Il bronzo conquistato da Iliass Aouani nella maratona iridata di Tokyo regala all’Italia la quarta medaglia di questi Mondiali, illuminando una mattinata umida e carica di tensione sul tracciato cittadino giapponese, dove la corsa si è decisa con uno sprint collettivo negli ultimi metri.
Una volata che vale il podio iridato
Minuto dopo minuto, la prova regina della rassegna si è trasformata in un braccio di ferro tattico, con il gruppo di testa che ha viaggiato compatto fino ai viali che immettono nello stadio. Nel momento decisivo, il tanzaniano Alphonce Simbu ha scelto di alzare il ritmo e, con una progressione che ha infiammato il pubblico, ha superato il tedesco Amanal Petros proprio sul rettilineo d’arrivo. Entrambi hanno fermato il cronometro su 2h09:48, ma l’ordine d’arrivo è stato determinato dall’inequivocabile fotofinish.
Alle loro spalle, controllando le energie con lucidità, Aouani ha impostato una condotta di gara calibrata su passaggi regolari, evitando di farsi risucchiare dagli strappi degli avversari. La strategia è stata premiata quando il traguardo si è materializzato sotto i riflettori: con 2h09:53 il milanese ha assicurato all’Italia un metallo prezioso ed emozionante, frutto di una gestione impeccabile del caldo e del ristagno di umidità sulle lunghe arterie della capitale nipponica, affrontate con passo elastico e sguardo sempre rivolto all’obiettivo.
Una stagione in costante ascesa
In aprile, appena pochi mesi prima dell’appuntamento mondiale, il mezzofondista lombardo aveva già scritto una pagina importante della propria carriera dominando la prima edizione degli Europei di corsa su strada a Lovanio, in Belgio. Quel successo continentale aveva certificato la piena maturità atletica di un corridore capace di passare con naturalezza dalla pista ai lunghi chilometraggi, sostenuto da uno staff tecnico che ne ha valorizzato progressivamente le doti di resistenza e di spiccata sensibilità tattica, che oggi si trasformano in concretezza mondiale.
La vittoria in Belgio, unita al titolo europeo ancora detenuto, ha creato il presupposto per un’annata definita da molti addetti ai lavori come ‘la più brillante degli ultimi decenni’ per quanto riguarda la maratona italiana. Da quel momento, l’atleta del capoluogo meneghino ha interpretato ogni prova come tappa di avvicinamento a Tokyo, curando maniacalmente recuperi, altitudini di allenamento e intensità delle sedute, fino a presentarsi al via con la consapevolezza di poter lottare ad armi pari con l’élite mondiale dei quarantadue chilometri.
Italia, bottino che cresce
La squadra azzurra, già lanciata dai podi delle giornate precedenti, ha consolidato la propria presenza nelle classifiche grazie a risultati di spessore che testimoniano l’ottimo momento del movimento. Oltre al bronzo di Aouani, brillano due argenti: quello conquistato da Nadia Battocletti nei 10.000 metri, prova condotta con coraggio dalla prima all’ultima frazione, e quello firmato dalla campionessa olimpica Antonella Palmisano, seconda nei 35 chilometri di marcia dopo una battaglia corpo a corpo durata quasi tre ore sotto il sole di mezzogiorno.
Il medagliere tricolore si arricchisce inoltre del bronzo di Leonardo Fabbri nel getto del peso, ottenuto con una spallata da 21,94 metri che conferma il talento dell’azzurro in una specialità tradizionalmente dominata da giganti statunitensi e dell’Est europeo. Quattro medaglie complessive, due argenti e due bronzi, rappresentano al momento un bottino che alimenta ambizioni concrete di chiudere l’evento tra le prime nazioni del continente, rilanciando l’entusiasmo di un pubblico italiano che segue con passione le dirette dalla capitale nipponica quotidiane.
Gli altri azzurri sui 42 chilometri
Nonostante l’ultima falcata di Aouani abbia monopolizzato i riflettori, il percorso di Yohanes Chiappinelli merita uno spazio di rilievo: il primatista italiano, alla seconda esperienza mondiale sulla distanza, ha chiuso in sesta posizione con 2h10:15, nuovo miglior risultato personale in un contesto iridato. Il suo passaggio alla mezza maratona, sempre in compagnia dei migliori, ha dimostrato la solidità di un atleta che sta gradualmente costruendo un bagaglio di esperienza fondamentale per aspirare in futuro al podio più prestigioso al mondo.
Meno fortunata la prova di Yeman Crippa, costretto a concludere anzitempo la propria gara al trentaduesimo chilometro. Un piccolo cedimento fisico, sopraggiunto dopo un’avvio promettente, lo ha indotto a fermarsi per evitare conseguenze che avrebbero potuto compromettere il prosieguo della stagione. Il suo ritiro non cancella il valore di un atleta che, negli anni recenti, ha dato lustro all’atletica leggera nazionale e che, come ha dichiarato al termine, tornerà ad alzare l’asticella con rinnovato entusiasmo, già dai prossimi raduni invernali.
