Nell’afa di metà luglio, il pubblico italiano premia ancora una volta la passione per i motori: F1, guidato sullo schermo da Brad Pitt, balza al comando degli incassi e offre uno scatto di energia a un box office estivo finora tiepido.
L’exploit di F1 scuote il botteghino estivo
In soli pochi giorni di programmazione, l’adrenalina dei circuiti ha fruttato a F1 la considerevole somma di due milioni di euro, dei quali 1,5 accumulati nel weekend in 462 sale, per un totale di 187.563 biglietti staccati. L’Italia, tradizionalmente terra di motori e di sfide ad alta velocità, si conferma terreno ideale per la pellicola prodotta da Joseph Kosinski, che incardina la trama attorno al ritorno in pista di un ex campione. È davvero sorprendente osservare come la magia del grande schermo riesca a trasformare il rombo dei bolidi in un’esperienza collettiva capace di superare le temperature torride di questa stagione.
Al centro della storia, Brad Pitt veste i panni di un veterano della Formula 1, convinto a uscire dalla pensione per affiancare il promettente Damson Idris e risollevare le sorti di una scuderia in crisi. Il duello generazionale che si sviluppa sullo sfondo delle piste non è soltanto una gara al miglior tempo, bensì un confronto fra esperienza e ambizione, tra passato glorioso e futuro ancora da scrivere. Quanti di noi, osservando queste dinamiche, non si chiedono se il vero traguardo sia la vittoria o il passaggio di testimone fra chi ha già vissuto mille gare e chi deve ancora firmare la propria leggenda?
Dragon Trainer live-action, seconda posizione con onore
Scalzato dal podio ma tutt’altro che sconfitto, il reboot in carne e ossa di Dragon Trainer continua a mietere consensi, aggiungendo 782.000 euro a un bottino che, in appena tre settimane, ha già toccato l’importante cifra di sette milioni. Il carisma della star scozzese Gerard Butler, tornato a impersonare Stoick, unito alla freschezza dei giovanissimi Mason Thames e Nico Parker, convince un pubblico che non sembra mai sazio di draghi e di viaggi nelle remote terre vichinghe. Spettatori di ogni età riscoprono così l’incanto di un franchise che, nel passaggio dall’animazione al live-action, conserva intatta la capacità di far volare la fantasia oltre i confini del possibile.
Il successo del film risiede anche nella cura artigianale degli effetti speciali e delle ambientazioni nordiche, studiate per ricreare fedelmente l’atmosfera della saga animata senza tradirne lo spirito originario. A emergere è l’eterna dialettica fra tradizione e innovazione: da un lato il rispetto per un racconto amato, dall’altro la necessità di offrirgli un nuovo linguaggio visivo. Ci si chiede spontaneamente se questa operazione nostalgica non rappresenti, in realtà, una dichiarazione d’amore verso il pubblico che ha visto crescere la saga fin dai primi voli di Sdentato.
Elio, il fascino discreto di una fiaba spaziale
Nonostante recensioni lusinghiere, Elio di Pixar si ferma in terza posizione con 388.000 euro nel secondo fine settimana, toccando 1,3 milioni complessivi sul territorio nazionale e 72 milioni su scala globale. La storia di un ragazzino che, per un malinteso cosmico, viene scambiato per ambasciatore della Terra presso una confederazione aliena conquista la critica ma fatica a oltrepassare la barriera del passaparola. Forse la tenera vicenda interplanetaria necessita di un tempo più lungo per sedimentare nei cuori degli spettatori, abituati a ritmi narrativi sempre più frenetici?
Il lungometraggio, ricco di invenzioni visive e di quella delicatezza emotiva che contraddistingue il marchio Pixar, affronta con garbo temi di appartenenza, identità e comprensione reciproca tra specie diverse. Tuttavia, il contesto competitivo di metà stagione estiva, popolato da titoli più rumorosi, sembra averne limitato l’impatto immediato. Resta da vedere se l’effetto a lungo termine, grazie alle piattaforme digitali e al passaparola familiare, riuscirà a far decollare definitivamente la navicella di Elio verso mete più luminose.
28 Anni Dopo, gli zombie non terrorizzano il botteghino italiano
Il quarto gradino della classifica spetta a 28 Anni Dopo, nuova tappa della saga post-apocalittica ideata da Danny Boyle, che incassa altri 269.000 euro, salendo a 1,1 milioni in quindici giorni di programmazione. Un risultato inferiore alle aspettative, specie se confrontato con i 103 milioni racimolati a livello mondiale. È possibile che il pubblico italiano, pur apprezzando la firma autoriale di Boyle, sia momentaneamente saturo di atmosfere cupe e pandemiche dopo un lungo periodo globale segnato da ansie reali?
La presenza nel cast di Jodie Comer, Ralph Fiennes e Aaron Taylor-Johnson non basta, al momento, a replicare gli exploit di altri mercati. Ciononostante, il film getta le basi per una nuova trilogia che promette di espandere l’universo narrativo degli infetti rapidi e feroci, offrendo ampi margini di recupero nei mesi a venire. Non di rado le saghe horror si alimentano di culto e di visioni successive, e forse il pubblico italiano tornerà sui propri passi quando la curiosità, alimentata dal passaparola, avrà fatto maturare il desiderio di un brivido tardivo.
Lilo & Stitch, un’amicizia blu che resiste al tempo
Chiude la Top 5 il reboot targato Disney di Lilo & Stitch, forte di un percorso in sala ormai lungo sei settimane e di ulteriori 266.000 euro che spingono il totale nazionale fino a 21,2 milioni. Il racconto dell’incontro fra la piccola Lilo e l’esuberante alieno blu Stitch conserva intatto il suo potere di commuovere, grazie a una miscela di comicità, tenerezza e riflessione sul senso della famiglia. Che cosa rende, dopo tanti anni, ancora così irresistibile la storia di questa insolita coppia hawaiana? Forse la promessa, sempre mantenuta, che la diversità possa diventare un legame indissolubile anziché un ostacolo.
Il film, pur appartenendo alla corrente incessante dei remake in live-action, riesce a distinguersi grazie a un tono genuinamente affettuoso e alla cura riposta nei dettagli culturali delle isole Hawaii. Questo equilibrio fra fedeltà al classico animato e aggiornamento narrativo vibra nelle scene musicali e negli effetti speciali, regalando al pubblico un’esperienza capace di far rivivere emozioni note senza scadere nella pura nostalgia. Se il box office insegna qualcosa, è che le buone storie trovano sempre il modo di riaffacciarsi, portando con sé la freschezza di un’onda che non smette mai di infrangersi sulla battigia della memoria collettiva.