Le pizze che escono dai forni di PizzAut oggi parlano ancor più di futuro: l’impegno di Barilla consegna oltre due tonnellate e mezzo di farine, pani e dolci ai ristoranti gestiti da giovani autistici, trasformando la cucina in un laboratorio concreto di inclusione.
Un legame fatto di materia prima e impegno quotidiano
La collaborazione fra Barilla e PizzAut prende corpo in oltre 2.500 chilogrammi di materie prime di altissima qualità destinati ai ragazzi che ogni giorno impastano, friggono e servono. Farina specifica per la pizza fritta, pani croccanti, snack dolci e biscotti delle linee Mulino Bianco, Pavesi e Pan di Stelle arrivano regolarmente nei magazzini dei ristoranti inclusivi, garantendo costanza di fornitura e standard sempre elevati. Questa generosità, tangibile e misurabile, non è un gesto una tantum: si ripete nel tempo e scandisce il ritmo di una relazione che affonda le radici nella volontà di offrire opportunità professionali e autonomia a giovani con autismo.
Quelle scatole di farina e quei sacchi di prodotti, però, raccontano solo metà della storia. L’altra metà vive nel dialogo quotidiano tra chi produce e chi, grazie a quell’ingrediente, costruisce il proprio futuro dietro un banco pizza. A un anno dal lancio della partnership, Barilla ha scelto di consolidare il rapporto con una donazione economica stabile e con una presenza costante ai tavoli di lavoro, ascoltando necessità tecniche, idee e desideri dello staff di PizzAut. La decisione di formalizzare forniture programmate permette di pianificare turni, menù e sperimentazioni culinarie, accorciando la distanza fra l’industria alimentare e la start-up sociale che fa dell’inclusione l’ingrediente principale.
Ascolto in cucina, progetti in sala
All’interno del locale di Monza, inaugurato nel 2023 alla presenza del Presidente della Repubblica, i team di cucina e i rappresentanti dell’azienda si sono seduti allo stesso tavolo per un confronto diretto e senza formalismi. Sono emerse esigenze pratiche – dalle tempistiche di consegna alle caratteristiche tecniche delle farine – ma anche la voglia di spingersi oltre l’esistente. Nico Acampora, fondatore del progetto e padre di Leo, ha spiegato che la qualità delle materie prime è indispensabile per mantenere alto il livello dell’esperienza gastronomica e, al contempo, per rafforzare la fiducia dei ragazzi che vedono riconosciuto il proprio lavoro. Le domande, gli appunti e i sorrisi scambiati durante quell’incontro hanno trasformato la cucina in un vero laboratorio di co-progettazione.
Dalla conversazione è nato l’auspicio di introdurre, nel prossimo futuro, i primi piatti firmati Barilla accanto alle pizze speciali già presenti in carta. L’idea è semplice ma potente: affiancare alla ritualità dell’impasto la preparazione della pasta secca, così da ampliare le competenze dei giovani cuochi e offrire ai clienti un menù ancora più vario. Ogni trafila di pasta potrebbe diventare un terreno di allenamento per nuove autonomie, un test sul campo di manualità, tempi di cottura e lavoro di squadra. Anche in questo caso non si parla di progetti calati dall’alto, bensì di soluzioni progettate fianco a fianco, con i fornitori che entrano in cucina per capire come semplificare i processi e ridurre gli sprechi.
Un simbolo che parla all’indifferenza
A dare forma visibile a questo percorso è arrivata la mattonella esagonale posata da Barilla sul celebre Muro dei mattoni di PizzAut, una parete dove si incastonano i nomi di chi sceglie di sostenere concretamente l’iniziativa. Quel piccolo elemento in ceramica, lucido e ordinario, diventa un segno collettivo contro l’indifferenza: un mattoncino alla volta, il muro si trasforma in un manifesto di relazioni che contano. Ogni sostenitore aggiunge struttura a un edificio simbolico dedicato a lavoro, dignità, amicizia e reciprocità. Così, anche chi non impasta né serve ai tavoli contribuisce alla costruzione di un ambiente dove la diversità smette di essere barriera e diventa ricchezza quotidiana.
