Quando Ed Helms firmò per il ruolo che l’avrebbe catapultato nel caos di Una notte da leoni, temeva più lo sguardo di casa sua che quello della critica. Il successo esplose all’improvviso, ma, dietro i riflettori, la domanda rimaneva: «Cosa penseranno mamma e papà?».
Il dilemma familiare di Ed Helms
Essere cresciuto nel profondo Sud degli Stati Uniti significava muoversi in una famiglia progressista nelle idee, ma rigorosamente prudente nei costumi. «Non mi hanno allevato per finire in un film così sfrenato», ammette oggi l’attore, consapevole della distanza tra quell’educazione e le disavventure alcoliche di Las Vegas. Prima di allora, le incursioni satiriche a The Daily Show e la vita d’ufficio di The Office erano parse già audaci, eppure nessuna di quelle esperienze aveva scosso tanto le sue certezze come il copione di Todd Phillips del 2009.
Nel film Helms veste i panni del dentista Stu Price, immagine di integrità che implode dopo una notte di follia: un dente perduto, un matrimonio lampo, un tatuaggio sulla faccia. La comicità nasce dal contrasto tra apparenza e realtà, lo stesso dissidio che tormentava l’attore fuori dal set; mentre recitava accanto a Bradley Cooper, Zach Galifianakis e Justin Bartha, continuava a chiedersi come i suoi genitori avrebbero reagito a quell’alter ego tanto lontano dalla compostezza di famiglia.
Dall’ansia della première al sollievo di un abbraccio
Aveva trentacinque anni e un curriculum già solido, ma la sera della première di Una notte da leoni sentiva lo stomaco annodarsi. Invitò i genitori a Los Angeles, si sedette qualche fila dietro di loro e passò la proiezione a interpretarne ogni minimo gesto. Stavano ridendo o si stavano scandalizzando? Lo avrebbero rimproverato quando le luci si fossero riaccese? Per due ore, dice, il tempo si fermò come mai era accaduto durante le riprese o sul palco di una comedy club.
Quando arrivò il momento dei titoli di coda, la madre si voltò con le lacrime sul viso. Il cuore di Helms si gelò, convinto di averla delusa. Invece lei lo raggiunse, lo strinse forte e sussurrò: «È stato così divertente». Quell’abbraccio cancellò anni di timori: le battute al limite, le scene più irriverenti, persino l’immagine di Stu con il sorriso sdentato non erano più motivo di vergogna. In quel preciso istante, racconta, capì che la famiglia non gli stava voltando le spalle, ma celebrava il suo talento.
Il significato di un successo planetario
Diretto da Todd Phillips, il film incassò 469,3 milioni di dollari nel mondo, trasformando una commedia di amici in un fenomeno culturale e aprendo la strada a due sequel. Per Helms, il vero traguardo non fu soltanto quel numero vertiginoso, ma la consapevolezza di aver varcato un confine personale: da attore televisivo a protagonista di una saga cinematografica, sostenuto – e non giudicato – proprio da chi temeva di deludere.
Oggi, ripensando a quella notte vissuta sullo schermo e fuori, l’attore lancia una riflessione quasi a mo’ di domanda: quante opportunità perdiamo per il timore di non essere all’altezza delle aspettative familiari? La storia di Una notte da leoni dimostra che, nel pieno del caos, può nascere il momento in cui le paure si trasformano finalmente in coraggio.