Roma ha ospitato una giornata in cui volontari arrivati dagli Stati Uniti hanno affiancato la Fondazione Francesca Rava – NPH Italia per prendersi cura dei più piccoli e fragili, trasformando gesti concreti in legami duraturi.
L’incontro tra Fondazione Francesca Rava e Italy for Christ
Quando il 3 luglio scorso i volontari statunitensi sono entrati nella Comunità per minori Il Fiore del Deserto a Roma, l’iniziativa ha assunto immediatamente la forma di un abbraccio collettivo. Sotto la guida delle tutor della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia ETS, uomini e donne provenienti da diverse città americane si sono messi in ascolto delle storie dei giovani ospiti, portando con sé competenze, energia e la volontà di lasciare un segno che andasse oltre la semplice presenza. In poche ore gli spazi si sono trasformati in un laboratorio di solidarietà a cielo aperto.
La sinergia è nata grazie alla collaborazione con la giornalista e attivista Claudia Conte, che ha coinvolto la fondazione statunitense Italy for Christ. Da oltre quarant’anni quest’ultima lavora in Italia, intrecciando relazioni con chiese, istituzioni e organizzazioni impegnate nel sociale. Alla guida del gruppo americano si sono posti i coniugi Guy e Sondra Sottile, motore pulsante del progetto Forever Open, pensato come contributo speciale al Giubileo 2025 in dialogo con il Dicastero per l’Evangelizzazione. La loro presenza ha portato un respiro internazionale, capace di fondersi con le esigenze locali senza sovrapporsi ad esse.
Un ponte verso il Giubileo 2025: il progetto “Forever Open”
Realizzato in stretta collaborazione con il Dicastero per l’Evangelizzazione, Forever Open non è soltanto uno slogan, ma una chiamata collettiva ad aprire le porte – fisiche e simboliche – in vista dell’Anno Santo. Il format prevede tappe in diverse città italiane per promuovere volontariato internazionale, con particolare attenzione a contesti di marginalità giovanile. Roma ha rappresentato il primo banco di prova, offrendo al team americano la possibilità di lavorare sul campo accanto a professionisti e operatori sociali già radicati nel territorio.
La prospettiva di un Giubileo aperto alla solidarietà globale fa da cornice a un ventaglio di iniziative che vanno oltre la singola giornata. L’obiettivo a lungo termine è quello di creare reti stabili tra enti no-profit, aziende e gruppi di volontari stranieri, in modo da dare continuità ai percorsi di supporto rivolti ai minori in difficoltà. In questo senso, il piccolo cantiere di Roma ha sperimentato in anteprima metodologie di lavoro partecipativo che verranno replicate in altri contesti, dalla Sicilia al Nord Italia.
Lavoro sul campo nella comunità Il Fiore del Deserto
Sotto un sole estivo generoso, volontari e ragazzi hanno condiviso cesoie, rastrelli e sacchi della raccolta differenziata. Le mani, inizialmente estranee, si sono riconosciute nel ritmo della manutenzione del verde: potature degli alberi, falciatura del prato, pulizia dei vialetti. Ogni gesto è stato accompagnato da un dialogo, un sorriso, un racconto di vita che ha fatto cadere rapidamente le barriere linguistiche. L’aria profumava di erba appena tagliata e di quella leggerezza che nasce quando si lavora per un obiettivo comune.
La riqualificazione degli spazi esterni, seppur composta da azioni minute, ha assunto un valore simbolico di cura e rinascita. I giovani ospiti hanno visto trasformare il proprio quotidiano grazie a interventi concreti: verniciatura delle panchine, sistemazione delle aiuole, raccolta di rami secchi. Piccoli cambiamenti che contribuiscono a restituire dignità a un luogo destinato a ospitare sogni infranti e a ricostruirne di nuovi. In questo cantiere a misura d’uomo, il tempo è stato usato non solo per lavorare, ma per ascoltare e farsi ascoltare.
Le parole di Mariavittoria Rava e il senso del volontariato aziendale
Al termine della mattinata, la presidente Mariavittoria Rava ha sottolineato con fermezza come il volontariato aziendale rappresenti un’opportunità di crescita reciproca: «Mettersi in gioco dove c’è più bisogno significa costruire ponti tra persone e culture, generando un circolo virtuoso di empowerment», ha ricordato, ringraziando i partecipanti per il tempo speso a favore dei ragazzi. Le sue parole hanno trovato eco negli sguardi dei volontari, consapevoli di aver condiviso qualcosa di più di un semplice intervento di giardinaggio in quella fascia di territorio spesso trascurata dalle cronache.
La consegna degli attestati di partecipazione, momento conclusivo dell’esperienza, non è stata un rituale formale, bensì la testimonianza tangibile di un impegno che si vuole protrarre nel tempo. Ogni certificato è stato accompagnato da un breve scambio di riflessioni, durante il quale si sono delineate future collaborazioni sia con le realtà territoriali sia con le aziende coinvolte nei programmi di responsabilità sociale. La speranza, condivisa da tutti, è che le competenze sviluppate in ambito professionale diventino strumenti di solidarietà a lungo termine.
Impegno quotidiano e prospettive future
La collaborazione tra la Fondazione e la Comunità Il Fiore del Deserto prosegue da anni, alimentata da un obiettivo comune: rispondere alle molteplici forme di povertà, emarginazione e disagio che colpiscono bambini e adolescenti. Attraverso percorsi di inserimento sociale, tutela dei diritti dei minori e sostegno alle famiglie, le due realtà hanno costruito una rete solida che, giorno dopo giorno, prova a trasformare vulnerabilità in occasioni di crescita. Il lavoro svolto dagli ospiti insieme ai volontari aumenta il senso di appartenenza alla propria casa.
Guardando avanti, il coinvolgimento di ulteriori imprese nel programma di volontariato della Fondazione rappresenta la prossima sfida. L’intenzione è di moltiplicare le giornate di intervento, estendendo l’azione non solo a Roma ma anche a istituti penitenziari minorili, case famiglia e contesti periferici dove l’aiuto tarda ad arrivare. Ogni nuova adesione diventa un tassello in più in una rete che amplifica l’impatto delle singole iniziative. L’esperienza vissuta il 3 luglio dimostra come l’alleanza tra pubblico, privato e terzo settore possa generare risultati immediati e duraturi.