Il recente ordine esecutivo firmato da Donald Trump ha suscitato notevole scalpore nel settore farmaceutico, con l’obiettivo dichiarato di abbassare i prezzi dei medicinali. Tale provvedimento, tuttavia, si applicherà solamente ai farmaci inclusi nei piani Medicare, mentre eventuali riforme più ampie richiederanno un intervento legislativo da parte del Congresso.
Le direttive per la contrattazione
Secondo quanto dichiarato da Giampaolo Nodari, amministratore delegato di J. Lamarck, società di consulenza specializzata nel settore biotech, le case farmaceutiche saranno costrette a negoziare direttamente con il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. Il Segretario Robert F. Kennedy avrà un termine di 30 giorni per stabilire i prezzi di riferimento seguendo il criterio della nazione più favorita. Questo sistema, infatti, punta a individuare il costo più basso disponibile in uno Stato membro dell’OCSE che registri un PIL pro capite non inferiore al 60% di quello statunitense, incoraggiando così un adeguamento preventivo da parte delle aziende.
Nel caso in cui si dovesse manifestare una mancata adesione agli standard fissati, il governo ha lasciato intendere la possibilità di procedere con l’importazione di farmaci da Paesi in cui il prezzo risulti inferiore. Tuttavia, questa opzione potrebbe risentire di complesse criticità pratiche, dato che i Paesi potenzialmente interessati potrebbero non essere in grado di soddisfare la crescente domanda del mercato degli Stati Uniti.
Ambito di applicazione e criticità
L’implementazione del decreto prevede in prima istanza la copertura dei medicinali di marca, pur non escludendo che altre categorie possano essere incluse successivamente. In modo particolare, Trump ha citato esplicitamente alcuni farmaci destinati al trattamento di patologie come il cancro al seno, disturbi legati alla perdita di peso e l’asma.
Nonostante l’intento di contenere i costi, il provvedimento ha già avuto modo di sollevare preoccupazioni all’interno del comparto. PhRma, che rappresenta i maggiori gruppi farmaceutici, ha espresso timori sul fatto che l’adozione di questo criterio possa rendere gli Stati Uniti maggiormente dipendenti da fornitori esterni, specialmente dalla Cina. L’inesorabile interconnessione con il commercio internazionale potrebbe quindi provocare implicazioni economiche e conseguenze occupazionali.
Posizioni del mondo biotech e scenari futuri
Una visione complementare è stata offerta dall’Associazione Bio, la quale ha evidenziato che le famiglie americane non dovrebbero essere trattate come semplici “merce di scambio” in un contesto di tensioni commerciali internazionali. In tale ottica, è necessario sostenere il settore attraverso investimenti mirati, semplificando processi burocratici e promuovendo una maggiore trasparenza lungo l’intera filiera produttiva.
Il dibattito sul contenimento dei prezzi dei farmaci si presenta come una priorità trasversale sia per i Dem che per i Repubblicani. Tuttavia, le proposte messe sul tavolo divergono, evidenziando le complesse dinamiche che il decreto ha aperto. Anche Jay Bhattacharya, direttore dei National Institutes of Health, ha manifestato l’intenzione di sostenere le aziende farmaceutiche statunitensi, pur riconoscendo che la nuova disposizione intreccia temi di politica interna, commercio internazionale e diritti dei pazienti.
In un’ottica di possibile scontro giuridico, Nodari ha sottolineato come l’industria farmaceutica potrebbe ricorrere all’azione legale contro il decreto. L’esperienza passata, infatti, vede una versione simile dell’ordinanza annullata per via giudiziaria alla fine del primo mandato di Trump, indicando che il percorso futuro potrebbe essere irto di contenziosi.
Mentre il governo si prepara a definire con precisione i dettagli operativi e le tempistiche, il settore farmaceutico osserva con attenzione lo sviluppo delle trattative e le possibili soluzioni che emergeranno. Tale mossa, che intende stabilire un equilibrio tra l’interesse pubblico e la sostenibilità dell’industria, evidenzia i compromessi necessari in un contesto che rimane particolarmente delicato e strategico per l’economia e la salute nazionale.
Il panorama delineato evidenzia che le discussioni resteranno animate e che la strada per l’adozione definitiva di misure strutturali dovrà superare ostacoli legali e negoziali, trasformando il mercato dei farmaci in un campo di scontro complesso e multifacetico.