Sessantadue giorni di cocco, pioggia tropicale e televoto: quando Mario Adinolfi ha riabbracciato Roma dopo L’Isola dei Famosi 2025, la capitale gli ha presentato il conto con una notte in corsia. La corsa in ospedale, seppur a lieto fine, racconta il pedaggio che il reality può chiedere al fisico.
Dal reality all’ospedale: un rientro più duro del televoto
Feste, applausi, luci dello studio: la finale de L’Isola dei Famosi 2025 aveva consegnato a Mario Adinolfi un insperato secondo posto. Poche ore più tardi, però, le stesse luci si sono trasformate nel bagliore smorzato di un monitor cardiaco in un reparto romano, convertendo l’adrenalina televisiva in controlli medici. Il giornalista è stato accompagnato d’urgenza per accertamenti, stremato da un cammino che, tirocinio di resistenza più che gioco, gli aveva sottratto 34 chili e un capitale di energie preziose interne.
Il ricovero, spiegano le persone a lui vicine, non si è tradotto in interventi invasivi: è bastata una flebo, qualche esame di routine e il monitoraggio dei parametri fondamentali. Eppure, chi ha seguito la sua avventura televisiva sa che quel braccio oggi punzecchiato dagli aghi ha trascinato corde, legna e reti per quasi due mesi, sotto un’umidità che già nel pre-isola gli era costata altri sette chili. Un accumulo di sforzi che ora il corpo presenta in fattura salata finale.
Con la consueta verve, Adinolfi ha liquidato l’episodio come un semplice «spavento», rassicurando i sostenitori attraverso un messaggio social corredato da quattro scatti che lo ritraggono, sorriso compreso, tra lenzuola bianche. «Stressare il corpo per mesi e poi volare dall’Honduras a Fiumicino non è gratis», ha scritto, promettendo di rallentare soltanto il tempo necessario a recuperare tono e respiro, prima di tuffarsi di nuovo nella mischia mediatica, che un personaggio così polarizzante ha imparato a conoscere senza filtri sotto riflettori.
Polemiche, chili persi e lezioni di democrazia
La prova più aspra, sull’isola, non è stata solo la fame: a infiammare il fuoco del reality hanno contribuito le discussioni con Loredana Cannata, che in diretta lo ha indicato come bersaglio per le sue posizioni ritenute anti-LGBT e antiabortiste. Chi ha seguito la striscia quotidiana ha visto uno scontro duro, punteggiato da nomination e repliche taglienti. Adinolfi, da navigato polemista, ha reagito lasciando filtrare l’idea che il dibattito, anche acceso, sia ossigeno per la democrazia, purché le persone restino al centro.
Nel bilancio finale il conduttore del Popolo della Famiglia tiene a sottolineare che le sue convinzioni restano intatte, ma anche che l’esperienza honduregna gli ha insegnato a riconoscere il valore di chi lo contraddice senza insultarlo. «Il rispetto viene prima di tutto», ha rimarcato, quasi a sospendere l’eterno ring ideologico che lo accompagna. Sul piano fisico, invece, la dieta forzata di cocco e riso ha ridisegnato il suo profilo: sette chili evaporati prima ancora di iniziare, altri ventisette durante i cinquantasette giorni di gioco.
Appena i medici daranno il via libera, il secondo classificato de L’Isola dei Famosi 2025 conta di rientrare nel circuito dei talk e dei social con la verve di sempre. Riuscirà il pubblico, diviso tra chi lo applaude e chi lo contesta, a riconoscere l’uomo trasformato dall’avventura? Domanda aperta. Intanto Roma lo aspetta, e lui promette di tornare in scena con qualche chilo in meno ma con le stesse idee, pronto a riaccendere il dibattito, ancora più luminoso e determinato.