La nuova strategia climatica di Amplifon innalza l’asticella della responsabilità ambientale aziendale, fissando traguardi ambiziosi di riduzione delle emissioni da qui al 2030, con l’avallo della Science Based Targets Initiative.
Una rotta validata dalla scienza
La Science Based Targets Initiative, piattaforma creata da una coalizione internazionale di realtà ambientaliste e istituzioni economiche, nasce con la missione di tradurre in numeri concreti gli impegni sul clima assunti con l’Accordo di Parigi. Il suo sigillo certifica che le strategie di decarbonizzazione aziendale sono coerenti con la traiettoria di contenimento del riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 °C, mirata preferibilmente agli 1,5 °C. Solo i programmi che superano un rigoroso esame metodologico possono essere dichiarati “science based”, collocando l’impresa tra quelle che intendono competere conservando al centro la salvaguardia del pianeta.
In questo scenario, l’approvazione del piano di Amplifon rappresenta una conferma della solidità metodologica che sostiene il programma Listening to our Planet. L’iter di validazione ha analizzato in profondità i dati di consumo energetico, la mappatura delle emissioni su tutta la catena del valore e la capacità dell’azienda di integrare gli obiettivi climatici con le scelte strategiche nei prossimi cinque anni. Tale timbro non è un mero adempimento formale, bensì diventa uno strumento di trasparenza: clienti, investitori e comunità possono verificare con facilità il percorso tracciato e misurare i progressi che seguiranno.
Il cuore del progetto Listening to our Planet
Il capitolo più tangibile della strategia è la riduzione delle emissioni Scope 1 e Scope 2, vale a dire quelle prodotte direttamente dalle attività operative e dall’energia acquistata. -42% è il taglio percentuale promesso entro il 2030 rispetto ai livelli del 2023, un arco temporale che costringe l’organizzazione a intervenire subito su efficienza energetica, approvvigionamento da fonti rinnovabili e ottimizzazione degli impianti. L’urgenza è reale: ogni anno che trascorre senza azioni decise aumenta lo sforzo richiesto per centrare il limite fissato.
Oltre al perimetro operativo diretto, il progetto rivoluziona la gestione dell’impronta climatica lungo l’intera catena del valore, mirando a un taglio del 25% sulle emissioni Scope 3. La categoria comprende un ventaglio di attività apparentemente distanti tra loro: dall’acquisto di beni e servizi ai capital goods, passando per la logistica in entrata, gli spostamenti casa-lavoro del personale, gli asset in leasing, l’energia upstream e perfino l’uso dei dispositivi da parte dei clienti o dei franchisee. Mettere mano a processi esterni che la società non controlla direttamente richiederà un dialogo serrato con partner, dipendenti e utenti finali.
Coinvolgimento della catena di fornitura
Una leva determinante per abbattere le emissioni indirette è il coinvolgimento dei fornitori. Amplifon ha fissato al 2030 l’obiettivo di avere il 44,36% dei partner, valutati in base al peso emissivo derivante dai beni e servizi che forniscono, dotati di obiettivi di decarbonizzazione riconosciuti a livello scientifico. Ciò significa che quasi un fornitore su due dovrà impegnarsi in percorsi strutturati, misurabili e verificabili, allineando le proprie politiche ambientali agli standard riconosciuti globalmente. Un risultato simile implicherà programmi di formazione tecnica, revisione dei sistemi gestionali e un monitoraggio continuo che si estenderà ben oltre la tradizionale due diligence.
Il primo passo sarà la condivisione di metriche omogenee e criteri comuni di rendicontazione, così da evitare che le singole aziende interpretino in modo difforme le linee guida scientifiche. Solo attraverso la trasparenza reciproca sarà possibile creare quel circolo virtuoso in cui l’impegno di un attore incentiva l’altro a fare lo stesso. La pressione competitiva, sommata alle aspettative di mercati e investitori, spingerà l’intera filiera a innovare prodotti, processi e servizi, generando benefici ambientali ed economici misurabili nel medio termine.
Dichiarazioni da vertice aziendale e percorso ESG
La presentazione della strategia è stata accompagnata dalle parole del Chief Executive Officer Enrico Vita, che ha rimarcato la volontà di integrare a pieno i parametri Environmental, Social and Governance nel modello di business. Secondo il manager, l’orizzonte fissato al 2030 si collocherà in continuità con il piano di sostenibilità inaugurato l’anno precedente, articolato in venti obiettivi misurabili al 2026, al 2028 e al 2030. Crescere, ma farlo responsabilmente: questo, ha sottolineato, è il cardine che guiderà le scelte strategiche nei mesi a venire.
Le sue dichiarazioni non si sono limitate a un elenco di cifre: il riferimento costante è stato al ruolo sociale di un’azienda che opera nel campo dell’udito, dove il valore creato va ben oltre il fatturato. Vita ha evidenziato come ogni miglioria ambientale possa tradursi in un servizio più accessibile, in un prodotto più efficiente e in un rapporto di fiducia più solido con clienti e comunità locali. Ridurre le emissioni, in quest’ottica, significa rafforzare la missione di ascolto – in tutti i sensi – che distingue Amplifon sul mercato.
Prospettive future e competitività
Il percorso delineato posiziona Amplifon in una fascia di imprese che non attendono l’evoluzione delle normative per muoversi, ma anticipano le trasformazioni e le traducono in vantaggio competitivo. Gli analisti stimano che, a parità di investimenti, un’impronta carbonica ridotta abbia un impatto diretto sulla riduzione dei costi energetici e indirettamente sull’immagine di marca, fattori che incidono sul valore complessivo generato per gli stakeholder. Investire oggi in decarbonizzazione equivale a immunizzare l’azienda da rischi futuri e a garantirle una reputazione solida nel lungo termine.
Guardando al domani, il successo della roadmap sarà misurato non solo tramite indicatori ambientali, ma anche attraverso la capacità di coinvolgere dipendenti, partner e comunità in un cambiamento culturale condiviso. Ciò implica formazione continua, innovazione di prodotto e una comunicazione chiara che renda tangibili i risultati raggiunti. Quando la sostenibilità diventa parte integrante dell’identità aziendale, il traguardo di una crescita inclusiva e rispettosa dell’ambiente smette di essere un sogno e si trasforma in una prassi quotidiana capace di ispirare clienti e concorrenti.
