Il più rilevante appuntamento italiano dedicato alla Blue Economy si prepara a debuttare nella capitale: il IV Summit Nazionale sull’Economia del Mare riunirà per tre giorni istituzioni, imprese e mondo della ricerca per definire i nuovi orizzonti della governance marittima.
La cornice internazionale e nazionale
Il contesto geopolitico e tecnologico globale sta registrando mutamenti di portata eccezionale: transizione energetica, digitalizzazione accelerata, competizione per l’accesso alle risorse e ridefinizione degli equilibri nei bacini marittimi richiedono risposte tempestive e coordinate. L’Italia, crocevia naturale tra Mediterraneo ed Europa, assume un ruolo decisivo nell’elaborare nuove politiche di settore. Sicurezza energetica, autonomia strategica e sostenibilità diventano così punti fermi di una strategia che deve conciliare interessi economici e tutela ambientale, valorizzando il potenziale di innovazione e occupazione connesso alle filiere blu. La sfida, oggi, è tradurre questi principi in azione condivisa e misurabile.
L’appuntamento del 2025 si inserisce in questo scenario come piattaforma di confronto tra livelli istituzionali e operatori privati. La presenza congiunta di ministeri, autorità marittime, associazioni di categoria e mondo accademico consentirà di affrontare in modo organico temi quali transizione digitale, gestione sostenibile delle rotte commerciali e utilizzo delle tecnologie emergenti. Il Summit intende inoltre favorire la coesione territoriale, collegando le politiche portuali con gli obiettivi europei di neutralità climatica e ponendo attenzione alle implicazioni sociali dell’automazione e dell’intelligenza artificiale.
L’evoluzione del Blue Forum e lo spostamento a Roma
Nato sulle sponde di Gaeta, il Blue Forum approda per la prima volta a Roma, scelto come luogo simbolico nell’Anno del Giubileo 2025. Lo spostamento è frutto di una precisa volontà di proiettare il dibattito dal livello locale a quello nazionale, sfruttando la visibilità internazionale della capitale e la sua centralità istituzionale. La decisione è stata presa da Giovanni Acampora, Presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio di Latina, con il supporto organizzativo di Unioncamere. Il passaggio a Roma rappresenta più di un semplice cambio di sede: segna l’avvio di una fase di consolidamento del ruolo dell’Italia come Nazione di Mare.
L’inaugurazione ufficiale avverrà il 9 luglio 2025 presso il Ministero del Made in Italy, alla presenza del Ministro Adolfo Urso, con la presentazione del XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare redatto da OsserMare, Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere. I lavori proseguiranno il 10 e 11 luglio nella sede di Unioncamere, dove verranno alternati panel tecnici, tavole rotonde e momenti di networking. L’obiettivo dichiarato è dare continuità alle precedenti edizioni, elevando però la portata delle proposte e la qualità del confronto istituzionale.
I tre pilastri strategici: Connettività, Responsabilità, Rigenerazione
Il programma 2025 ruota intorno a tre direttrici. La prima, Connettività, punta a integrare infrastrutture fisiche e digitali, potenziando logistica portuale, corridoi intermodali e reti dati avanzate. L’adozione del Digital Twin e l’interconnessione Spazio-Mare permetteranno di simulare scenari complessi, ottimizzare i flussi e ridurre le emissioni. Si tratta di sfruttare la tecnologia non come fine, ma quale leva per generare competitività sostenibile.
Il secondo pilastro, Responsabilità, richiama l’esigenza di un equilibrio tra sviluppo e tutela dell’ecosistema marino. Temi quali legalità, sicurezza della navigazione, formazione delle maestranze e protezione delle risorse biologiche saranno affrontati in ottica integrata. Particolare attenzione sarà riservata alla valorizzazione del capitale umano, elemento senza cui la transizione verde e digitale rischierebbe di rimanere incompleta.
Il terzo asse, Rigenerazione, mira a innovare processi produttivi e modelli di business per creare valore condiviso. Economia circolare, riconversione di aree industriali dismesse e recupero di competenze tradizionali costituiranno i cardini di un percorso che vuole generare coesione sociale oltre che crescita economica. L’imperativo è trasformare il potenziale del mare in ricadute tangibili per cittadini, territori e imprese.
Agenda e momenti salienti del Summit
Il calendario dei lavori prevede sessioni plenarie dedicate ai fattori abilitanti della Blue Economy, workshop specialistici su intelligenza artificiale applicata alla sorveglianza marittima e dibattiti sul ruolo dei porti come hub energetici. Saranno inoltre presentati casi di studio nazionali ed europei, utili a dimostrare l’efficacia di progetti di partenariato pubblico-privato. La partecipazione di imprese innovative, cluster tecnologici e centri di ricerca agevolerà lo scambio di best practice replicabili.
Un momento di particolare rilievo sarà la presenza dell’Apostolato del Mare, che porterà una testimonianza sul valore umano e spirituale della vita sul mare. In tale contesto si discuterà di welfare dei marittimi, condizioni di lavoro e iniziative di sostegno psicologico. La dimensione etica assume così pari dignità rispetto a quella economica, in linea con la visione olistica che anima il Forum.
Verso il Piano del Mare 2026-2028
Le conclusioni del Blue Forum confluiranno nel processo di definizione del nuovo Piano del Mare 2026/2028, strumento di programmazione destinato a orientare risorse e interventi su scala nazionale. Le indicazioni che emergeranno dai tavoli tematici saranno raccolte in un documento di sintesi, destinato a fungere da riferimento per la stesura delle future politiche comunitarie in ambito marittimo. Si intende così rafforzare la proiezione dell’Italia come attore centrale nel Mediterraneo e interlocutore privilegiato dell’Unione Europea.
La sinergia tra pubblico e privato costituirà l’architrave di questo percorso triennale. Ministeri competenti, regioni costiere, port authority e organizzazioni imprenditoriali saranno chiamati a definire linee guida operative e obiettivi misurabili. Tra le priorità figurano l’incremento della capacità portuale green, la diffusione di carburanti a basso impatto, lo sviluppo di corridoi logistici intelligenti e la promozione di programmi formativi capaci di anticipare le esigenze di un settore in rapida evoluzione.
Il valore simbolico dell’Anno Giubilare
La coincidenza con il Giubileo 2025 conferisce al Summit una valenza culturale e spirituale di rara intensità. Roma diventa crocevia di pellegrini e, al contempo, di operatori del mare che condividono valori di fratellanza, solidarietà e responsabilità verso il Creato. L’evento offrirà l’opportunità di riflettere sull’importanza di un mare sano come patrimonio comune e sulle implicazioni etiche delle scelte economiche.
Questo particolare clima favorirà la maturazione di una visione di lungo periodo, capace di superare gli steccati tra discipline e interessi di parte. La prospettiva giubilare invita a integrare dimensione materiale e immateriale dello sviluppo, riconoscendo nel mare un bene pubblico da custodire per le generazioni future. Così il Blue Forum 2025 si candida a divenire non solo un momento di elaborazione tecnica, ma anche un’occasione di rinnovamento civile e culturale.