Cinque giorni, oltre seicento voci, centinaia di incontri: la nuova edizione di Pordenonelegge si prepara a trasformare la città in un laboratorio di idee, libri e libertà dal 17 al 21 settembre. L’attesa è febbrile e l’agenda già promette sorprese.
Un cantiere di libertà e dialogo
Michelangelo Agrusti, alla guida della Fondazione Pordenonelegge.it, ha voluto imprimere alla ventiseiesima edizione un tema preciso: l’Europa come presidio dei diritti e baluardo contro ogni forma di autocrazia. L’appello si intreccia con le parole di Papa Leone XIV, invitate a riecheggiare per una pace «disarmata e disarmante», e con l’ammonimento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo cui senza cultura la libertà perde spessore. In questa prospettiva, il festival diventa una piattaforma di confronto, dove scrittori, giornalisti, scienziati e artisti offrono uno sguardo critico sul nostro tempo e rilanciano il valore del sapere condiviso.
Le cifre confermano l’ambizione: 667 ospiti, provenienti dall’Italia e da tutto il mondo, animeranno 400 eventi distribuiti in soli cinque giorni. Nel cuore della città troveranno spazio 56 anteprime assolute pensate appositamente per la rassegna e 15 mostre dislocate tra teatri, palazzi storici e luoghi all’aperto. Una geografia culturale capace di avvolgere Pordenone, alimentando un dialogo che dal centro storico si irradierà verso quartieri, biblioteche, scuole. L’inclusione non è slogan ma pratica quotidiana: giovani, studenti, lettori appassionati e semplici curiosi potranno scegliere liberamente il proprio percorso fra romanzi, inchieste, poesia, graphic novel e incontri tematici.
Una cerimonia di apertura che parla al mondo
L’inaugurazione, fissata per mercoledì 17 settembre alle 18.30 al Teatro Verdi, sarà affidata a Shirin Ebadi. La giurista iraniana, insignita del Nobel per la pace nel 2003, porterà sul palco la sua testimonianza di coraggio in difesa dei diritti umani. La sua presenza, in un momento segnato da tensioni globali, incarna l’essenza stessa del festival: offrire spazio a voci che, in molti Paesi, rischiano la repressione. La lezione di Ebadi riecheggia come un invito a non restare indifferenti, a fare dell’ascolto un motore di cambiamento collettivo.
Accanto a lei, la scena sarà condivisa con lo scrittore spagnolo Ildefonso Falcones, vincitore del Premio Crédit Agricole «La storia in un romanzo». L’autore di best seller internazionali dialogherà con il pubblico sull’importanza di intrecciare narrazione e memoria storica. Il ponte simbolico tra Iran e Spagna sottolinea la vocazione transnazionale di Pordenonelegge, pronto a ospitare universi letterari lontani per lingua ma uniti dalla medesima passione per la parola. In un solo pomeriggio, il palcoscenico restituisce l’idea di un mondo possibile in cui differenze e somiglianze diventano materia viva di confronto.
Voci dall’Europa e oltre
L’elenco degli ospiti internazionali conferma la volontà di raccontare un continente in movimento. Dalla Spagna arriverà Clara Sánchez, mentre la Francia sarà rappresentata da Paul Richardot, Olivier Guez e Julia Deck. Il Galles porterà la sensibilità poetica di William Wall, la Croazia quella dello scrittore Robert Perišić. Tra gli esordi e le anteprime più attese spicca il nuovo romanzo dell’egiziano Ala Al Aswani. Saranno giorni di intrecci linguistici, dove ogni platea potrà scoprire somiglianze sorprendenti fra mercati, periferie, sogni e disincanti, componendo un mosaico europeo vivace e plurale.
Non mancheranno le voci del dissenso. Lo scrittore ucraino Oleksii Nikitin giungerà da Kiev con un visto speciale per presentare «Di fronte al fuoco», romanzo nato dai dossier dei servizi segreti desecretati. Con lui il georgiano in esilio Boris Akunin, recentemente condannato in contumacia a quattordici anni dal Cremlino. A discutere della Russia di oggi interverranno l’ex diplomatico Alexander Baunov, lo storico Alexander Etkind, il giornalista finalista Pulitzer Yaroslav Trofimov, l’autrice Elena Kostioukovitch e la cronista Anna Zafesova. Ogni testimonianza diventerà un atto di resistenza civile che trova nel libro la sua arma più efficace.
