Il tavolo verde di Saragozza, nell’ultimo giorno di giugno, ha incoronato di nuovo l’Italia regina assoluta del Calcio Balilla Paralimpico: la squadra azzurra, campione uscente, ha rafforzato il proprio dominio mondiale con un’esibizione di classe e determinazione che le ha permesso di chiudere la rassegna iridata al primo posto in ogni specialità paralimpica prevista.
Un dominio azzurro confermato in Spagna
La spedizione italiana ha dimostrato fin da subito di possedere risorse tecniche e mentali superiori alla concorrenza, certificando il proprio primato con un medagliere conclusivo di quattro ori, un argento e quattro bronzi. Tale bilancio, già di per sé straordinario, viene impreziosito dalla conquista della Coppa del Mondo per Nazioni, segno tangibile di una continuità ad altissimo livello. Daniele Riga, Corrado Montecaggi, Domenico Smario e gli altri protagonisti hanno affermato un’intesa vincente che, unita all’accurato lavoro della Federazione Paralimpica Italiana Calcio Balilla, ha reso possibile il mantenimento del primato mondiale.
Il cammino trionfale appare ancora più significativo se si considerano le difficoltà logistiche e organizzative che precedono ogni grande manifestazione. Le lunghe sessioni di allenamento, il perfezionamento delle strategie di gioco e la costante attenzione ai dettagli hanno permesso agli atleti di presentarsi a Saragozza con la convinzione di potersi confermare ai vertici. La vittoria non è mai frutto del caso: dietro a ogni singolo punto messo a segno c’è un metodo scientifico di preparazione, un sacrificio quotidiano e una sinergia perfetta fra staff tecnico e giocatori.
La finale a squadre: Riga e Montecaggi piegano il Belgio
Il momento culminante del torneo a squadre ha visto la coppia formata da Riga e Montecaggi incrociare le stecche con i belgi Michael Smulders e Michaël Vanhoutte. L’incontro, combattuto fino all’ultimo istante, si è trasformato in un vero e proprio saggio di abilità tattica e nervi saldi: gli azzurri hanno saputo ribaltare l’inerzia del match nei momenti decisivi, trovando i varchi giusti per piazzare i colpi letali che li hanno proiettati sul gradino più alto del podio.
Poco prima, la sfida per il bronzo aveva sorriso ad altri due italiani, Luigi Iannone e Domenico Smario, capaci di imporsi con autorevolezza e di completare una giornata che resterà scolpita negli annali federali. L’abbraccio fra i compagni di squadra alla fine della doppia premiazione è stato l’immagine più eloquente di una Nazionale in cui la competizione interna alimenta il successo collettivo, trasformando ogni partita in un capitolo di una storia corale.
Successi individuali e di doppio nelle categorie wheelchair
Nelle prove individuali femminili, la classe di Angelita Alves ha avuto la meglio sulle avversarie, consentendole di salire sul gradino più alto del podio nel Wheelchair Single. Sullo stesso palco, a celebrare il trionfo azzurro, si è presentata anche Maria Luigia Civili, cui è andato un prezioso bronzo che testimonia la profondità del movimento italiano. La gara femminile ha messo in luce non solo la perizia tecnica delle atlete, ma anche la capacità di reagire alle pressioni di un Mondiale disputato lontano da casa.
La kermesse maschile ha completato il quadro con uno storico podio interamente tricolore: Domenico Smario ha conquistato l’oro, seguito dal presidente federale Francesco Bonanno, medaglia d’argento, e da Daniele Riga, premiato con il bronzo. Non meno significativa è stata la prova del Doppio Open Wheelchair, dove Iannone e Smario hanno domato ancora la coppia belga Smulders-Vanhoutte, mentre Riga e Montecaggi hanno tenuto alto l’onore italiano con il terzo posto. Il risultato complessivo dimostra che il vivaio azzurro dispone di una varietà di interpreti capaci di eccellere sia nelle sfide individuali sia in quelle di coppia.
Le cifre del trionfo
Quattro medaglie d’oro, una d’argento e quattro di bronzo costituiscono uno score che nessun’altra delegazione è riuscita a eguagliare in terra aragonese. La distribuzione delle vittorie in tutte le specialità wheelchair conferma un’egemonia costruita su basi solide e su un progetto pluriennale che ha saputo integrare preparazione atletica, innovazione tecnica e supporto psicologico. La Coppa del Mondo per Nazioni, vinta con margine, è la cartina di tornasole di un sistema che funziona a ogni livello, dal settore giovanile fino alla massima ribalta internazionale.
Al di là dei numeri, il successo spagnolo riveste un valore simbolico per tutto il movimento paralimpico nazionale. Ciascuna medaglia rappresenta non soltanto un premio sportivo, bensì un messaggio di inclusione e di resilienza. La capacità di vincere, di ripetersi e di rimanere uniti nei momenti decisivi costituisce l’essenza di una cultura sportiva che guarda al futuro con prospettive ambiziose e con la consapevolezza di potersi ancora migliorare.
La voce della Federazione: l’analisi di Bonanno
Le parole di Francesco Bonanno hanno scandito il consuntivo della manifestazione con il tono fiero di chi vede premiati anni di programmazione accurata: «Con immenso orgoglio – ha dichiarato il presidente – celebriamo un risultato storico. L’Italia ha primeggiato in tutte le categorie paralimpiche, confermandosi al vertice del panorama internazionale. Questo successo è il frutto dell’impegno quotidiano dei nostri atleti, dei tecnici e dei volontari che sostengono la disciplina».
Il dirigente ha poi sottolineato la difficoltà di confermarsi campioni: «Vincere è già arduo, ma stabilizzarsi sul tetto del mondo lo è ancor di più. Ogni traguardo raggiunto ci impone di alzare ulteriormente l’asticella». Il messaggio finale, rivolto a chiunque operi nell’ambito del Calcio Balilla Paralimpico, è un invito a proseguire su una strada fatta di dedizione, rigore e passione, affinché il vessillo italiano continui a sventolare ai massimi livelli nelle competizioni future.