Un accordo siglato oggi a Torino unisce l’esperienza di GO fit e il rigore accademico dell’Università di Torino. L’obiettivo è quantificare, con criteri scientifici, quanto il movimento quotidiano possa incidere sulla salute pubblica e sull’economia sociale, partendo dal nuovo centro GO fit di Mercato dei Fiori.
Un’intesa che parte da Torino per cambiare il concetto di benessere
Il 10 luglio 2025 ha visto la firma di una collaborazione destinata a ridefinire il modo in cui si parla di prevenzione e salute in Italia. Da un lato c’è GO fit, realtà spagnola attiva da oltre quindici anni nella promozione di stili di vita salutari; dall’altro, il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino, guidato dal Vicerettore e docente Alberto Rainoldi. L’accordo stabilisce una sinergia continuativa che prevede la realizzazione di studi scientifici, a partire dal progetto pilota all’interno del complesso GO fit Mercato dei Fiori. Le due parti intendono dimostrare, con evidenze solide, i benefici che un’attività fisica strutturata può generare sui singoli cittadini e, di riflesso, sull’intera comunità.
A rendere l’intesa particolarmente significativa è la scelta di adottare un’approccio orientato ai risultati concreti. GO fit, che già opera in Spagna con numerosi club e migliaia di soci, porta a Torino un metodo integrato fondato su programmi di allenamento personalizzati, supporto nutrizionale, cura del riposo e sostegno motivazionale. La partnership universitaria permetterà di monitorare la ricaduta di questi percorsi non solo sul benessere dei partecipanti, ma anche sui costi che il sistema sanitario sostiene per la prevenzione e la cura di patologie croniche legate alla sedentarietà. Misurare per poter migliorare diventa il mantra di un progetto che punta a un impatto tangibile e misurabile.
Un modello di allenamento basato sulla scienza
Alla base del metodo GO fit c’è la convinzione che ogni persona debba ricevere un servizio su misura, capace di evolvere con il tempo. Tutto comincia con il Vital Capacity Test, uno screening che valuta capacità cardiorespiratoria, composizione corporea, abitudini quotidiane e qualità del sonno. I dati raccolti vengono elaborati da trainer specializzati che definiscono obiettivi realistici e periodici, creando allenamenti che coniugano esercizio cardiovascolare, forza, flessibilità e mindfulness. Chi entra nel club non riceve un programma standard, ma un percorso cucito addosso alle proprie esigenze, monitorato e riadattato in corso d’opera.
Questa visione personalizzata è consolidata da anni di ricerca internazionale. Il centro di ricerca GO fit LAB, in collaborazione con l’Universidad Rey Juan Carlos di Madrid e l’Hospital Clínico San Carlos, ha già studiato l’impatto dell’attività fisica in contesti clinici complessi, come il trattamento del tumore al seno nelle donne. Tali esperienze hanno dimostrato che un approccio scientifico all’esercizio può migliorare la qualità di vita e ridurre il rischio di recidive. Il nuovo progetto torinese si inserisce in questa linea, trasferendo conoscenze consolidate in un contesto urbano e aperto a cittadini di tutte le età.
L’analisi SROI: tradurre il movimento in valore concreto
Elemento cardine della collaborazione è la valutazione SROI (Social Return on Investment), una metodologia che converte in indicatori economici e sociali i risultati ottenuti da un’iniziativa. Nel caso del centro di Mercato dei Fiori, verranno confrontati i costi dei programmi di allenamento con i benefici generati: minori assenze lavorative, riduzione di prescrizioni farmacologiche, calo degli accessi ospedalieri e miglioramento della qualità della vita percepita. L’obiettivo non è solo dimostrare che allenarsi fa bene, ma quantificare in euro e benessere il valore del cambiamento.
Il Dipartimento di Scienze Mediche si occuperà di raccogliere dati clinici, demografici e socio-economici degli utenti per effettuare una stratificazione del rischio sanitario. Questa classificazione consentirà di associare ogni partecipante a un profilo specifico e di personalizzarne ulteriormente il percorso. Sarà poi possibile stimare, con modelli predittivi, la probabilità di sviluppare patologie croniche e valutare quanto l’esercizio regolare ne riduca l’incidenza. La trasparenza dei risultati garantirà un monitoraggio costante, favorendo eventuali correzioni di rotta.
Voci dai protagonisti: la missione oltre i numeri
Il Vicepresidente Alfonso Arroyo ha evidenziato come l’accordo non risponda a una logica meramente espansionistica: «Il nostro ingresso in Italia vuole essere sinonimo di cambiamento culturale. Aprire un centro non basta; dobbiamo dimostrare con dati incontrovertibili che il nostro metodo crea salute, economia e fiducia». Arroyo sottolinea che la partnership con l’Università di Torino rappresenta una garanzia di indipendenza scientifica e una promessa di trasparenza verso soci, istituzioni e investitori. L’analisi SROI diviene così lo strumento per coniugare efficace gestione d’impresa e impatto sociale.
Dall’altra parte, il professor Alberto Rainoldi ribadisce il ruolo dell’Università come ponte tra ricerca e cittadinanza. «Negli ultimi anni abbiamo dedicato numerose risorse a iniziative di welfare interno. Collaborare con un operatore privato che chiede evidenze scientifiche, non opinioni, ci permette di estendere queste conoscenze a tutta la comunità», spiega il docente. Rainoldi ritiene che il dialogo costante con il territorio e il mondo imprenditoriale sia il modo più efficace per rendere l’accademia un motore di progresso reale e non un’entità avulsa dalle esigenze quotidiane.
Verso un ecosistema pubblico-privato per la salute collettiva
L’accordo fra GO fit e Università di Torino rappresenta un caso emblematico di collaborazione virtuosa fra settore pubblico e privato. Il Dipartimento garantirà rigore metodologico, indipendenza nell’analisi e divulgazione dei risultati, mentre GO fit metterà a disposizione infrastrutture, know-how e database di utenti. Quando due realtà così diverse convergono su obiettivi comuni, si crea un terreno fertile per innovazioni che nessuna delle due, da sola, riuscirebbe a realizzare. Il successo dell’iniziativa potrà fungere da modello replicabile in altre città, contribuendo a contenere la spesa sanitaria e a diffondere una cultura del movimento basata sui fatti.
Sono già in corso colloqui per estendere la ricerca a ulteriori ambiti accademici, dalle scienze dell’alimentazione alla psicologia comportamentale, con l’intento di disegnare percorsi sempre più completi e interdisciplinari. L’apertura ufficiale dei centri GO fit a Torino segnerà l’inizio di una piattaforma di dati e best practice accessibile a istituzioni, associazioni e policy maker. Se, come sostengono gli esperti, la salute è il risultato di una somma di scelte quotidiane, questa partnership intende fornire a ogni singolo cittadino gli strumenti per compiere scelte consapevoli, misurabili e, soprattutto, condivise.