Il Ninfeo di Villa Giulia si prepara a vivere ore dense di tensione: il pubblico, i critici e gli addetti ai lavori fremono per conoscere il nome che, domani sera, porterà a casa la bottiglia dorata simbolo del Premio Strega. A poche ore dal verdetto, l’attenzione ruota attorno a un autore che sembra aver messo tutti d’accordo, ma nulla è già scritto.
La vigilia di un verdetto annunciato
Il nome di Andrea Bajani circola con insistenza, sostenuto da numeri solidi e da un entusiasmo quasi unanime. Con “L’anniversario” (Feltrinelli) lo scrittore ha conquistato 280 preferenze nella votazione di Benevento del 4 giugno, un margine che gli ha garantito il primato nella corsa alla cinquina. La vittoria del Premio Strega Giovani, assegnato da oltre cento scuole italiane e internazionali, ha amplificato la sua candidatura, aggiungendo un carico emotivo notevole alla sfida di domani sera. Per chi segue il premio da anni, la sensazione è che Bajani possa finalmente colmare il rimpianto lasciato nel 2021.
Il legame simbolico con il passato aumenta il pathos: a presentarlo è infatti Emanuele Trevi, proprio colui che quattro anni fa gli soffiò la vittoria nella fase finale. Questa volta le parti sembrano invertite; eppure, come accade spesso al Ninfeo, le sorprese non mancano mai. Il feeling tra critica e lettori non basta a mettere in cassaforte il premio: i voti, scrutinati uno alla volta sotto lo sguardo attento di Donatella di Pietrantonio, potranno ribaltare ogni pronostico nell’ultima manciata di schede.
Una cinquina compatta e combattiva
Alle spalle del superfavorito si muove una concorrenza agguerrita. Nadia Terranova, forte di 226 voti con “Quello che so di te” (Guanda), si presenta come la rivale più temibile. L’autrice messinese ha costruito un romanzo dal respiro intimo e universale, capace di intercettare l’attenzione di giurati molto diversi fra loro. In molti osservano che potrebbe bastare un lieve spostamento di preferenze estere per regalarle un colpo di scena clamoroso durante lo spoglio finale. La sua corsa, silenziosa ma costante, incarna l’idea stessa di resilienza letteraria.
Più distaccati, ma ben decisi a far sentire la propria voce, compaiono Elisabetta Rasy con “Perduto è questo mare” (Rizzoli) e i due ex aequo da 180 voti, Paolo Nori (“Chiudo la porta e urlo”, Mondadori) e Michele Ruol (“Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia”, TerraRossa). Ciascuno porta sul palco una poetica inconfondibile: Rasy innesta la memoria nel mito, Nori firma pagine incandescenti di rabbia e ironia, Ruol sorprende con uno sguardo quasi documentaristico sul dopo-tragedia. La varietà della cinquina è il vero specchio di una narrativa italiana in costante metamorfosi.
Il meccanismo di voto: numeri e volti della giuria
Dietro l’atmosfera glamour della serata si cela una macchina organizzativa millimetrica. I 400 Amici della domenica costituiscono il cuore storico del voto, ma a loro si affiancano 245 giurati internazionali indicati da 35 Istituti Italiani di Cultura, ciascuno con il compito di coinvolgere studiosi, traduttori, appassionati della nostra lingua. A completare il mosaico vi sono 25 voti collettivi provenienti da scuole, università e circoli di lettura delle Biblioteche di Roma, oltre a 30 lettori forti scelti tra professionisti e imprenditori. Un sistema complesso che mescola competenze, età, provenienze, restituendo un’istantanea pluralistica del Paese e del suo pubblico.
Il momento più carico di suspense arriva con lo scrutinio degli ultimi cento voti, conteggiati singolarmente sul palco. Sarà la voce di Donatella di Pietrantonio, trionfatrice dello scorso anno, a leggere le preferenze finali una a una, trasformando cifre e schede in un’esperienza quasi teatrale. È proprio in quei minuti che si misurano la tenuta emotiva degli autori e la capacità dei romanzi di restare impressi nella memoria dei votanti. Ogni applauso, ogni sussurro, può cambiare la temperatura di Villa Giulia.
La serata finale: spettacolo, ospiti, diretta televisiva
Sullo sfondo di statue, archi e giardini illuminati, Pino Strabioli dirigerà lo show trasmesso da Rai 3 a partire dalle 22:50. Al fianco del conduttore saliranno sul palco Anna Foglietta e Filippo Timi, chiamati a leggere brani, a dialogare con gli autori, ma soprattutto a trasferire su piccolo schermo il fascino di una cerimonia che unisce letteratura e spettacolo. L’atmosfera televisiva amplifica l’emozione, ma chi è seduto in platea avverte un palpito diverso, quasi fisico, difficile da restituire attraverso le telecamere.
Uno dei momenti più attesi sarà l’intervista a Anna Foa, fresca vincitrice della prima edizione del Premio Strega Saggistica con “Il suicidio di Israele” (Laterza). Il suo intervento, nel corso della serata, sottolinea la volontà della Fondazione Bellonci di allargare l’orizzonte del premio anche alla non fiction, creando un dialogo tra generi. Fra luci, musiche e applausi, il Ninfeo si trasformerà dunque in un crocevia di storie, voci e discipline intrecciate.
Oltre Villa Giulia: lo Strega Tour e l’incontro con le arti
Chiunque trionferà domani non avrà il tempo di assaporare a lungo la vittoria: già dal 5 luglio partirà lo Strega Tour, destinato a toccare Cervo, Lonato del Garda, Roma (Festival Letterature), Villasimius e Vieste entro luglio, per poi proseguire ad agosto e in autunno. Ogni tappa diventa un incontro diretto con lettrici e lettori, un modo per far sedimentare la storia premiata e per restituire linfa ai festival letterari di tutta la Penisola. Il viaggio dello Strega è, da sempre, una celebrazione itinerante della parola scritta.
Dal 2018 il premio dialoga anche con l’arte figurativa grazie al Premio Strega BPER Art. Quest’anno i finalisti riceveranno “Essenza”, una scultura creata da Giandomenico Soranno dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. L’opera, immaginata come un elogio al mestiere di scrivere, verrà consegnata domani sul palco, siglando l’alleanza fra letteratura e arti visive. In un tempo in cui i linguaggi creativi si contaminano, tale connubio riafferma il valore della scrittura come gesto artistico totale.
Il percorso verso il pubblico: conferenza stampa e Abracabook
Questa mattina si è svolta la conferenza stampa che tradizionalmente introduce alla proclamazione. Nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia hanno preso la parola la direttrice Luana Toniolo, il presidente della Fondazione Bellonci Giovanni Solimine, il presidente di Strega Alberti Benevento Giuseppe D’Avino e la responsabile Sponsorships di BPER Banca Claudia Corazza. A chiudere l’incontro, il direttore della Fondazione, Stefano Petrocchi, ha presentato la cinquina, evidenziandone l’eterogeneità. L’atmosfera, pur ufficiale, ha lasciato spazio a momenti di sincera emozione, specie quando si è accennato ai sacrifici dietro ogni libro.
In serata, il giardino del MAXXI ospita Abracabook, un silent book party organizzato dalla Scuola Holden. Dalle 20 in poi, finalisti e lettori si siederanno fianco a fianco per un’ora di lettura collettiva in silenzio, seguita da una conversazione senza palchi né schemi guidata da Lorenzo Carnielo e Silvia Pevato. Questo rito laico, sospeso tra intimità e condivisione, mette la parola scritta al centro di una comunità che, prima di commentare, sceglie di ascoltare e di ascoltarsi.