Dal tramonto di mercoledì 10 settembre, quando i proiettori si sono spenti sull’ultima pellicola, il Marzamemi Cinefest 2025 ha salutato il pubblico con il conteggio finale di 25mila presenze, un risultato che suggella la sesta edizione e spalanca le porte a nuove ambizioni per il 2026.
Il bilancio di un’edizione da record
La cifra di oltre 25mila visitatori racconta più di un semplice successo numerico: descrive l’impatto di un festival capace di trasformare ogni scorcio di Marzamemi in un set a cielo aperto, popolato da cinefili, curiosi e professionisti. Strade, piazze e antichi magazzini sono diventati per sei giorni un unico, vasto palcoscenico diffuso. La vivacità che ha attraversato il borgo non si esaurisce nei numeri; testimonia un tessuto sociale che ha saputo unirsi intorno a un obiettivo comune, facendo della cultura cinematografica un motore di partecipazione collettiva.
La soddisfazione è palpabile nelle parole del presidente della Pro Loco Marzamemi, Nino Campisi, che definisce quello raggiunto un risultato “straordinariamente positivo”. Per lui il festival è ormai un patrimonio condiviso, un veicolo identitario che consolida il legame tra abitanti, istituzioni e ospiti. Forte di questo entusiasmo, Campisi ha già fissato l’orizzonte: il 2026 dovrà superare l’attuale traguardo, puntando a un programma ancor più denso e coinvolgente, convinto che l’energia costruita quest’anno saprà moltiplicarsi.
Un cartellone che ha intessuto arti e territorio
Sotto la direzione di Denise Spicuglia, con Ester Pantano ambasciatrice, il festival ha mescolato con eleganza cinema, letteratura, musica, enogastronomia e scoperta del territorio. L’inaugurazione affidata a Anna Foglietta, l’alba in musica guidata da Violante Placido e la presenza di Francesca Fagnani hanno arricchito un calendario che ha reso ogni momento irripetibile. La scelta di affiancare proiezioni a degustazioni e incontri letterari ha restituito al pubblico l’idea di un luogo in cui le arti dialogano, si rincorrono, si fondono. A confermarlo, l’apertura condotta da Paola Saluzzi e la presentazione di Chiara Francini, occasioni che hanno dato voce a sensibilità diverse, accomunate dalla passione per la narrazione.
Il confronto dedicato alla serialità italiana, con Paolo Briguglia e il costumista Alessandro Lai, ha portato tra i vicoli siciliani i costumi de I Leoni di Sicilia, generando curiosità e spunti di riflessione sul rapporto tra tradizione e nuovi linguaggi televisivi. Questo continuo scambio ha reso evidente come l’identità di Marzamemi si arricchisca quando accoglie voci esterne e le intreccia con la propria storia. Ne è nata un’atmosfera in cui turisti e residenti hanno condiviso lo stupore per la metamorfosi del borgo, scoprendone scorci e sapori sotto una luce inedita.
Le stelle che hanno illuminato Marzamemi
L’arrivo di volti noti ha moltiplicato l’attenzione mediatica: dall’alba poetica di Violante Placido alle domande taglienti di Francesca Fagnani, passando per il sorriso contagioso di Paola Saluzzi. A ogni appuntamento, il pubblico ha potuto confrontarsi con esperienze e percorsi professionali differenti, scoprendo come dietro le quinte del cinema si celino storie di impegno e creatività. Il festival è diventato così una piazza ideale, in cui spettatori e autori si sono ritrovati sullo stesso livello, uniti dalla curiosità reciproca.
Le ultime giornate hanno visto l’ingresso trionfale di Ricky Tognazzi e Simona Izzo, insigniti del titolo di “Italian Ambassador” UNPLI, cui è seguita la presentazione del libro “Storie senza eroi” di Piero Marrazzo. L’emozione è proseguita con lo spettacolo della Compagnia di Ballo Storico sulle musiche de Il Gattopardo e con il concerto finale della Women Orchestra, che ha intrecciato le note di Libertango con celebri colonne sonore. Un congedo in musica che ha lasciato il pubblico sospeso tra nostalgia e desiderio di ritrovarsi presto.
Lo sguardo già rivolto al 2026
“Questo risultato va ben oltre le nostre aspettative”, ha confessato la direttrice artistica Denise Spicuglia, sottolineando come il cinema, linguaggio universale, sia riuscito a trasformare Marzamemi in uno spazio vitale fino all’ultima notte. I sei giorni di programmazione hanno dimostrato che la cultura, se condivisa, diventa occasione di incontro, di scambio e, soprattutto, di crescita. L’immagine di un borgo che non dorme, popolato da storie proiettate sul grande schermo e vissute nella quotidianità, resterà impressa nella memoria collettiva.
Con il sipario appena calato, l’entusiasmo non accenna a spegnersi. L’organizzazione ha già avviato il dialogo con istituzioni e partner, determinata a mantenere la promessa di un’edizione 2026 ancora più sorprendente. La scommessa è dare continuità a un patrimonio che appartiene a tutti, trasformando l’attesa in energia creativa. Se i 25mila visitatori del 2025 rappresentano una pietra miliare, il vero traguardo sarà vedere quella cifra diventare il punto di partenza per nuove storie, nuovi incontri, nuove emozioni condivise sotto il cielo di Marzamemi.
