Nel corso del pomeriggio si assiste a un episodio insolito: Giorgia Meloni pubblica un selfie tramite i social, facendo riferimento a un recente commento diretto alla segretaria del Pd. Con un sorriso smagliante, la premier sottolinea come Elly Schlein abbia affermato che il voto del referendum non giova all’attuale governo. La risposta, tempestiva via social, riprende un commento di Meloni in cui si invocava il rispetto per chi aveva partecipato al referendum del 2016, a cui Schlein replica ironizzando sulla mancanza di coerenza.
Reazioni al referendum
L’esito del referendum lascia diversi strascichi, soprattutto all’interno del Pd ma non solo. Riccardo Magi critica apertamente alcune posizioni riguardanti la cittadinanza, evidenziando che parte del Movimento Cinque Stelle non ha sostenuto la proposta. Tali osservazioni suscitano la replica di Giuseppe Conte, il quale sostiene che, pur appoggiando la battaglia, il mezzo scelto con il referendum abbia creato perplessità. Anche un segmento dell’elettorato, definito da Magi come “pezzo di elettorato democratico”, condivide queste riserve, come si evince dalle analisi dell’Istituto Cattaneo che mostrano una percentuale di elettori del Pd favorevoli al «no» al quesito.
Discussioni interne e prospettive future
La questione ha sollevato l’esigenza di un dialogo all’interno del Pd, sebbene le discussioni interne non sembrino imminenti. Le voci dei riformisti spingono per un confronto diretto in tempi brevi, tuttavia, un recente incontro di un gruppo di riferimento non ha avuto luogo. Alcuni esponenti, come Dario Nardella, invitano a non procedere a una resa dei conti, evidenziando come il fallimento del referendum imponga di interpretare il messaggio degli italiani per migliorare, anche con eventuali cambiamenti strategici.
Dal canto della segretaria Schlein, l’enfasi viene posta sul sostegno espresso da 13 milioni di votanti, in difesa delle scelte relative ai referendum sul lavoro. L’idea è quella di proporre un’alternativa al correre dietro alla destra, un errore che, secondo lei, ha portato ad un rafforzamento degli avversari. Tale visione si contrappone alla posizione più rigida espressa all’interno della minoranza democratica, come sottolineato da Pina Picierno, che evidenzia la distanza tra le linee strategiche e quelle identitarie.
Analisi e considerazioni tecniche
In mattinata, Igor Taruffi ha commentato la critica rivoluzionata alla vicepresidente del Parlamento europeo, contestando l’idea che il referendum sia stato un “regalo a Meloni”. Secondo Taruffi, la via intrapresa dal Pd è quella corretta per questioni sul lavoro, mentre il presunto “regalo” è da attribuire a scelte del passato che hanno allontanato il partito dal suo elettorato.
L’analisi condotta dall’Istituto Cattaneo conferma l’aderenza degli elettori dem agli interrogativi referendari, osservando che il relativo successo del «Sì» sul reintegro dei lavoratori è stato dovuto principalmente alla forte partecipazione degli elettori di alcuni schieramenti. Inoltre, si sottolinea come, esaminando i dati delle elezioni 2022, il voto favorevole riguardo ai quesiti sul lavoro si avvicini ai numeri ottenuti dal centrodestra, soprattutto se si includono anche i residenti all’estero.