Oltre settanta opere di più di quaranta artisti cinesi arrivano a Roma per intrecciarsi con i capolavori italiani del Novecento: dal 15 luglio al 14 settembre 2025 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea ospita “2025 East and West: International Dialogue Exhibition – From Shanghai to Rome”.
Una conversazione visiva tra Roma e Shanghai
Il progetto nasce da un’intesa tra il curatore italiano Gabriele Simongini e la collega cinese Zhang Xiaoling, con l’intento di costruire un ponte fatto di immagini, materiali e idee tra le due sponde culturali. Le sale della Gnamc diventano così un luogo in cui la creatività legata all’Accademia di Belle Arti di Shanghai si misura con la collezione storica italiana, mettendo a confronto visioni che, pur provenendo da contesti lontani, condividono la stessa urgenza di interrogarsi sul presente. Il dialogo non è mai un gesto scontato, ma un esercizio che chiede coraggio, apertura e ascolto reciproco.
In questa cornice, la mostra si sviluppa come un cammino di scoperta reciproca, in cui le opere cinesi rivelano la loro storia di sperimentazione e modernità mentre i lavori italiani mostrano una vitalità che va oltre i confini cronologici. Roma, con il suo impareggiabile patrimonio, offre lo sfondo ideale per una narrazione che coinvolge il pubblico in un viaggio temporale, dal futurismo di inizio secolo alle ricerche più recenti. Affacciarsi a questo allestimento significa comprendere come le differenze possano trasformarsi in risorse comuni.
Tre capitoli tematici per un racconto in espansione
Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni progressive. “Riflessi dello Spazio-Tempo” indaga la maniera in cui artisti cinesi e italiani hanno reagito alla modernizzazione, studiando la ricostruzione dell’identità culturale in bilico tra tradizione e contemporaneità. Le opere esposte testimoniano collisioni visive che combinano pennellate di memoria con materiali inediti, invitando i visitatori a riconoscere e superare i punti di contatto e di distanza. L’osservatore è chiamato a riflettere su come lo scorrere del tempo plasmi non solo le città, ma anche gli sguardi che le abitano.
La seconda sezione, intitolata “Espansione del Pensiero”, sposta l’attenzione sulla metamorfosi dei media e dei linguaggi concettuali. Sculture, installazioni e pitture costruttive trasformano la “materialità” stessa in metafora, rivelando come il processo creativo possa diventare un laboratorio di idee che tocca la struttura profonda del reale. Il terzo capitolo, “Generazione dell’Immaginario”, parla invece di memorie urbane e narrazione individuale: le opere si radicano nelle peculiarità locali per restituire visioni intime e collettive, dimostrando che ogni racconto personale può diventare specchio di una condizione universale.
L’ammirazione reciproca e le parole dei curatori
“L’arte si alimenta di contaminazioni”, osserva la direttrice Renata Cristina Mazzantini, spiegando come un museo pubblico debba promuovere l’incontro tra esperienze differenti. La stessa convinzione anima le scelte di Simongini, secondo cui l’interesse cinese per i capolavori italiani non si limita al Rinascimento, ma abbraccia anche capitoli novecenteschi spesso sottovalutati in patria. Da parte cinese, il team curatoriale sottolinea l’esigenza di un dialogo paritario, capace di preservare l’identità di ciascun autore pur all’interno di uno scambio intenso.
Gli organizzatori insistono sull’urgenza di costruire un terreno comune in un’epoca di globalizzazione accelerata. La sfida, ricordano, è mantenere la ricchezza delle radici culturali senza bloccare la crescita di nuovi linguaggi. In questo senso, “East and West” si propone come un dispositivo critico: una lente attraverso la quale interpretare la modernità, la complessità del presente e il bisogno di creare ponti reali. Le opere, disposte in un costante rimando reciproco, dimostrano che l’identità non è una gabbia, bensì uno spazio di possibilità.
Maestri italiani e voci cinesi: una selezione di nomi
Accanto alle creazioni provenienti da Shanghai, il pubblico ritroverà pezzi emblematici di autori italiani che hanno segnato il secolo scorso, da Giacomo Balla e Umberto Boccioni a Amedeo Modigliani, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi. Il percorso prosegue con le sperimentazioni di Alberto Burri, Lucio Fontana, Jannis Kounellis e Mario Schifano, testimoniando una vitalità che attraversa epoche e movimenti.
La ricognizione prosegue con protagonisti più vicini a noi come Maurizio Cattelan, Rudolf Stingel e Vanessa Beecroft, oltre alle ricerche di autori emergenti quali Daniela De Lorenzo, Alessandro Piangiamore, Emanuele Becheri e Davide Rivalta. Dall’altro lato, l’ampio gruppo di artisti cinesi – tutti legati, in modo più o meno diretto, all’Accademia di Shanghai – porta con sé visioni che oscillano tra introspezione individuale e riflessioni collettive, completando un mosaico in cui nessuna tessera brilla da sola, ma tutte insieme costruiscono un’immagine nuova.
Date, luogo e percorso espositivo
“2025 East and West: International Dialogue Exhibition – From Shanghai to Rome” è visitabile alla Gnamc dal 15 luglio al 14 settembre. La mostra si snoda nelle principali gallerie del museo, integrandosi con il percorso permanente e invitando il pubblico a una lettura incrociata tra i diversi nuclei di opere. Chi percorre le sale può così cogliere corrispondenze, contrasti, sussurri e risonanze che non si esauriscono al termine della visita, ma continuano a riecheggiare nella memoria.
Ogni sezione è stata pensata per mettere il visitatore al centro di un’esperienza coinvolgente, che procede per intuizioni, accostamenti e rimandi storici. Il layout espositivo, studiato per enfatizzare sia le grandezze monumentali sia gli interventi più intimi, facilita un dialogo spontaneo tra opere e osservatori. Uscendo, lo spettatore porta con sé la consapevolezza che il linguaggio dell’arte, pur nato in contesti diversi, riesce sempre a trovare un codice comune capace di unire sguardi lontani nel segno della creatività.