In un elegante salotto milanese, Alfonso Signorini ha soffiato sulle trenta candeline del suo settimanale e, tra un brindisi e l’altro, ha regalato ai presenti riflessioni sincere sulla televisione di oggi, affidando a due volti simbolo – Stefano De Martino e Maria De Filippi – il ruolo di bussola del piccolo schermo che cambia.
I trent’anni di Chi: ricordi, evoluzioni e nuove sfide
Non era scontato che un periodico di gossip restasse rilevante per tre decenni filati, eppure Chi continua a macinare numeri e curiosità. Signorini, seduto sulla poltrona di direttore fin dall’esordio, ha confessato che la forza della testata risiede in un’irrinunciabile voglia di rinnovarsi: servizi più agili, narrazioni visive curate, un occhio vigile ai social senza scimmiottare i social stessi. “Se non aggiorni il modo di raccontare le persone, le persone cambiano canale”, ha osservato con la sua consueta schiettezza, sottolineando quanto conti oggi saper intercettare l’emozione ancor prima della notizia.
E mentre la redazione festeggia, lui non rinuncia a un pizzico di autoironia: ricorda i titoli sensazionalistici degli anni d’oro della carta stampata, ammette di aver sbagliato qualche pronostico sulle love story vip e, tra le righe, rivendica la scelta di spostarsi in video con Grande Fratello. Allo spettatore online chiede una cosa sola: «Curiosità, non malizia». Perché la cronaca rosa, ribadisce, funziona se si mantiene quell’equilibrio delicato tra indiscrezione e rispetto. “Guardo indietro e vedo pagine piene di facce che oggi brillano in prima serata: le abbiamo conosciute quando nessuno puntava un euro su di loro”, spiega con orgoglio.
Lo sguardo di Signorini su Stefano De Martino
Altro che meteora: per Stefano De Martino, l’ex ballerino nato ad Amici, Signorini spende parole che suonano come un’investitura. Racconta di averlo seguito fin dagli esordi, di averne percepito la tenacia dietro il sorriso scugnizzo. Oggi, al timone di Affari Tuoi e Stasera Tutto è Possibile, De Martino coniuga spontaneità partenopea e laboriosa preparazione: una miscela che, a detta del giornalista, può fare scuola a molti coetanei. “Il pubblico sente quando ti prepari con metodo”, ripete Signorini, convinto che la gavetta nel ballo gli abbia insegnato a dominare il palco come se fosse un corpo esteso.
Chi lo frequenta dietro le quinte racconta di manuali di recitazione sparsi in camerino e di appunti fitti per ogni blocco pubblicitario. Signorini non nasconde la propria ammirazione per questo studio «artigianale», definendolo un investimento sul lungo periodo. E chiede ai lettori: vi aspettavate che il ragazzo delle coreografie diventasse il nuovo volto dell’access prime time? Chi scommette sul talento e ci aggiunge disciplina, raramente sbaglia strada, suggerisce, lanciando a mezzo stampa un messaggio nemmeno troppo velato a chi spera in scorciatoie televisive.
Un’alleanza speciale con Maria De Filippi
Poi il tono si fa più confidenziale e, quasi instintivamente, l’attenzione scivola su Maria De Filippi. Qui il direttore abbandona il ruolo d’analista per vestire i panni dell’amico. Tra una telefonata all’alba per discutere di casting e cene rigorosamente off-camera, Signorini definisce la conduttrice «l’unica vera alleata in un ambiente dove le alleanze durano quanto un post». “Con lei non servono selfie: c’è uno scambio di idee che rimane nel privato, e va bene così”, confessa, quasi custodisse un patto implicito di protezione reciproca.
Sul fronte professionale, il tributo si fa ancora più acceso. De Filippi viene descritta come «motore invisibile» di Mediaset, dotata di quella rara capacità di captare i desideri della platea prima che la platea stessa ne sia consapevole. Signorini ricorda l’influenza di Maurizio Costanzo: l’empatia con il pubblico come bussola, la curiosità verso le generazioni emergenti come carburante. E si concede un paragone che fa riflettere: “Maria legge la pancia del Paese come un musicista ascolta l’accordo che ancora non è stato suonato”. Un talento, dice, che non si impara sui manuali ma in anni di ascolto silenzioso.
Il filo che unisce talento, visione e pubblico
Mettere insieme De Martino e De Filippi sotto la lente di Signorini significa disegnare la mappa di una televisione in continua metamorfosi, dove l’istinto deve trovare un alleato nella preparazione. Dal palcoscenico di Grande Fratello ai format del preserale, il direttore individua un denominatore comune: se conosci fino in fondo il mezzo che usi, puoi cambiare pelle restando riconoscibile. “Nella nostra industria non vince chi urla di più, ma chi ascolta meglio”, ribadisce, invitando il pubblico a pretendere storie che parlino al cuore senza tradire l’intelligenza.
E mentre i riflettori sui festeggiamenti si abbassano, resta l’eco di un’osservazione quasi sussurrata che diventa spunto conclusivo: perché la televisione continui a emozionare, c’è bisogno di professionisti che, proprio come Signorini, sappiano prendersi il lusso di guardarsi intorno, riconoscere il talento dove nasce e accompagnarlo nel viaggio verso il grande schermo. E allora la domanda, rivolta agli spettatori, diventa inevitabile: siamo pronti a premiare quella cura artigianale che si nasconde dietro ogni apparente improvvisazione?