Letteratura al crocevia del Mediterraneo
Lo sguardo si allarga verso Medio Oriente e Nord Africa, regioni oggi al centro dell’attenzione geopolitica. La scrittrice italo-palestinese Alae Al Said porterà in Friuli la sua prosa intrisa di memoria e migrazione, mentre dall’altra sponda del conflitto israelo-palestinese arriveranno lo scrittore e drammaturgo Roy Chen e il traduttore-romanziere Alon Altaras. Il loro confronto sul palco offrirà uno spazio di dialogo letterario che raramente trova eco nei negoziati politici, avvicinando lettori di provenienze diverse alle complessità di identità, lingua e appartenenza.
A completare il percorso ci sarà il nuovo libro dell’egiziano Ala Al Aswani, che con ironia e passione racconta l’Egitto contemporaneo. Il Mediterraneo, culla di civiltà ma anche frontiera di tensioni, diventerà durante il festival un grande tavolo narrativo. Le parole si faranno ponte mentre l’orizzonte marino, evocato da pagine e racconti, suggerirà l’idea di un viaggio senza confini, dove sogni di dignità, libertà e giustizia possono trovare un terreno comune tra Tel Aviv, Il Cairo, Gaza, Jaffa e Pordenone.
Lo sguardo italiano: anteprime e anniversari
Fra le anteprime nazionali spicca il nuovo lavoro di Viola Ardone, «Tanta ancora Vita», pubblicato da Einaudi. Accanto a lei, nomi popolari e amatissimi come Michela Marzano, Stefano Nazzi, Giacomo Poretti, Mario Calabresi e Vittorino Andreoli porteranno nel dibattito temi di identità, cronaca e psicologia. Ogni voce aggiungerà una sfumatura alla rappresentazione dell’Italia di oggi, un Paese allo stesso tempo inquieto e creativo, dove l’editoria resta uno dei motori vitali del confronto pubblico.
Spazio poi alle celebrazioni del 2025. Con «Supertondelli» Enrico Brizzi rende omaggio al trentennale della scomparsa di Pier Vittorio, mentre «Romanzo di famiglia», preziosa ristampa dei quaderni di Susanna Colussi, restituisce nuova luce alla saga dei Pasolini. Il Premio Letterario Friuli Venezia Giulia sarà consegnato a Giuseppe Lupo, che a Pordenonelegge presenterà «Laboratorio Pordenone». Tra pagine inedite e riscoperte, il pubblico potrà immergersi in un continuo dialogo tra passato e presente, riannodando i fili della memoria collettiva.
Una festa che viaggia
Il legame con Praga si conferma strategico: dopo tre fortunate edizioni dell’Anteprima nella capitale ceca, un gruppo di studenti giungerà a Pordenone per respirare da vicino l’atmosfera del festival, mentre il prossimo autunno la rassegna tornerà sulle rive della Moldava per una nuova tappa internazionale. La narrativa, ancora una volta, si fa passaporto, superando confini geografici e culturali. Il percorso di gemellaggio culturale dimostra come la letteratura possa rafforzare relazioni istituzionali e amicizie personali, generando scambi che proseguiranno ben oltre la chiusura dei cancelli.
Accanto agli incontri, la città ospiterà 15 esposizioni dedicate a fotografia, illustrazione, fumetto e arte contemporanea, disseminate fra musei, gallerie e spazi pubblici. Ogni mostra dialoga con il programma letterario: la parola diventa immagine, la tela diventa racconto, il visitatore si trasforma in lettore visivo. In questa fusione tra forme espressive diverse, Pordenonelegge rinnova la sua promessa di inclusività, invitando le comunità locali a riconoscersi in un evento che fa dell’immaginazione un bene condiviso.
Quando le luci dell’ultima serata si spegneranno, resterà l’eco di centinaia di voci che hanno attraversato piazze, teatri e cortili. La vera eredità del festival sarà l’impulso a cercare libri, conoscenza e confronto anche dopo la chiusura degli stand. E forse proprio in quella ricerca quotidiana si misura il successo di una manifestazione nata ventisei anni fa con l’obiettivo di trasformare la lettura in un’esperienza corale, capace di far dialogare città e mondo.
