Il percorso professionale di Jon Watts potrebbe imboccare presto una nuova direzione: il cineasta che ha portato sul grande schermo la trilogia di Spider-Man è in trattative per sedersi dietro la macchina da presa di Muppet Man, biopic dedicato al genio di Jim Henson, padre di The Muppet Show e di Sesame Street.
La lunga attesa di Muppet Man e il copione firmato Chris Weitz
Da tempo le voci corrono lungo i corridoi degli studios: Muppet Man, sceneggiato da Chris Weitz, aspetta da oltre dodici mesi l’autore giusto che sappia trasformare quelle pagine in immagini memorabili. L’opera ambisce a restituire il ritratto intimo e, insieme, grandioso di Jim Henson, colui che ha cambiato per sempre il linguaggio dell’intrattenimento televisivo con i suoi pupazzi. Secondo fonti interne, il copione intreccia momenti di comicità disarmante e riflessioni sull’arte della puppetry, esplorando tanto le sperimentazioni universitarie di Henson quanto i primi approcci alla televisione locale. L’obiettivo è mostrare l’uomo dietro le stoffe colorate, la mente che offriva personalità e voce a ogni personaggio di The Muppet Show.
L’arco temporale coperto dalla storia, raccontano gli addetti ai lavori, si spinge fino alla consacrazione internazionale ottenuta con Sesame Street e con gli speciali televisivi in tutto il mondo. Non mancheranno, se il progetto vedrà la luce, le parentesi sull’ingresso di Henson nell’immaginario collettivo degli anni Settanta, quando la platea globale iniziò a riconoscere immediatamente Kermit, Miss Piggy e compagni. Come reagirà il pubblico, oggi, all’idea di rivivere quell’epopea? Il film cercherà di rispondere collegando piccole intuizioni artigianali a un impero mediatico in continua espansione, restituendo il sapore di un’epoca fatta di studio, esperimenti e una tenacia fuori dal comune.
Jon Watts e la necessità di rialzarsi dopo Wolfs – Lupi solitari
Per Jon Watts questo progetto rappresenta molto più di una semplice opportunità lavorativa: arriva dopo il tonfo imprevisto di Wolfs – Lupi solitari, produzione Apple interpretata da George Clooney e Brad Pitt che non è riuscita a conquistare pubblico e critica. Il regista, abituato a incassi miliardari con il suo Spider-Man, ha dovuto incassare un risultato tiepido, quasi gelido. Chiunque lavori nell’industria sa che un passo falso può rallentare la corsa, ma non deve per forza definirla. Ecco perché la scelta di un biopic familiare e dal forte potenziale emotivo potrebbe rivelarsi strategica: cambiare registro, emozionare senza esplosioni, rimettere al centro del racconto le persone e non i superpoteri.
La sfida, però, è tutt’altro che semplice. Passare da inseguimenti ad alta quota e costumi tecnologici a storie di stoffa, cuciture e invenzioni manuali significa sposare un ritmo del tutto diverso, più delicato, quasi artigianale. Watts dovrà dimostrare di possedere la sensibilità necessaria per illuminare il percorso umano di Henson senza banalizzarlo. Riuscirà a trasmettere quella meraviglia che si prova quando si muove per la prima volta una marionetta davanti alla macchina da presa? Solo la regia potrà rispondere, ma l’industria osserva con attenzione, consapevole che il regista, quando motivato, ha già saputo sorprendere in passato.
Disney osserva da vicino: accordo first-look e casting ancora top secret
Pochi mesi fa Disney ha siglato con Jon Watts un accordo di first-look: in sostanza, ogni sua nuova idea transita prima negli uffici di Burbank, dove si valuta se svilupparla o lasciarla libera. Muppet Man, a quanto trapela, rientrerebbe proprio in questo pacchetto, replicando una dinamica che lo studio ha già sperimentato con J.J. Abrams. La major, custode dei Muppet sin dagli anni Novanta, sogna da tempo di riportare quelle icone in sala con un taglio moderno ma rispettoso. Perciò l’eventuale firma di Watts verrebbe accolta con entusiasmo, offrendo al regista risorse e, insieme, una notevole pressione sulle spalle.
Se la regia è in trattativa, il volto di Jim Henson resta per ora avvolto nel mistero. Le indiscrezioni parlano di un «nome altisonante», ma nessuno, tra agenti e addetti ai lavori, si azzarda a fare il primo nome. Chi potrebbe incarnare quell’ironia gentile, quell’energia contagiosa e, allo stesso tempo, quell’attitudine quasi zen che Henson emanava sul set? L’attesa alimenta la curiosità del pubblico, convinto che la scelta dell’attore determinerà in larga misura il grado di credibilità dell’intero progetto. Nel frattempo, i fan s’interrogano e, sui social, si moltiplicano le liste dei desideri.
Dal Sundance al Marvel Cinematic Universe: l’evoluzione artistica di Watts
Prima di volare insieme a Peter Parker tra i grattacieli di New York, Jon Watts aveva mosso i primi passi nell’horror indipendente con Clown e poi con Cop Car, presentato al Sundance. Quelle opere, realizzate con budget contenuti, mettevano già in luce un’attenzione maniacale al ritmo e alla costruzione della tensione. Lì, nelle pieghe di storie che respiravano polvere e asfalto, si intravedeva la determinazione di un cineasta deciso a non restare nell’ombra. La chiamata di Marvel Studios lo ha catapultato al centro dell’arena, regalandogli la responsabilità di una trilogia capace di incassare miliardi e di rilanciare il personaggio di Spider-Man per una nuova generazione di spettatori.
Ora, archiviata la parentesi supereroistica e metabolizzata la delusione di Wolfs – Lupi solitari, Watts si trova davanti a un bivio creativo. Continuerà sulla via dei blockbuster adrenalinici o sceglierà di approfondire racconti più intimi, come quello di Jim Henson? «Muppet Man» gli offre la possibilità di combinare abilità tecniche acquisite con i kolossal a un tono caloroso, quasi domestico, incentrato su personaggi che vivono grazie alle mani, alle voci e alla fantasia di un artista irripetibile. Una scommessa, certo, ma anche la chance di ricordare al grande pubblico che, dietro gli effetti speciali, esistono ancora storie fatte di passione, tenacia e sorrisi di feltro.