Una colonna di fumo improvvisa ha interrotto il traffico ferroviario della Capitale in un caldo sabato di luglio, costringendo migliaia di passeggeri a lunghe attese e cancellazioni, mentre nello stesso pomeriggio la Sardegna lottava contro decine di roghi che lambivano case e campagne.
Fiamme lungo la Salaria: cronaca di un pomeriggio critico
Il rogo è nato poco dopo le 14 in un terreno privato lungo via Salaria, nella zona di Fidene, dove sterpaglie secche e vento teso si sono combinati in un mix esplosivo. In pochi minuti le fiamme hanno superato le recinzioni, raggiungendo l’area ferroviaria fra Roma Tiburtina e Settebagni, ossia il tratto cardine dell’Alta Velocità sulla direttrice nord. Il fumo denso ha ridotto la visibilità, costringendo i sistemi di sicurezza a bloccare ogni convoglio. Due squadre dei vigili del fuoco e una grande autobotte hanno presidiato il perimetro per impedire che l’incendio si espandesse verso edifici e depositi, ma la priorità è stata tenere lontane le fiamme dai cavi elettrici e dalle apparecchiature di segnalamento.
Mentre le sirene squillavano, alle 15.40 la circolazione è stata sospesa simultaneamente sulla linea ad Alta Velocità, sulla Direttissima e sulla convenzionale. Il blocco totale è durato alcuni, lunghissimi, minuti, finché il fronte del fuoco non è stato circoscritto. Alle 16.10 i treni tradizionali hanno potuto ripartire, seppure con rallentamenti imposti per ragioni di sicurezza, mentre i tecnici di Rfi hanno ispezionato binari, scambi e canaline elettriche per verificare eventuali danni. Soltanto alle 17.30 è arrivato il via libera anche per i convogli ad Alta Velocità, quando era ormai chiaro che l’infrastruttura non presentava criticità strutturali.
Conseguenze sulla mobilità ferroviaria e ripercussioni per i passeggeri
L’arresto improvviso del traffico ha innescato un effetto domino su tutta la rete, in particolare verso Firenze e le altre destinazioni del Centro-Nord. Molti treni sono stati dirottati su percorsi più lenti, altri hanno accumulato ritardi via via crescenti, superando in diversi casi le due ore. Il vero disagio, però, lo hanno vissuto i viaggiatori cui il treno è stato cancellato del tutto, in un fine settimana di luglio tradizionalmente affollato da turisti e italiani in partenza. I tabelloni di Roma Termini e Tiburtina hanno iniziato a lampeggiare con annunci in rapida successione, mentre le banchine si riempivano di persone in cerca di informazioni.
Nonostante il graduale ripristino della circolazione, l’onda lunga dei ritardi ha continuato a pesare sulla giornata. I convogli provenienti da sud sono stati costretti a procedure di ingresso contingentate; quelli diretti a nord hanno dovuto attendere la liberazione dei slot orari saltati nelle prime fasi dell’emergenza. In serata, la situazione ha iniziato a normalizzarsi, ma i tempi di viaggio sono rimasti dilatati e molti passeggeri hanno scelto mezzi alternativi o soluzioni di trasporto su gomma. L’episodio ripropone la vulnerabilità delle infrastrutture strategiche di fronte a fenomeni che, con l’estate, diventano purtroppo più frequenti.
La stessa emergenza sull’isola: trentuno incendi in Sardegna
Quasi in parallelo, la Sardegna ha vissuto una giornata altrettanto complessa, con circa trenta focolai diffusi su tutto il territorio regionale. In undici casi si è reso indispensabile l’intervento di mezzi aerei, fra cui elicotteri e Canadair della flotta nazionale, a supporto delle squadre di terra. La zona più critica è stata Carbonia, nel sud-ovest, davanti alle isole di Carloforte e Sant’Antioco. Qui le fiamme, spinte dal maestrale, hanno minacciato abitazioni e un campo rom ai margini della città, costringendo i residenti a un pomeriggio di apprensione.
Sempre nel Sulcis, a San Giovanni Suergiu, un elicottero e due Canadair hanno lavorato per contenere un rogo partito da un canneto, tanto vicino alle case da far scattare l’evacuazione di una decina di persone disposta dalla sindaca. Il bilancio finale parla di ettari di vegetazione bruciata, strutture sfiorate dalle fiamme e un grande spiegamento di uomini e mezzi. Le autorità regionali invitano i cittadini alla massima prudenza, ricordando che la minima disattenzione può trasformarsi in un incendio violento, con ripercussioni immediate sulla sicurezza e sui collegamenti insulari.