Avete già sentito la notizia? Venerdì 13 giugno, nella Sala del Concistoro, Papa Leone XIV ha fissato al 7 settembre 2025 la canonizzazione congiunta di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Un gesto che punta dritto al cuore del Giubileo, ma che al tempo stesso riscrive il calendario vaticano: le due cerimonie, inizialmente separate e previste il 27 aprile e il 3 agosto, si fondono in un’unica data carica di simboli e di aspettative.
Il Papa ha spiegato ai cardinali che «unire due giovani innamorati del Vangelo è il segno più nitido che possiamo offrire al mondo di oggi».
Se siete cresciuti a pane e social media, il nome di Carlo vi suona familiare: il quindicenne milanese che catalogava miracoli eucaristici online e che oggi viene chiamato “influencer di Dio”. Se invece amate la montagna o siete passati da un gruppo scout, Pier Giorgio è il volto pulito del volontariato torinese, il ragazzo che scalava le vette col Vangelo in tasca e i poveri nel cuore. Due epoche diverse – 1901 – 1925 per Frassati, 1991 – 2006 per Acutis – ma la stessa passione contagiosa per l’Eucaristia e per i fratelli. Non è un caso che il Vaticano parli di “santi ponte” fra generazioni: uno apre la porta alla Modernità, l’altro guida i nativi digitali verso il cielo.
Un annuncio atteso da anni
Il Papa ha parlato in latino, davanti a cardinali provenienti da cinque continenti, approvando all’unanimità il decreto che iscriverà i due beati nell’Albo dei Santi. L’atto formale ricalca il protocollo standard: voto del Concistoro, promulgazione del decreto, scelta della data liturgica. Eppure, dietro la burocrazia, c’è la regia di un pontefice che vuole imprimere una svolta sinodale: «Non celebriamo una strategia, celebriamo due vite che hanno già fatto sinodo con i loro coetanei», avrebbe confidato a porte chiuse.
Perché proprio il 7 settembre? La risposta è pragmatica. Quel giorno cade tra il Giubileo dei Giovani (fine agosto) e la ripresa dell’anno pastorale in moltissimi Paesi. Significa convogliare a Roma pellegrini che saranno già in viaggio, ridurre i costi logistici e offrire ai fedeli un unico grande atto di partecipazione. Un mese più tardi, il 19 ottobre, Leone XIV proclamerà santi altri sette beati, spalmando così il flusso di visitatori e le misure di sicurezza.
Chi è Carlo Acutis: il “patrono del web”
Lo abbiamo visto in felpa e jeans sul santino diffuso in milioni di copie. Carlo nasce a Londra, cresce a Milano e muore ad Assisi a soli quindici anni, colpito da una leucemia fulminante. Nel mezzo, mette online un atlante digitale dei miracoli eucaristici, fonda siti parrocchiali, spiega ai coetanei che «l’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo». Due guarigioni inspiegabili – in Brasile e in Costa Rica – completano il dossier dei miracoli richiesti dalla prassi canonica.
Se vi chiedete perché Carlo parli tanto ai giovani, la risposta è semplice: era uno di loro. Videogiochi, calcio, programmazione, ma con una bussola interiore che puntava sempre verso l’altare. La madre Antonia lo descrive così: «Un ragazzo normale, solo più innamorato di Gesù». Per questo la Cei sta preparando catechesi multimediali, mentre Assisi annuncia maxi-schermi in piazza San Francesco per seguire la celebrazione in diretta.
Pier Giorgio Frassati: la santità delle vette e della solidarietà
Torinese, laureando in ingegneria mineraria, alpinista instancabile: Pier Giorgio stravolge i cliché di fine Ottocento. Ammalatosi di poliomielite fulminante, muore a 24 anni lasciando dietro di sé una scia di opere di carità – lettere, bollette pagate di tasca propria, visite notturne ai malati. Il miracolo decisivo per la canonizzazione riguarda la guarigione di un giovane brasiliano, riconosciuta nel 2024 dal Dicastero delle Cause dei Santi.
Frassati non è un santo da museo: la sua tomba, nel Duomo di Torino, attira ogni anno migliaia di pellegrini, molti dei quali indossano scarponi e portano lo zaino come gesto simbolico. L’Azione Cattolica e la Fuci, di cui era membro, hanno già programmato il “Frassati Day” il 6 settembre, vigilia della canonizzazione, con una scalata collettiva sul Monte Autore e un flash‑mob solidale sotto i portici di via Po. Voi parteciperete?
Il percorso verso il decreto finale
Servono anni di indagini, interrogatori, perizie mediche. Carlo ha ottenuto il placet dei medici vaticani per la guarigione di Matheus, bimbo brasiliano con pancreas atrofizzato, e di Valeria, studentessa costaricana sopravvissuta a un trauma cranico. Pier Giorgio ha invece intercesso per una donna argentina colpita da meningite batterica: remissione totale in 48 ore, senza sequele neurologiche. Due iter distinti, stessi criteri: virtù eroiche, fama di santità, miracoli postumi.
Il 13 giugno i cardinali hanno ratificato il voto definitivo. Qui la novità maggiore: un solo rito per due cause. Rarissimo nella storia recente – l’ultimo caso analogo risale alla canonizzazione congiunta di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II nel 2014 – ma giustificato, spiegano in Vaticano, dalla “complementarità pastorale” dei due giovani.
Cosa accadrà il 7 settembre a Roma
La liturgia dovrebbe svolgersi in piazza San Pietro alle 10 del mattino, ma la Sala Stampa specifica che l’ipotesi di spostare l’altare ai Fori Imperiali resta sul tavolo, dati i numeri attesi: fino a 300 mila presenze, secondo la Prefettura di Roma. Il Comune ha già chiesto 1.700 volontari di protezione civile, 2.000 bagni chimici, corse straordinarie di treni e bus notte.
Assisi e Torino vivranno in parallelo. In Umbria aprirà l’esposizione “Carlo, pellegrino di luce” con reliquie e gadget molto sobri – niente hair‑relics, dopo il caso dell’asta online bloccata dal vescovo – mentre nel capoluogo piemontese il Museo della Montagna allestirà “Frassati: 24 anni ad alta quota”. Turismo religioso, certo, ma anche giro d’affari: Federalberghi stima +18 % di prenotazioni su settembre.
Perché canonizzare due giovani insieme
Noi crediamo che la scelta abbia un messaggio forte: la santità non è un club per pochi eletti, ma una strada percorribile anche con lo smartphone in mano o con la corda da arrampicata in spalla. Leone XIV lo ha detto in Consistorio: «La Chiesa non teme il futuro quando il Vangelo è già vissuto nel presente». Voi, che uso fate del vostro presente?
Il sentimento è condiviso. Antonia Salzano, madre di Carlo, parla di «abbraccio ai ragazzi che si sentono soli davanti allo schermo»; i giovani dell’Azione Cattolica torinese vedono in Frassati «un invito a sporcarsi le mani di polvere e di Vangelo». Due storie che non chiedono emulazione sterile, ma autenticità. E forse è proprio questo che ci scuote: la domanda scomoda – che cosa ci impedisce di fare lo stesso?