La campanella della Maturità 2025 sta per suonare. Mancano ormai pochissimi giorni e, come ogni anno, l’esame di Stato si trasforma in un rito collettivo che coinvolge non solo voi studenti, ma anche famiglie, docenti e, in fondo, l’intero Paese. Gli occhi sono puntati sul 18 giugno, data in cui la prima prova di italiano darà ufficialmente il via alla sessione ordinaria. Stavolta sarete in più di mezzo milione a presentarvi ai cancelli delle scuole, zaino leggero e testa piena di idee, pronti a misurare capacità di analisi, spirito critico e – diciamolo – un bel po’ di resistenza emotiva.
Siamo di fronte a numeri imponenti: 524.415 candidati (511.349 interni e 13.066 esterni) suddivisi fra 27.698 classi e seguiti da 13.900 commissioni distribuite lungo lo Stivale. Vi sembra un esercito? In effetti lo è, e a inquadrarlo ci pensa il Ministero dell’Istruzione e del Merito, che ricorda anche il divieto assoluto di smartphone e dispositivi digitali in aula: niente scorciatoie, solo penna, fogli e concentrazione. Tra licei, tecnici e professionali, non esiste provincia che resti fuori da questa ondata di adrenalina collettiva.
Il calendario ufficiale
Mercoledì 18 giugno alle 8:30 scatta la prima prova nazionale di italiano, uguale per tutti gli indirizzi e della durata massima di sei ore. Il giorno successivo, giovedì 19 giugno, toccherà alla seconda prova disciplinare, diversa per ogni corso di studi: dal latino al Classico alla matematica allo Scientifico, passando per economia aziendale negli istituti tecnici AFM. Gli eventuali colloqui prenderanno il via da lunedì 23 giugno secondo il calendario di ciascuna scuola. Avete già segnato tutto in agenda?
Per chi non potesse sostenere gli scritti per seri motivi documentati, la sessione suppletiva è fissata per il 2 e 3 luglio (scritti) e l’8 luglio (eventuale terza prova), mentre la sessione straordinaria di settembre resta l’ultima ancora di salvataggio. Un dettaglio fondamentale: l’assenza va sempre giustificata. Meglio non rischiare di compromettere mesi di studio per un certificato dimenticato, non trovate?
Le prove scritte
La prima prova punta a verificare padronanza linguistica, capacità argomentativa e sensibilità culturale. Sette le tracce proposte dal ministero: fra anniversari danteschi, riflessioni storico‑politiche e temi di attualità – guerre, clima, intelligenza artificiale – ognuno troverà terreno fertile per dare voce alle proprie idee. Sei ore possono sembrare un’eternità, ma la vera sfida sarà scegliere, progettare e rifinire senza farsi travolgere dall’ansia del foglio bianco.
La seconda prova entra nel cuore delle discipline caratterizzanti. Latino, matematica, scienze umane, lingua straniera: ogni corso di studi parla la propria lingua e richiede strumenti diversi. La durata cambia (quattro, sei, talvolta otto ore) e in alcuni licei artistici si spalma su due giorni. Nei professionali, invece, la prova è integrata e costruita direttamente dalla commissione sulla base di nuclei tematici imposti dal ministero: qui si valutano competenze operative e problem‑solving più che nozioni teoriche.
Il colloquio orale e la valutazione
Dopo gli scritti ci si siede di fronte alla commissione. Il colloquio parte da uno spunto iniziale scelto dai docenti: può essere un testo, un grafico, perfino un progetto svolto durante i percorsi PCTO. Da lì si sviluppa un dialogo multidisciplinare che abbraccia conoscenze, collegamenti, educazione civica e persino esperienze personali. È il momento di mostrare chi siete, non solo ciò che sapete.
Sul fronte punteggi, niente sorprese: massimo 40 crediti dal triennio finale, 20 punti per ciascuna prova scritta, 20 per l’orale e fino a 5 bonus. Lode per chi raggiunge 100 con i requisiti previsti. Novità dell’anno: il voto di condotta torna protagonista. Chi allo scrutinio ha riportato 6 decimi dovrà presentare un elaborato aggiuntivo di cittadinanza attiva; sotto il 6 non si è ammessi. E se il vostro comportamento merita 9 o 10, potrete ottenere l’intero credito previsto dalla media.
Commissioni e commissari esterni
Le commissioni restano a sette membri: un presidente esterno, tre commissari esterni e tre interni. Il ministero ha pubblicato online un motore di ricerca per consultare nomi e materie: strumento prezioso per chi vuole farsi un’idea di volti e domande possibili. Un consiglio? Non fossilizzatevi sui gossip dei corridoi; conoscerete i commissari il giorno dell’esame e a quel punto, conterà solo la vostra preparazione.
Guardiamo ai numeri: 13.900 commissioni per 27.698 classi, distribuite in ogni regione, isole comprese. Un’organizzazione che coinvolge migliaia di docenti, dirigenti, personale amministrativo. Vi siete mai chiesti quante firme, registri, verbali servano per far funzionare questa macchina? Dietro ogni banco c’è un ingranaggio burocratico che lavora per garantirvi un esame il più possibile equo.
Novità e prospettive future
Quest’anno debutta con forza il divieto assoluto di smartphone: non solo durante le prove, ma per l’intera permanenza in aula. L’obiettivo è tutelare la correttezza della prova e scongiurare frodi digitali. Intanto, il ministro Giuseppe Valditara ha aperto al dibattito su un possibile nuovo modello di maturità “orientato allo sviluppo della persona” già dal 2026. Domanda per voi: quale sarebbe l’esame ideale in un mondo che cambia a velocità supersonica?
Ultimo tassello: Invalsi e PCTO diventano requisiti d’ammissione a pieno titolo. Senza prove standardizzate e ore minime di stage formativo non si varca la soglia dell’esame. Una stretta che punta a collegare scuola, mondo del lavoro e misurazione delle competenze in ingresso all’università. Forse è dura, ma serve a dare coerenza al percorso. Vi sentite pronti a raccontare il vostro tirocinio durante l’orale? Pensateci: potrebbe essere l’asso nella manica che non vi aspettate.
In bocca al lupo a tutti voi maturandi: la strada è segnata, ma il passo – quello – spetta soltanto a voi.