L’esito del Dna ha confermato che la donna e la piccola trovate senza vita a Villa Pamphili a Roma erano in realtà madre e figlia. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile, prosegue puntando a chiarire ogni dettaglio del caso.
Indagini e nuovi approfondimenti
Dalle immagini dei quattro tatuaggi presenti sul corpo della donna, diffuse dalla polizia, sono pervenute numerose segnalazioni al 112. Al momento gli investigatori stanno esaminando le denunce ricevute. Un ulteriore sopralluogo è previsto in giornata nel parco per raccogliere ulteriori elementi utili a fare chiarezza su questa vicenda.
Reperimento delle impronte e analisi forensi
Le impronte dattiloscopiche della donna, stimata avere circa trent’anni, sono state inoltrate alle banche dati internazionali. In assenza di una pronta identificazione, verranno trasmessi anche gli esiti del Dna all’estero, nell’ambito dell’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini che sospetta un duplice omicidio aggravato. L’autopsia ha evidenziato segni sul collo della bimba, ipotizzando una possibile strangolazione, mentre sul corpo della donna non sono stati riscontrati segni di violenza.
Identikit e particolari fisici
Le indagini hanno permesso di ricostruire un profilo indicativo: la vittima era una giovane donna dai lineamenti caucasici, con capelli chiari, alta 1,64 m e dal peso di 58 kg, in un range d’età tra i 20 e i 30 anni. I tatuaggi, visibili in diverse parti del corpo, includono disegni sul piede destro, sulla parte alta dell’addome e su due posizioni del braccio destro, l’ultimo dei quali raffigura due pappagalli bianchi.