Erano circa le 2 del mattino di domenica 1 giugno 2025 quando una BMW Serie 3 con a bordo tre giovani ha forzato un posto di controllo dei Carabinieri lungo la provinciale che taglia San Matteo della Decima, frazione di San Giovanni in Persiceto. Pochi minuti dopo, all’incrocio con via Cento, l’auto in fuga ha centrato in pieno la vettura di una coppia che procedeva in senso opposto: nell’impatto ha perso la vita Bruno Ansaloni, 56 anni, imprenditore agricolo di Sant’Agata Bolognese, mentre la moglie cinquaduenne è rimasta gravemente ferita.
Secondo una prima ricostruzione ufficiale, il conducente della BMW ha accelerato quando i militari gli hanno intimato l’alt, imboccando a velocità elevata le strade strette della campagna. La pattuglia ha lanciato l’inseguimento, ma ha perso contatto pochi secondi prima dello schianto. L’urto, violentissimo, ha proiettato entrambe le auto fuori carreggiata; per Ansaloni non c’è stato nulla da fare, mentre la moglie è stata estratta dalle lamiere dai Vigili del Fuoco e trasferita d’urgenza all’Ospedale Maggiore, dove è stata operata e rimane in prognosi riservata.
La dinamica dell’incidente
Gli investigatori hanno stabilito che la BMW, rubata poche ore prima in provincia, viaggiava a oltre 120 km/h su un tratto con limite a 50. Dopo avere imboccato l’incrocio, il conducente ha perso il controllo in frenata, invadendo la corsia opposta e centrando il veicolo della coppia. Le telecamere comunali hanno registrato l’intera sequenza: appena tre secondi di manovre sbagliate che sono costati una vita e hanno devastato due famiglie.
Testimoni riferiscono di “un boato simile a un’esplosione” seguito dal rumore delle sirene. I primi a soccorrere le vittime sono stati alcuni residenti svegliati dallo schianto; uno di loro ha cercato di rianimare Ansaloni prima dell’arrivo del 118. I Carabinieri, giunti sul posto, hanno trovato i tre giovani fuggitivi feriti in modo non grave: due erano rimasti intrappolati nell’abitacolo, il terzo ha provato a dileguarsi nei campi ma è stato fermato poco dopo.
Le vittime e i feriti
Bruno Ansaloni, volto noto dell’agricoltura locale, gestiva con la famiglia un’azienda ortofrutticola specializzata in pere e mele destinate all’export. Al momento dell’incidente stava andando con la moglie a riprendere il figlio adolescente a una festa di fine scuola. «Era un lavoratore instancabile – ricordano i colleghi del consorzio agrario – sempre disponibile ad aiutare gli altri agricoltori durante le raccolte». L’azienda, che impiega dieci dipendenti stagionali, resterà chiusa per lutto fino al funerale.
La moglie, 52 anni, è stata sottoposta a un delicato intervento per ridurre un trauma toracico e diverse fratture. I medici non sciolgono la prognosi ma parlano di “condizioni stabili”. A sostenerla in ospedale ci sono i due figli e i parroci di Sant’Agata Bolognese, che hanno organizzato una veglia di preghiera. Il sindaco del paese, intervenuto all’ospedale, ha annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali: «Questa tragedia colpisce l’intera comunità».
Gli arresti e l’indagine
Il conducente, un 22enne residente a Castello d’Argile, è stato identificato dalla targa recuperata tra i rottami e arrestato poche ore dopo a casa dei genitori con l’accusa di omicidio stradale aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e fuga. Negativi agli alcol‐test i passeggeri, ma sul conducente si attende l’esito delle analisi tossicologiche. Gli altri due ragazzi, italiani di 24 e 25 anni, sono indagati per concorso e per ricettazione della vettura.
Gli inquirenti stanno valutando se la BMW abbia partecipato a furti recenti nel bolognese: nel cofano sono stati trovati arnesi da scasso e guanti in lattice. Le telecamere dei distributori lungo la provinciale saranno acquisite per ricostruire il percorso della fuga. Intanto il PM di turno ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in carcere; l’interrogatorio di garanzia è previsto entro martedì.
Reazioni e riflessi sulla sicurezza stradale
Il dramma rilancia il dibattito sulla sicurezza delle provinciali emiliane, dove solo nel 2023 si sono contati 3.275 incidenti con 146 morti, secondo l’ultimo focus Istat sulla regione. Il tratto dove è avvenuto lo schianto è spesso percorso ad alta velocità e i residenti chiedono da tempo dissuasori e rotatorie. La Città Metropolitana ha annunciato un sopralluogo tecnico per valutare nuovi limiti e l’installazione di autovelox mobili nei weekend.
Sul piano politico, i sindacati di polizia rilanciano la richiesta di dotare le pattuglie di telecamere frontali e di regole più stringenti per le manovre di inseguimento. «Servono strumenti per fermare i delinquenti senza esporre gli altri utenti della strada a rischi mortali», commenta il segretario provinciale del Sap. In serata i Carabinieri hanno diffuso un appello ai giovani: «Un momento di sconsideratezza può distruggere molte vite, non vale la pena premere l’acceleratore per sfuggire a un controllo».