Il crescente allungamento della vita sta ridisegnando non soltanto le aspettative personali, ma anche i modelli economici e professionali di intere generazioni. Il libro «La rivoluzione della longevità» indaga come le imprese possano trasformare questa sfida in valore, ripensando ruoli, formazione e welfare in un mercato del lavoro destinato a includere lavoratori sempre più maturi.
Un Paese che invecchia ma resta prigioniero di modelli obsoleti
Quando si osserva la curva demografica italiana, emerge un dato che dovrebbe scuotere le strategie di governo e di impresa: entro il 2040, gli ultrasessantenni, e in particolare gli over cinquanta, assorbiranno oltre tre quarti della spesa per consumi. Nonostante ciò, i manuali di marketing, le campagne di recruiting e perfino l’organizzazione degli uffici continuano a ruotare attorno a un ideale di lavoratore giovane, inflessibile e sempre disponibile a cambiare città e orari. Un mismatch la cui portata economica rischia di superare qualsiasi crisi congiunturale.
La rivoluzione della longevità parte proprio da questa frattura tra numeri e realtà quotidiana, mostrando come l’ostinazione a ignorare i maturi non sia soltanto ingiusta sul piano etico, ma miope dal punto di vista finanziario. Ogni anno che un professionista esperto viene spinto verso un pensionamento precoce brucia decenni di capitale umano, relazioni e know-how. Eppure le policy pubbliche, dominate dal timore per la sostenibilità dei sistemi pensionistici, preferiscono tagliare piuttosto che rigenerare, dimenticando che esperienza e innovazione possono convivere, se adeguatamente orchestrate.
Ritratti di un senior che non accetta il pensionamento forzato
Nel volume, gli autori raccontano l’emergere di un profilo di senior sorprendentemente dinamico: non si accontenta di ruoli di retroguardia, investe tempo e risorse in competenze digitali, programma viaggi e progetti imprenditoriali e sceglie, quando la salute lo permette, di prolungare il proprio contributo professionale. Non è più, insomma, il nonno del dopoguerra che aspettava la liquidazione per dedicarsi esclusivamente all’orto o alle bocce. Questa generazione considera la vita adulta come un continuum di crescita, e vede nel lavoro un tassello identitario, non soltanto reddituale.
Le interviste a manager, studiosi e policy maker raccolte nel libro dimostrano come l’apprendimento permanente non sia uno slogan da convegno, ma la condizione minima per abitare un mercato in cui la tecnologia evolve più rapidamente delle stesse carriere. Le piattaforme online, i corsi brevi, il mentoring inverso sono strumenti che permettono a un sessantenne di dialogare senza complessi con colleghi trentenni. L’unità di misura non è più l’età, bensì la capacità di rimanere rilevanti, ed è qui che l’esperienza diventa driver di competitività.
Inclusione, formazione e flessibilità: il triangolo che smonta l’ageismo
Raggiungere un equilibrio intergenerazionale richiede anzitutto di smantellare i stereotipi che dipingono i lavoratori senior come costosi, rigidi o scarsamente tecnologici. Gli autori propongono di investire in programmi di reverse mentoring che mettono i più giovani in cattedra su strumenti digitali, mentre i colleghi esperti trasferiscono soft skill e visione strategica, nutrendo una mentalità moderna orientata all’apprendimento continuo. Un approccio win-win che scardina la gerarchia dell’anzianità e introduce una cultura della reciprocità, nella quale ogni competenza, a prescindere dall’età, risulta essenziale al buon funzionamento dell’organizzazione.
Non meno importante è la flessibilità organizzativa: orari modulabili, part-time senior, telelavoro e percorsi di uscita-graduale riducono il rischio di esclusione e alleggeriscono il costo aziendale. Le donne oltre i cinquant’anni beneficiano in modo particolare di queste soluzioni, perché spesso gravate da responsabilità di cura che si sommano agli impegni lavorativi. Il libro denuncia la doppia discriminazione, di età e genere, ma al contempo racconta casi di aziende che, introducendo supporti al caregiving, hanno recuperato talenti e aumentato il tasso di engagement.
Dieci impegni per trasformare la longevità in valore
Nell’ultima parte del saggio prende forma un manifesto in dieci punti che offre alle imprese una mappa operativa. Si comincia con la richiesta di selezionare i candidati attraverso criteri neutri rispetto all’età, si prosegue con l’invito a investire in formazione continua e a riconoscere formalmente l’esperienza dei senior. Seguono la flessibilità sugli orari e la possibilità di lavorare da remoto, fondamentali per chi assiste familiari o desidera ridurre i trasferimenti quotidiani senza rinunciare al proprio ruolo professionale all’interno dell’organizzazione odierno.
Altre misure riguardano percorsi di transizione graduale verso la pensione, il mantenimento del legame con gli ex dipendenti attraverso community di alumni e consulenze mirate, nonché strumenti di welfare capaci di coprire i momenti di fragilità familiare. L’obiettivo dichiarato è creare un ecosistema del lavoro in cui ogni generazione sia rappresentata, favorendo così scambi di idee, innovazione continua e maggiore produttività. Il testo insiste su un concetto chiave: la longevità non è un costo, ma un moltiplicatore se gestita con visione.
Chi ha scritto il libro e dove trovarlo
Alla guida di questa analisi ci sono Myriam Defilippi, giornalista specializzata in scuola, formazione e empowerment femminile, e Maurizio De Palma, imprenditore che ha fondato una piattaforma dedicata ai servizi per gli over cinquantacinque. Due profili differenti, uniti dal medesimo obiettivo: raccontare la longevità come occasione di crescita, anziché come emergenza da arginare. Il loro dialogo, alimentato da dati, case history e contributi di esperti, si traduce in un testo accessibile ma scientificamente solido e ricco di spunti operativi per manager, amministratori e policy maker.
Il volume sarà disponibile per un mese in edicola a partire dal 7 giugno al prezzo di 12,90 euro, a cui si aggiunge il costo del quotidiano, e arriverà sugli scaffali delle librerie dal 13 giugno al prezzo di 16,90 euro. Una finestra temporale precisa che sottolinea l’urgenza del tema: acquistarlo significa dotarsi di una bussola per navigare il mercato del lavoro dei prossimi decenni e contribuire, con un gesto concreto, al riequilibrio generazionale e a una visione di società più equa.