Una brezza di fine estate ha accompagnato, dall’11 al 13 settembre 2025, la seconda edizione delle “Regate delle Isole” a Imperia, offrendo tre giorni di sfide tecniche e passione autentica. Fra traiettorie studiate al millimetro e vele spiegate al tramonto, la manifestazione ha celebrato talento, tradizione e convivialità in un unico grande abbraccio marinaro.
Vittoria rosa tra i Mini 6.50
La regata in solitario dedicata ai Mini 6.50, ribattezzata per l’occasione “Imperia Mini Solo”, ha rubato la scena sin dalle prime miglia. Il percorso, tracciato lungo l’arco Imperia – Isola del Tino – Portofino – Imperia, ha consegnato la vittoria alla trentenne velista romana Giulia Farnetani, a bordo di La Fripouille, una costruzione 2022 del cantiere bretone IDB Marine. Alle sue spalle, separati da pochi minuti di distanza, Viper (2014) di Matteo Bogliolo e Sikania (2024) di Davide Foti hanno dato vita a un acceso confronto tattico. Il vento, oscillante ma mai arrendevole, ha svelato il carattere dei protagonisti, costringendoli a continui aggiustamenti di vele e bussola per domare un Mar Ligure particolarmente esigente.
Alle spalle del podio, il resto della flotta non ha risparmiato colpi di scena. Il chirurgo milanese Sandro Luzzati, settantenne con oltre sei decenni di regate alle spalle, ha guidato Ileus VI al quinto posto, dimostrando che la passione non ha età. Completare il tracciato sono riusciti anche Morgane, L’Alcyon e Stered Lostek. Dal varo del primo esemplare, alla fine degli anni Settanta, si contano più di 1.100 Mini naviganti; in principio erano costruiti in legno, poi in vetroresina, oggi si sperimenta persino la fibra di lino o di basalto. Il regolamento, inflessibile per ragioni di sicurezza, permette solo Epirb, AIS, VHF e un GPS “cieco”, vietando qualsiasi contatto internet o telefonico per esaltare l’autonomia marinara.
Un mosaico di scafi e classifiche
Le “Regate delle Isole” hanno richiamato oltre cinquanta imbarcazioni, comprese Classe Libera, Gran Crociera, Vele d’Epoca, Vele Classiche, unità certificate IRC e ORC sia in doppio sia con equipaggio completo. Ogni comandante ha potuto scegliere tra vari tragitti, modulando la distanza in funzione dell’esperienza dell’equipaggio e dell’indole dello scafo: c’è chi ha cercato la brezza costiera e chi, invece, ha preferito sfidare il largo. Questa libertà, unita alla convivialità in banchina, ha trasformato la competizione in un laboratorio nautico capace di mettere a confronto generazioni, materiali e filosofie di navigazione.
Il cielo imprevedibile di settembre ha costretto il comitato di regata a una decisione repentina: anziché puntare la prua verso la Giraglia, il convoglio ha fatto rotta su Isola del Tino, mantenendo pressappoco lo stesso numero di miglia. Il presidente del Porto Maurizio Yacht Club, Alessio Marziano, ha salutato la rapidità del cambiamento, sottolineando come la manifestazione nasca per essere «una grande festa di fine stagione». In futuro, ha aggiunto, potrebbe spingersi fino alle Porquerolles o alle Îles de Lérins, mentre il percorso Imperia–Gallinara–Imperia resterà a misura di Classe Libera. Adattarsi, dunque, è già nel DNA di un evento che fa dell’avventura la propria firma.
Spirito di mare e di terra
Accanto alle sfide tra boe, l’organizzazione ha puntato i riflettori sul legame con la città. Una visita guidata allo splendido Borgo Parasio, messa in piedi con il Circolo omonimo, ha permesso ai regatanti di scoprire vicoli medievali e terrazze sul mare prima di rientrare a bordo. L’ospitalità del Marina di Imperia, il patrocinio della Città di Imperia e di Regione Liguria e l’inclusione nel calendario di Liguria 2025 Regione Europea dello Sport hanno trasformato l’appuntamento in un punto di riferimento per la promozione del territorio. Quando la vela diventa racconto, ogni ormeggio profuma di storia, ogni risata in banchina somiglia a un invito a tornare.
Il sostegno economico e logistico è arrivato da diverse realtà: oltre al Porto Maurizio Yacht Club, motore dell’iniziativa, hanno collaborato il Circolo Velico Capo Verde e la classe italiana Mini 650. Non meno preziosi gli sponsor, con l’iconico Amaro Bepi Tosolini e lo spumante millesimato 9.5.8 Santero ad animare i momenti conviviali. Una menzione speciale va a Confindustria Imperia che, attraverso la sezione nautica YachtNet, ha creduto fin dalla prima ora in questo progetto. Sotto le luci soffuse del quartiere porto, calici alzati e racconti di bordo hanno cucito un filo rosso tra skipper, armatori e semplici appassionati, celebrando la fine dell’estate con autentico calore mediterraneo.
Gemme d’altri tempi in regata
Tra gli scafi più ammirati spiccava lo yawl bermudiano Aleph, varato nel 1951 dal prestigioso cantiere Abeking & Rasmussen e già protagonista di quattro Atlantiche in epoche lontane. Accanto a lui, il numero 187 del cantiere ligure Sangermani, Sandra, attirava gli sguardi per le linee slanciate tipiche degli anni Sessanta. Non da meno lo sloop Ojalà II, progetto Sparkman & Stephens del 1973, così come Blue Shadow, storico Alpa 11.50 del 1982. A chiudere la parata, Triboulet, primo di ventotto Swan 43 firmati Ron Holland, e Penelope (1965), portacolori dello Sport Velico della Marina Militare. Le loro prue in legno e lega leggera raccontano epopee di uomini e tempeste che nessuna foto potrà mai restituire per intero.
Proprio a Penelope e al suo equipaggio, guidato dal Capitano di Corvetta Alessandro Carpitella, il Porto Maurizio Yacht Club ha voluto consegnare una targa in occasione dei novant’anni dello Sport Velico della Marina Militare. Alcune delle barche sopracitate hanno preso parte sotto l’egida della Flotta “Yacht Classic RH”, coordinata da Riccardo Ghidella. Quest’ultimo ha ribadito l’impegno del gruppo a favore dei più giovani: promuovere la vela come scuola di vita e, al tempo stesso, rampa di lancio per professioni legate alla nautica. In banchina, tra corde ben arrotolate e cime che odorano di catrame, si coglieva la sensazione che questi scafi siano molto più di legno e acciaio: sono testimoni viventi di un modo diverso – e forse migliore – di andare per mare.
