Una nuova ondata di calore di matrice africana sta stringendo l’Italia in una morsa rovente, spingendo le colonnine di mercurio verso record assoluti, aggravando la situazione sanitaria e provocando lutti, mentre 17 capoluoghi si preparano al massimo livello di allerta.
Prime ripercussioni sanitarie e vittime
In Bagheria, nel Palermitano, il caldo torrido ha già lasciato un segno indelebile. Una donna di 53 anni, con pregresse patologie cardiache, è caduta a terra in via Aiello e, nonostante i tempestivi soccorsi, è spirata pochi minuti dopo. Gli stessi istanti drammatici si sono ripetuti a oltre mille chilometri di distanza, sulla terrazza principale del Duomo di Milano, dove una turista cinese di 66 anni è svenuta all’improvviso: gli operatori del 118 l’hanno trasferita al Policlinico in codice giallo, scongiurando conseguenze estreme. Questi episodi, emblematici, raccontano il peso che l’ondata di calore esercita sulla popolazione fragile e sui viaggiatori disorientati dalle temperature inusuali.
In parallelo, i reparti di emergenza degli ospedali registrano una pressione inedita. Alessandro Riccardi, presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza, quantifica un incremento degli accessi oscillante fra il 5 e il 20 per cento, con picchi localizzati nelle aree urbane più esposte. Il ventaglio dei disturbi va dalle disidratazioni alle sincopi, dai colpi di calore alle riacutizzazioni di malattie croniche. A presentarsi non sono soltanto anziani e soggetti fragili: a varcare le porte dei pronto soccorso sono sempre più spesso artigiani, agricoltori, operai edili e altri professionisti costretti a lavorare all’aperto, tutti accomunati da un fisico messo a dura prova da umidità elevata e raggi solari implacabili.
Città in massima allerta e prospettive meteorologiche
Il Ministero della Salute ha attribuito il bollino rosso a Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Verona e Viterbo, segnalando un rischio sanitario concreto per tutta la popolazione, non solo per le categorie considerate vulnerabili. Domani la lista si estenderà ulteriormente: Campobasso entrerà ufficialmente fra i centri sotto sorveglianza rafforzata, portando il numero complessivo a diciotto. Le amministrazioni comunali stanno predisponendo piani di distribuzione di acqua, ampliamento degli orari dei centri climatizzati e campagne di informazione mirate, nel tentativo di contenere gli effetti di un caldo definito senza precedenti per intensità e durata.
Le mappe previsionali concordano nel segnalare la persistenza dell’anticiclone almeno fino al 3 luglio. Secondo il meteorologo Antonio Sanò, un cedimento della cupola anticiclonica potrebbe manifestarsi a partire dal 4 luglio, inizialmente sulle Alpi per poi propagarsi alle pianure del Nord. La data chiave sarebbe sabato 5 luglio, quando forti temporali, grandinate e precipitazioni torrenziali potrebbero determinare un brusco calo termico, stimato in circa dieci gradi nelle regioni settentrionali. Per il resto della penisola, tuttavia, il respiro bollente del Sahara continuerà a far sentire i propri effetti, almeno fino alla successiva rotazione dei venti in quota.
Tutela dei lavoratori e misure straordinarie
La necessità di salvaguardare la salute di chi opera all’aperto ha indotto Lombardia ed Emilia-Romagna a emanare ordinanze gemelle che impongono la sospensione delle attività tra le 12.30 e le 16.00, l’arco orario considerato più critico. Il provvedimento, in vigore fino al 15 settembre 2025, coinvolge cantieri edili, cave, aziende agricole e imprese florovivaistiche, invitando le imprese a riorganizzare turni, pause e sistemi di idratazione. Si tratta di una misura inedita per ampiezza temporale e territorialità, destinata a fungere da modello anche per altre regioni che stanno valutando analoghe restrizioni.
L’urgenza di questi interventi è stata evidenziata dal tragico decesso, avvenuto ieri, di Ait El Hajjam Brahim, 48 anni, titolare di un’impresa impegnata nel cantiere della scuola Jussi di San Lazzaro, nel bolognese. L’uomo, impegnato in una gettata di cemento poco dopo mezzogiorno, si è accasciato improvvisamente, stroncato da un malore sotto il sole cocente. L’episodio, occorso nelle stesse ore in cui maturavano le nuove linee guida regionali, sottolinea l’importanza di protocolli di sicurezza rigorosi, della sorveglianza medica preventiva e della formazione continua dei datori di lavoro sul rischio climatico.