Questa sera, alle 20 in punto, la sede istituzionale di Regione Lazio, al civico 212 di via Cristoforo Colombo a Roma, si colorerà di verde. Il gesto celebra la Giornata regionale della celiachia, occasione pensata per richiamare l’attenzione su celiachia e dermatite erpetiforme, patologie che meritano maggiore consapevolezza collettiva.
Un segnale che accende l’attenzione
La scelta di proiettare un fascio verde sulla facciata di Regione Lazio va ben oltre il semplice impatto scenografico. Il colore, evocativo di natura e rinascita, trasforma l’edificio istituzionale in un megafono visivo che, per una notte, parlerà a cittadini, passanti e automobilisti lungo via Cristoforo Colombo. Rendersi conto di un palazzo che muta aspetto per un tema sanitario smuove la curiosità, crea dialogo e invita a interrogarsi sui motivi di quella luce. In poche ore, dunque, l’architettura diventa uno strumento di comunicazione sociale, capace di lanciare un messaggio forte senza bisogno di parole, un invito silenzioso ma eloquente a conoscere la celiachia e la sua complessa variante dermatite erpetiforme.
L’iniziativa nasce grazie alla collaborazione tecnica con Acea, azienda che ha messo a disposizione le proprie competenze illuminotecniche. In un momento storico in cui la sensibilizzazione passa sempre più da immagini suggestive anziché da lunghe letture, l’unione tra istituzioni pubbliche e operatori del servizio energetico rappresenta un modello virtuoso. Un semplice clic sui dispositivi di controllo, orchestrato da specialisti della luce, garantirà che il palazzo resti uniformemente tinto di verde per tutta la serata. La sinergia tra ente regionale e partner operativo dimostra come la volontà politica possa tradursi in azioni concrete e immediatamente percepibili dal grande pubblico, generando un effetto domino di partecipazione consapevole.
La legge che consacra l’impegno
Dietro l’evento di oggi trova spazio un atto normativo preciso: la legge regionale n. 7 del 26 giugno 2025. Con questo provvedimento, il Consiglio regionale ha istituito la Giornata regionale della celiachia, riconoscendo ufficialmente l’esigenza di dare massima visibilità a un disturbo alimentare che coinvolge un numero crescente di persone. Quando un tema sanitario riceve tutela legislativa, si compie un passo fondamentale: la malattia esce dall’ombra privata e diventa questione pubblica, meritevole di risorse, studi e politiche dedicate. Il testo di legge fissa così, in modo permanente, una data simbolica da sfruttare per attività educative, eventi di ricerca e iniziative di sostegno alle famiglie.
Il legislatore ha voluto includere esplicitamente anche la forma cutanea, la dermatite erpetiforme, segnalando che la celiachia non si manifesta esclusivamente a livello gastrointestinale. È un richiamo a guardare la salute con sguardo olistico, comprendendo che una patologia può assumere volti diversi pur restando radicata nella stessa causa. Stabilire la ricorrenza significa invitare scuole, comunità mediche e associazioni di pazienti a unirsi, almeno una volta l’anno, in un racconto corale sulle sfide quotidiane di chi deve evitare il glutine o affrontare i sintomi cutanei correlati. Così la legge non rimane lettera morta, ma diventa sprone a iniziative diffuse nel territorio.
Una serata dedicata alla consapevolezza
Dalle 20 in poi, chiunque attraversi Roma potrà scorgere quel bagliore verde ergersi sulla città come un faro di consapevolezza. Non serve nessun altoparlante: la luce parla un linguaggio universale, invitando gli occhi a posarsi su di essa e la mente a chiedersi il perché. Il passante distratto scoprirà così che il monumentale edificio pubblico risplende per ricordare la celiachia, spingendo magari a una rapida ricerca o a una conversazione con amici e familiari. È un’esperienza collettiva che si diffonde nella sera romana, tra il traffico e i rumori di fondo, e che può generare un senso di partecipazione tangibile.
L’obiettivo, dichiarato sin dall’inizio, è sensibilizzare e promuovere la conoscenza non solo della malattia celiaca ma anche della meno nota dermatite erpetiforme. Conoscere significa prevenire incomprensioni, abbattere pregiudizi alimentari e, soprattutto, offrire sostegno a chi quotidianamente deve misurare ogni ingrediente. Illuminare un palazzo, in apparenza un gesto semplice, contiene la forza di un racconto: quello di una comunità che decide di stare vicino a chi, nel piatto, vede più di un semplice pasto. È la storia di istituzioni che, pur nei loro rigidi protocolli, si servono di un linguaggio empatico per ribadire un messaggio chiaro: la salute dei cittadini passa anche dall’informazione e dalla visibilità.
