Legnano (Milano) – Il corpo senza vita di Vasilica Potincu, 35 anni, è stato trovato domenica 25 maggio nel suo appartamento di via Stelvio, trafitto da un coltello conficcato tra le scapole. La scoperta, fatta da una vicina che aveva notato la porta socchiusa, ha scatenato una caccia all’assassino tuttora in corso.
Il ritrovamento
Quando la porta dell’alloggio al primo piano è rimasta aperta oltre l’ora di pranzo, la vicina di casa si è allarmata. Entrando, si è trovata davanti la scena: la giovane donna era riversa a terra, il manico dell’arma ancora visibile. Erano circa le 14.30. Il 112 è stato contattato in pochi istanti, ma i sanitari non hanno potuto che constatarne la morte. Nel giro di minuti l’edificio è stato isolato dai carabinieri, mentre le prime sirene rompevano il silenzio del quartiere residenziale ai margini del centro storico.
«Poco prima avevo sentito urla soffocate — racconta un residente — ho capito che qualcosa non andava quando ho visto il sangue sul pavimento», confida chi abita nella stessa scala. Gli investigatori hanno trovato pochi segni di colluttazione: nessuna finestra forzata, mobili in ordine, borsetta e cellulare della vittima al loro posto. Un dettaglio agghiacciante: l’arma del delitto, un coltello da cucina, non è stata rimossa dall’assassino, segno di una fuga precipitosa.
Le prime indagini
La Compagnia dei carabinieri di Legnano, supportata dal Nucleo Investigativo di Milano, ha eseguito rilievi per ore, spegnendo le luci del portone solo a sera. Il sostituto procuratore di Busto Arsizio ha disposto l’autopsia e acquisito i filmati delle telecamere comunali. Tra i primi elementi raccolti c’è l’assenza di effrazione: chi ha colpito potrebbe aver avuto un accesso privilegiato o essere stato atteso dalla vittima. Gli agenti della Scientifica hanno repertato impronte latenti su due bicchieri lasciati sul tavolo del soggiorno.
L’attenzione si concentra su una Volkswagen Polo bianca parcheggiata a meno di cento metri dall’ingresso, segnalata da più testimoni come vista ripartire poco dopo le 15.00. Il veicolo, ora sotto sequestro, appartiene a un conoscente di Potincu residente fuori regione: gli inquirenti stanno verificando alibi e spostamenti. Intanto si scandagliano i contatti telefonici della vittima e i suoi profili social alla ricerca di minacce o conflitti recenti. Nessuna pista, spiegano gli investigatori, è esclusa: dagli ambiti sentimentali a possibili dissidi legati al lavoro saltuario nella ristorazione.
La vittima: un profilo riservato
Originaria di Iași, nel nord-est della Romania, Vasilica Potincu era arrivata in Italia una decina d’anni fa e lavorava saltuariamente come aiuto-cuoca in locali della zona. I vicini la descrivono come «una ragazza gentile che salutava tutti e pagava l’affitto puntuale». Viveva da sola, senza parenti stretti in Lombardia: l’unica sorella risiede ancora in Romania ed è stata avvisata dal consolato. Sul pianerottolo, dice chi la conosceva, non si erano mai sentiti litigi provenire dal suo appartamento.
Nonostante quella riservatezza, nelle ultime settimane qualcuno avrebbe bussato con insistenza alla sua porta in orari insoliti. A rivelarlo sono due condomini, ascoltati come persone informate sui fatti. «Abbiamo sentito delle discussioni in lingua straniera, ma non capivamo», raccontano. Gli inquirenti stanno cercando eventuali messaggi vocali salvati sul telefono, sequestrato insieme al computer portatile. Il dispositivo è ora in analisi nel laboratorio forense di Monza.
Femminicidi e violenza di genere: il quadro nazionale
Il delitto di Legnano si inscrive in una statistica che continua a destare allarme. Secondo l’ultima relazione del Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno, nel 2024 le donne uccise in Italia sono state 111; in 96 casi il contesto era familiare o affettivo. Il dato, pur in lieve calo rispetto al 2023, mostra che oltre otto omicidi su dieci avvengono fra le mura domestiche o per mano di persone conosciute.
Alla dimensione dei delitti consumati si affianca l’enorme area sommersa. I numeri del servizio pubblico 1522, diffusi dall’Istat, indicano che nel quarto trimestre 2024 quasi il 73% delle vittime che hanno chiesto aiuto non ha sporto denuncia, principalmente per paura di ritorsioni. Gli esperti ricordano che ogni omicidio è l’esito estremo di un’escalation di minacce e maltrattamenti spesso ignorata. Per questo le autorità rinnovano l’invito a contattare i centri antiviolenza e a segnalare per tempo situazioni di rischio.
Le prossime ore saranno decisive: l’autopsia chiarirà l’ora esatta del decesso e, forse, consegnerà tracce biologiche dell’aggressore. Intanto gli inquirenti battono le strade tra Milano e l’hinterland, alla ricerca di un killer che conosceva la vittima abbastanza da entrare in casa sua e scappare in meno di dieci minuti lasciando dietro di sé solo silenzio e un coltello.