Il contesto demografico italiano continua a evidenziare delle criticità, come dimostrano i dati Istat di marzo 2025. L’Italia affronta un progressivo invecchiamento della popolazione, con appena 370mila nascite nel 2024, registrando un calo del 2,6% rispetto all’anno precedente e un nuovo minimo storico di 1,18 figli per donna.
Cause socio-culturali oltre l’aspetto economico
Secondo la Fondazione Magna Grecia, le motivazioni che inducono i giovani a posticipare o a rinunciare alla genitorialità non risiedono esclusivamente nelle difficoltà economiche, bensì in fattori culturali, sociali e relazionali complessi. La ricerca sottolinea l’importanza di analizzare questi elementi in concomitanza con i possibili impatti socioeconomici della denatalità, per affrontare il futuro con ottimismo. In questo contesto, la decisione di avere figli viene osservata come un progetto personale che richiede una spinta motivazionale non solo basata su condizioni materiali, ma anche su un desiderio di crescita personale.
Famiglia e reti di supporto: elemento decisivo
Il rapporto con la famiglia di origine emerge come uno dei fattori chiave. I giovani vedono nella presenza di una rete familiare affidabile un elemento imprescindibile per affrontare la genitorialità. La ricerca rivela che il 59,4% dei giovani considera la nascita di un figlio una tappa fondamentale nella propria vita di coppia, sebbene la realizzazione di questo sogno sia strettamente legata al sostegno dei genitori. D’altro canto, il forte legame affettivo con il “nido” familiare spinge molti a non abbandonarlo, soprattutto se i mezzi economici non consentono una separazione autonoma, evidenziando una sfiducia verso il supporto esterno.
Chi decide di diventare genitore, infatti, lo fa con una forte determinazione, mentre giudica negativamente chi intraprende questo percorso senza la sicurezza economica necessaria. L’idea di fare figli si trasforma così in un progetto che, oltre agli ostacoli materiali, è condizionato anche dalla paura di rinunciare a traguardi personali come la stabilità lavorativa, la sicurezza economica e il tempo libero, elementi fondamentali per la realizzazione individuale.
Nuove prospettive e modelli per il futuro
La Fondazione Magna Grecia evidenzia l’urgenza di affrontare la questione da una prospettiva globale, ponendo l’accento sulla necessità di nuovi modelli di sviluppo territoriale ed economico, che tengano conto della crescita della longevità. Un “Osservatorio permanente su Denatalità, sostenibilità intergenerazionale e longevità” è stato istituito per aprire nuovi percorsi di ricerca in ambiti quali l’invecchiamento attivo, il welfare collaborativo e nuove forme di narrazione attorno alla genitorialità.
Le iniziative in fase di sperimentazione mirano a ridefinire il ruolo del concetto di famiglia, allargando la responsabilità di cura anche al di fuori del nucleo tradizionale, con l’obiettivo di alleggerire il carico, in particolare per le donne. Inoltre, l’importanza delle reti di prossimità, dei nonni e di altre forme di supporto intergenerazionale viene rivalutata per favorire un approccio inclusivo alla genitorialità.
Una sfida che coinvolge l’intera società
Per i giovani, il problema della denatalità rimane una scelta personale e non una responsabilità collettiva. Tuttavia, le analisi sottolineano come questo fenomeno incida sul patto generazionale, suggerendo l’opportunità di rivedere percorsi e politiche a livello territoriale ed economico. La ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità ha dichiarato l’importanza di un’analisi approfondita, ricordando che le scelte economiche si intrecciano inevitabilmente con visioni culturali più ampie, le quali dovrebbero costituire la guida per ogni intervento politico.