L’immagine di un muro che cresce giorno dopo giorno ricorda che l’inclusione è un cantiere permanente. Dietro una semplice tessera si nascondono turni gestiti con sicurezza, stipendi che garantiscono indipendenza, rapporti di amicizia che si consolidano fra forno e sala. Il gesto di apporre una mattonella trascende l’atto di donare: significa assumersi la responsabilità di allargare il perimetro di ciò che consideriamo possibile per le persone con autismo. La collaborazione fra l’impresa alimentare e l’organizzazione sociale diventa così un modello replicabile, un invito rivolto ad altre aziende a mettere le proprie competenze al servizio di progetti ad alto impatto umano.
Dati, numeri e speranze dietro ogni pizza
Nel nostro Paese vivono circa 600.000 persone nello spettro autistico, ma soltanto una percentuale minima riesce a trovare una collocazione stabile nel mondo del lavoro. Da questa consapevolezza, nel 2021 è nato il primo ristorante PizzAut a Cassina de’ Pecchi, frutto dell’intuizione educativa di Nico Acampora e dell’esperienza sul campo accumulata come padre e formatore. L’obiettivo era chiaro: trasformare la ristorazione in palestra di autonomia, dove le abilità emergono attraverso compiti concreti e relazioni autentiche con i clienti. In poco tempo, il locale è diventato un punto di riferimento per chi desidera vedere l’inclusione tradotta in azioni verificabili, dal sorriso in sala alla precisione con cui viene servito un piatto.
Il successo ottenuto a Cassina de’ Pecchi ha spinto il progetto ad aprire, nel 2023, un secondo spazio a Monza, più grande e progettato fin dall’inizio per abbattere ogni barriera sensoriale. All’inaugurazione del 2 aprile ha partecipato il Presidente della Repubblica, che con la sua presenza ha voluto sottolineare il valore istituzionale di una realtà che restituisce fiducia a centinaia di famiglie. Il ristorante, pensato per accogliere un numero maggiore di clienti, offre ai ragazzi postazioni adatte alle diverse esigenze e percorsi formativi calibrati sul loro ritmo di apprendimento. Ogni tavolo apparecchiato diventa la prova che, quando le opportunità sono concrete, l’inclusione non è un concetto astratto ma un’esperienza condivisa.
Il percorso di Barilla verso la diversità condivisa
L’alleanza con PizzAut si inserisce in una strategia più ampia che Barilla persegue da anni sul fronte della diversità e dell’inclusione. Oggi il gruppo conta 17 Employee Resource Group distribuiti in tutto il mondo, iniziative nate per dare voce a circa 2.000 collaboratori impegnati a costruire ambienti di lavoro in cui ogni talento possa emergere. Tra questi, il programma ThisAbility – premiato nel 2023 con il riconoscimento Aretè – punta a valorizzare le competenze delle persone con disabilità, dimostrando che la performance aziendale cresce quando si liberano energie spesso sottovalutate. Ogni progetto interno, infatti, si riflette all’esterno, alimentando partnership che sposano la stessa visione di società equa.
Parallelamente, l’azienda ha avviato negli anni una serie di azioni sul territorio: dal laboratorio di co-design realizzato con Hackability per rendere packaging e utensili da cucina più accessibili, al sostegno alle famiglie di bambini autistici tramite l’associazione IFun. Gli stabilimenti di Castiglione delle Stiviere e Novara hanno donato ambulanze alla Croce Rossa nel 2023 e nel 2024, continuando una tradizione di solidarietà che include la distribuzione regolare di prodotti alimentari alle comunità locali. Il filo rosso che unisce queste iniziative è la convinzione che il valore di un marchio non si misuri soltanto in fatturato, ma nella capacità di generare impatto positivo e duraturo sulla vita delle persone.
Nel capitolo dedicato allo sport e alla cultura dell’inclusione, Barilla sostiene i WEmbrace Awards e le manifestazioni sportive promosse da Bebe Vio, oltre a progetti come “Il Brigante in Handbike”, che ha visto il giovane Salvatore Cristiano Misasi percorrere la Calabria su una bici a pedalata assistita, sfidando ostacoli non soltanto fisici. Queste iniziative completano un mosaico complesso, nel quale la responsabilità sociale d’impresa si intreccia con la ricerca di modelli di crescita condivisi. La partnership con PizzAut, in questo contesto, non è un episodio isolato: rappresenta l’ulteriore conferma che un’azienda può costruire profitti e, nello stesso tempo, ampliare gli spazi di partecipazione per chi rischia di restare ai margini.