La nuova ricerca firmata Italdesign sorprende ancora: il progetto EVX nasce per sondare, senza vincoli, le infinite potenzialità della piattaforma modulare elettrica MEB di Volkswagen, aprendo scenari inediti su forme e funzioni dell’auto urbana del futuro.
Una visione che prende forma oltre i vincoli
Quando il centro stile di Italdesign ha dato il via al progetto EVX, il briefing era chiaro: spingersi oltre le consuete logiche di prodotto e trasformare la piattaforma MEB+ in un laboratorio aperto. Non contava dar vita a un’auto destinata alla catena di montaggio, contava invece immaginare proporzioni, superfici e volumi capaci di rispondere a desideri che il mercato non ha ancora espresso. La struttura modulare messa a disposizione dal Gruppo Volkswagen offriva la tela perfetta: così, pianali, pacchi batteria e architettura a trazione anteriore sono diventati mattoni di creatività da ricombinare liberamente, senza l’ansia delle logiche di costo immediato.
Al centro di questa esplorazione si colloca anche un metodo che la casa torinese ha affinato in mezzo secolo di prototipazione: l’analisi di fattibilità procede in parallelo alla fantasia, scongiurando il rischio di restare nel mondo dei sogni. Gli ingegneri verificano ingombri, normative e processi industriali in tempo reale, mentre i designer scolpiscono superfici digitali sempre più complesse. Il risultato è un continuo scambio tra rigore e slancio, dove ogni linea tracciata trova il suo riscontro strutturale nel giro di poche ore, dimostrando come creatività e razionalità possano convivere senza compromessi.
Il coupé urbano 2+2: dimensioni, proporzioni e vocazione
Il concept nato da questo processo si presenta come un coupé 2+2 a tre porte che, pur mantenendo proporzioni compatte, promette una presenza scenica non comune tra le elettriche cittadine. Una formula che ridefinisce il concetto di sportività urbana. La lunghezza di 4,23 metri, la larghezza di 1,82 metri e l’altezza di 1,49 metri lavorano insieme a un passo di 2,6 metri per regalare abitabilità interna e dinamica visiva. EVX conserva l’anima sportiva tipica delle creazioni storiche del marchio, ma lo fa con volumi pieni e superfici tese, studiati per valorizzare il pacco batterie piatto della piattaforma MEB senza sacrificare aerodinamica.
Osservando il profilo laterale si nota un’unica nervatura che parte dal gruppo ottico anteriore e sfuma verso il posteriore, legando idealmente la linea di cintura alla coda tronca. È un gesto stilistico pensato per alleggerire visivamente la massa e accompagnare lo sguardo verso la ruota posteriore, vero perno dell’equilibrio proporzionale. Gli sbalzi ridotti esaltano la maneggevolezza nelle strade strette, mentre l’ampia carreggiata suggerisce stabilità alle alte velocità, ricordando che anche un’elettrica urbana può ambire a una guida coinvolgente e sicura.
Una première olografica al centro dell’IAA Summit di Monaco
Il prossimo 10 settembre, nello spazio espositivo che il Gruppo Volkswagen allestirà all’IAA Summit di Monaco, i visitatori non troveranno carrozzerie lucenti o prototipi fisici. Ad accoglierli ci sarà invece una rappresentazione interamente olografica dell’EVX Project, in grado di proiettare nell’aria ogni dettaglio, dal taglio dei gruppi ottici alle cuciture dei sedili. Si tratta di un invito a “entrare” nell’auto senza toccarla, esplorando in tempo reale volumi, proporzioni e interfacce digitali, un’esperienza che amplifica la vocazione pionieristica dello studio.
L’adozione della tecnologia olografica non è una semplice concessione alla spettacolarizzazione degli eventi: per Italdesign diventa la logica prosecuzione di un flusso di lavoro interamente digitale. I file elaborati dal CAS Team trasformano bozzetti 2D in modelli tridimensionali ad altissima risoluzione che, senza intermediazioni, alimentano i proiettori volumetrici installati in fiera. Così il pubblico potrà spostarsi attorno al concept, cambiando punto di vista con un gesto, quasi sfiorando superfici che ancora non esistono realmente, sperimentando un modo nuovo di discutere di design automobilistico.
Dal laboratorio creativo alla strategia industriale: un ponte per i costruttori esterni
Dietro la scenografia c’è un disegno industriale altrettanto ambizioso: dimostrare che la piattaforma MEB può diventare la base di progetti su misura per marchi al di fuori dell’ecosistema Volkswagen. Con EVX, Italdesign mette in mostra la propria capacità di dialogare con brand globali, offrendo un pacchetto integrato di stile, ingegneria e fattibilità. La flessibilità intrinseca del pianale modulare, combinata con la rapidità di sviluppo del team torinese, apre la strada a modelli elettrici pensati per mercati e target diversificati, riducendo tempi e costi di ingresso nel segmento a zero emissioni. Una promessa di democratizzazione tecnologica che non sacrifica l’identità di ciascun marchio.
La casa di Moncalieri sceglie di interpretare la consulenza non più come semplice fornitura di design, ma come partnership a 360 gradi. Il presidio sulle competenze di prototipazione rapida, unito alla padronanza di vincoli normativi internazionali, consente all’azienda di proporsi come centro di innovazione a servizio di chiunque voglia sfruttare tecnologie proprietarie di alto livello. EVX, in questo senso, diventa più di un esercizio stilistico: è un manifesto della volontà di connettere idee esterne con soluzioni già collaudate, accelerando la transizione verso un futuro di mobilità elettrica accessibile e differenziata.
