidiana
La sveglia suona presto anche per un’artista che gira i club: le prime ore della giornata Michelle Dj le dedica ai libri, certa che lo studio rappresenti un motore indispensabile per la sua maturità personale. Tra una lezione di matematica e un commento di letteratura, annota idee melodiche su un quaderno o abbozza l’ordine dei brani per il set successivo. Conciliare orari scolastici e appuntamenti nei locali, spiega, è un esercizio di organizzazione che le insegna disciplina, valore trasversale tanto alle aule quanto alle consolle.
Il pomeriggio scorre tra allenamenti alla console, qualche partita a padel con gli amici e le immancabili ore di ripasso. Quando un calendario fitto impone di partire per un set serale, i compiti viaggiano nello zaino e trovano spazio in aeroporto o in treno. «Non esiste sacrificio se ami ciò che fai», ripete, certa che il futuro premi chi sa alternare rigore e leggerezza. Così, mentre programma i brani che animeranno la notte o aggiorna le playlist di prova, mantiene vivo il contatto con la quotidianità di una ragazza della sua età, dimostrando che passione e normalità possono coesistere.
Curiosità musicale senza confini
Dietro la ricerca instancabile del groove perfetto si nasconde un ascolto onnivoro. Nel suo smartphone convivono rap italiano, hit pop internazionali ed elettronica di frontiera: Sfera Ebbasta e Anna Pepe dialogano con i classici house degli anni Novanta, mentre playlist sperimentali suggeriscono idee per break spiazzanti. Essere curiosi è la prima regola, sottolinea, perché un dj set efficace nasce dal coraggio di unire universi che, apparentemente, non comunicano. Questa apertura la spinge a dedicare ore intere alla scoperta di tracce meno battute, pronte a sorprendere un dancefloor abituato a lasciarsi stupire.
Anche quando non sta preparando alcuna serata, Michelle trasforma l’ascolto in studio: annota tempi, tonalità, transizioni che potrebbero funzionare nei set futuri. È un modo per tenere la mente allenata e nutrire costantemente la propria identità sonora. Così, come un atleta studia la tecnica dei campioni, lei scompone le strutture dei brani più diversi per coglierne i dettagli nascosti. A fine giornata rimane un archivio personale vastissimo, pronto a essere ricombinato non appena le luci della console torneranno a illuminarsi.
