La Spezia, 14 luglio 2025. Oggi la nuova Fondazione Polo Nazionale della Dimensione Subacquea ha tenuto la sua seduta inaugurale del consiglio di amministrazione presso il Centro di Supporto e Sperimentazione della Marina Militare, aprendo una stagione che mira a unire ricerca, industria e Difesa nell’universo underwater.
Un nuovo motore per la cooperazione pubblico-privata
La scelta di inquadrare il Polo in una fondazione di partecipazione, priva di scopo di lucro e orientata all’interesse generale, nasce dall’esigenza di dotare l’Italia di un perno istituzionale solido e snello al tempo stesso. Ministero della Difesa e Difesa Servizi, soci fondatori, hanno voluto un modello capace di attrarre università, centri di ricerca, aziende e Pubblica Amministrazione, consentendo a tutti di condividere risorse, know-how e idee in un settore nel quale la competizione internazionale corre veloce. Una formula flessibile ma al tempo stesso rigorosa, studiata per dare continuità agli investimenti e offrire una casa comune alle eccellenze subacquee nazionali.
Fin dall’atto costitutivo, la Fondazione si è posta l’obiettivo di convogliare sotto un’unica regia quattro anime tradizionalmente separate: quella civile, quella industriale, quella scientifica e quella militare. È un cambio di prospettiva importante, perché la catena del valore dell’underwater non segue più linee parallele ma si intreccia in un ecosistema dove le idee di un laboratorio universitario possono dialogare con la domanda operativa della Difesa e, al contempo, trasformarsi in prodotto grazie alla capacità produttiva di piccole e grandi aziende. In questo modo le sinergie divengono strutturali e non episodiche, generando vantaggi competitivi misurabili.
La governance: figure di rilievo e ruoli strategici
La guida del nuovo organismo è affidata a personalità con esperienze complementari che riflettono l’approccio multi-dominio del progetto. Al vertice del CdA siede Roberta Pinotti, già ministro della Difesa, la cui conoscenza dei meccanismi istituzionali garantisce continuità fra indirizzo politico e traguardi operativi. Al suo fianco opera come vice presidente Luca Andreoli, amministratore delegato di Difesa Servizi, voce che incarna l’anello di congiunzione fra Pubblica Amministrazione e mercato. Il board si completa con Barbara Caputo, direttrice del Centro di Eccellenza sull’Intelligenza Artificiale del Politecnico di Torino, e con Cristiano Ghirlanda, manager con radici profonde nell’imprenditoria ligure e nella finanza filantropica. Questa scelta, volutamente eterogenea, risponde all’esigenza di mescolare competenze tecnologiche, manageriali e accademiche.
Al loro fianco trova posto il Collegio dei Revisori dei Conti, organo di vigilanza finanziaria, insieme al direttore generale e all’assemblea dei soci fondatori, che assicurano trasparenza e partecipazione diffusa. Presente alla riunione inaugurale, l’ammiraglio Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ha assunto il ruolo di presidente onorario, siglando il legame indissolubile fra Forze Armate e comunità scientifica. Il suo intervento ha sottolineato come la crescita del polo passi da una leadership condivisa, capace di coniugare rigore militare e spinta innovativa. L’architettura di governance così definita offre un equilibrio tra controllo pubblico, apertura al mondo privato e autonomia operativa, elementi ritenuti essenziali per navigare in un dominio complesso quale quello subacqueo.
Obiettivi tecnici e industriali del Polo
Tra le missioni assegnate al Polo Nazionale della Dimensione Subacquea spicca la volontà di consolidare un vero e proprio laboratorio d’innovazione permanente dedicato a tecnologie, procedure e sistemi per le operazioni sotto la superficie del mare. Ciò significa sostenere programmi di ricerca tecnico-scientifica avanzata, promuovere l’utilizzo duale, civile e militare, dei risultati e garantire la circolazione di competenze in ambiti che vanno dalla robotica alle telecomunicazioni subacquee. L’obiettivo dichiarato è far maturare un vantaggio competitivo che rafforzi la sicurezza nazionale e, allo stesso tempo, stimoli la crescita economica.
L’intento di proteggere e valorizzare la proprietà intellettuale prodotta dalla filiera costituisce un altro tassello centrale. In un contesto dove brevetti, algoritmi e know-how pesano quanto le infrastrutture navali, la Fondazione agirà da custode e da acceleratore, assicurando che le scoperte restino in mani italiane, ma trovino sbocco rapido sul mercato internazionale. Le parole di Andreoli durante la seduta inaugurale hanno ribadito che il successo del polo passa dalla capacità di rendere questa tutela compatibile con un accesso aperto e collaborativo. Solo così il Paese potrà assumere un ruolo di primo piano nel Mediterraneo e nell’Europa dell’innovazione subacquea.