L’amministrazione Donald Trump sta organizzando il trasferimento di migliaia di stranieri, irregolari negli Stati Uniti, verso la base militare di Guantanamo a Cuba. Secondo quanto riferito dal Washington Post, le operazioni potrebbero dare inizio già nei prossimi giorni e riguardare anche cittadini italiani.
Operazione e paesi coinvolti
Le informazioni condivise su documenti di fonti anonime evidenziano che gli individui interessati provengono da diverse nazioni alleate. Oltre all’Italia, sono indicati paesi come il Regno Unito, la Francia, la Germania, l’Irlanda, il Belgio, i Paesi Bassi, la Lituania, la Polonia, la Turchia e l’Ucraina. Tra queste, figurano anche nazioni extraeuropee, specialmente per quanto riguarda soggetti provenienti da Haiti.
Dettagli operativi e reazioni
I documenti evidenziano come il trasferimento si stia configurando come un’operazione estremamente delicata. Il dipartimento della Sicurezza interna ha sottolineato che le autorità non segnalerebbero tempestivamente l’azione ai governi dei paesi interessati, includendo anche alleati come il Regno Unito, la Germania e la Francia. Risulta altresì confermato che i soggetti in questione sono considerati immigrati irregolari. Diversi Stati, pur disponibili al rimpatrio dei propri cittadini, non hanno adempiuto agli adempimenti necessari in tempi rapidi.
Piani sanitari e questioni logistiche
Tra le misure adottate vi è la pianificazione di visite mediche destinate a 9000 persone, per verificare idoneità e salute prima del trasferimento a Guantanamo. Tuttavia, sorgono dubbi circa la capacità della base di accogliere un numero così elevato di individui, dato che in passato la struttura ha gestito gruppi di migranti ben più contenuti. Il piano intende alleviare il sovraccarico delle strutture detentive negli Stati Uniti, messa in crisi dalla politica di maxi deportazioni avviata all’inizio del secondo mandato di Trump.
Documenti visionati rivelano inoltre che la struttura a Guantanamo non ha ancora raggiunto il suo limite massimo, mentre a gennaio l’amministrazione annunciava un obiettivo di 30mila trasferimenti. Di recente, però, manovre che hanno visto gruppi di migranti essere ridestinati dalla base a Cuba verso la Louisiana hanno messo in discussione l’efficienza operativa della struttura.