Una nuova era di governo e responsabilità sociale si apre per Fondazione Banco Alimentare Ets: Marco Piuri assume la presidenza, affiancato dal vicepresidente Pietro Maugeri e dal direttore generale Donato Didonè, con l’obiettivo di potenziare il recupero delle eccedenze alimentari e contrastare la crescente povertà nutrizionale.
Un nuovo ciclo di governo per Banco Alimentare
La prima riunione del nuovo Consiglio di Amministrazione, in carica per il triennio 2025-2028, ha sancito un passaggio cruciale nella storia della Fondazione. Piuri, classe 1960, succede a Giovanni Bruno, traghettatore dell’organizzazione attraverso un decennio segnato dalla pandemia e dalle successive crisi economiche e sociali. Con il sostegno del vicepresidente Maugeri, commercialista e guida di Banco Alimentare Sicilia, e di un board composto da professionisti provenienti dall’universo accademico, industriale e consulenziale, la governance punta a rafforzare la capacità di risposta dell’ente, consolidandone il profilo di riferimento nel Terzo Settore italiano.
La figura del nuovo presidente porta con sé un curriculum costruito fra incarichi dirigenziali in aziende quotate e responsabilità maturate su scala internazionale. Laureato in Economia e Commercio alla Cattolica di Milano, Piuri è riconosciuto per la capacità di abbinare rigore gestionale, visione strategica e un’attenzione non negoziabile alla dimensione umana. Nella sua dichiarazione di insediamento ha parlato di riconoscenza per un patrimonio lungo oltre trent’anni e di una sfida da rinnovare senza timori, perché i bisogni cambiano e chiedono alle organizzazioni di evolvere con rapidità, coraggio e trasparenza.
Le priorità strategiche delineate dal vertice
La povertà alimentare, in vertiginoso aumento dopo la recente congiuntura internazionale, rappresenta il primo tema sull’agenda del presidente. Piuri ha annunciato la volontà di «innovare, collaborare, agire con efficacia e responsabilità» per moltiplicare le occasioni di recupero lungo l’intera filiera, dal campo alla tavola. Questa visione richiede un salto di scala sia nel dialogo con i produttori sia nell’interazione con la logistica, perché ogni pasto salvato dall’invenduto si traduce in dignità restituita alle persone. La Fondazione intende perciò revisionare i processi interni e intensificare il proprio network operativo.
In quest’ottica si colloca l’obiettivo di espandere la cooperazione con 7.600 strutture caritative convenzionate, autentico presidio di prossimità che oggi permette di raggiungere circa 1.800.000 beneficiari. Il piano, nelle intenzioni del vertice, non si limita a distribuire cibo, ma punta a generare una cultura della condivisione, capace di coinvolgere imprese, istituzioni e comunità locali. Incrementare i volumi di recupero, quindi, significa anche costruire nuove alleanze, rafforzare quelle esistenti e affermare un modello di economia circolare declinato sui valori della solidarietà.
Il ruolo operativo di Donato Didonè
Sul fronte operativo la responsabilità passa a Donato Didonè, manager che ha sviluppato un’approfondita competenza nel settore agroalimentare, prima come dirigente di aziende di produzione e poi all’interno delle reti di distribuzione. Nominato direttore generale, Didonè porta in dote una conoscenza puntuale delle dinamiche di filiera e una rete di relazioni capace di aprire nuove strade al recupero di eccedenze. La sua visione mira ad aumentare l’efficienza logistica, con particolare attenzione alla qualità dei prodotti destinati alle persone vulnerabili oggi.
A conferma di questa impostazione internazionale, dal giugno 2024 Didonè riveste anche l’incarico di delegato di Banco Alimentare presso la Federazione Europea dei Banchi Alimentari. Il confronto continuo con analoghe realtà continentali consente di importare buone pratiche, strumenti digitali e modelli di misurazione dell’impatto, che verranno adattati al contesto nazionale con l’obiettivo di ampliare la quantità di cibo recuperato e di ridurre gli sprechi. Il risultato atteso è un sistema più resiliente, pronto ad affrontare le sfide che il mutato scenario economico pone alle organizzazioni non profit.
Un Cda multidisciplinare al servizio della missione
Accanto a presidente, vicepresidente e direttore generale, il nuovo Consiglio di Amministrazione schiera profili che riflettono un’ampia gamma di competenze. Leonardo Berni porta l’esperienza di Banco Alimentare Toscana e le abilità di chief financial officer; Francesco Gerardo Falcone integra la prospettiva dell’imprenditoria alberghiera calabrese; Emiliano Galbiati offre gli strumenti della consulenza strategica; Manuela Kron arriva dal vertice delle relazioni istituzionali di una multinazionale dell’alimentazione; Daniele Sacco, Pasquale Seddio e Alessandro Tuzzi garantiscono competenze in risorse umane, economia aziendale e controllo di gestione. Un mosaico destinato a valorizzare ogni tassello della missione.
La pluralità di prospettive consente all’organo collegiale di analizzare i problemi con lenti differenti, elaborare soluzioni integrate e prendere decisioni tempestive. Proprio la sinergia fra visione finanziaria, know-how produttivo, ricerca accademica e gestione delle risorse umane rappresenta la leva con cui Banco Alimentare intende affrontare le difficoltà del presente e trasformarle in opportunità di innovazione sociale. Il mandato del triennio 2025-2028, inoltre, si propone di misurare in modo trasparente i risultati, rendendo conto a donatori e beneficiari dell’impatto generato sul piano ambientale, economico e, soprattutto, umano.