Nel cuore della notte tra mercoledì e giovedì si sono svolte le finali di Eastern Conference dell’NBA, che rappresenta il palcoscenico delle semifinali dei playoff nel campionato di basket nordamericano. La sfida ha visto contrapporsi i New York Knicks e gli Indiana Pacers, con particolare enfasi per il ritorno dei Knicks in finale di conference dopo venticinque anni. L’atmosfera al Madison Square Garden era carica di speranze e di energia, specialmente grazie all’opportunità di giocare davanti al pubblico di casa.
Il vantaggio che sembrava definitivo
Fino ai minuti finali della partita, i Knicks avevano dominato la situazione. Con meno di tre minuti da giocare, erano in vantaggio di ben 14 punti, e a soli 53 secondi dal termine il margine era sceso a 9 punti (121-112), una situazione che normalmente garantisce un’alta probabilità di vittoria. Questi numeri sembravano suggerire un esito definitivo a favore degli ospiti di casa.
Tuttavia, le cose hanno cominciato a prendere una piega inaspettata grazie al contributo decisivo degli Indiana Pacers. Durante l’ultimo tratto della partita, Aaron Nesmith ha realizzato tre precisi tiri da tre punti, modulando il ritmo del gioco e mettendo in difficoltà la gestione finale delle offensive da parte dei Knicks.
La rimonta e il finale spettacolare
Il flusso di gioco è cambiato rapidamente. Il controllo dell’attacco dei Knicks si è affievolito a causa della loro difficoltà nel gestire il cronometro e nel mantenere il possesso, mentre la squadra di Indiana ha saputo sfruttare le situazioni di fallo deliberato per fermare il tempo, costringendo i Knicks a sbagliare diversi tiri liberi nei momenti cruciali.
A sette secondi dalla fine, l’intervallo dei punti era diventato sempre più sottile: il vantaggio si era ridotto a soli due punti, con il punteggio che segnava 125-123. In quell’istante tensione, Tyrese Haliburton, figura chiave dei Pacers, ha orchestrato un’azione fulminea portando la palla nella metà campo avversaria. Entrato in area, ha tentato di tirare da tre punti, lasciando partire il tiro all’ultimo istante. Questa mossa, pur essendo rocambolesca, ha evidenziato l’inarrestabile determinazione dei Pacers.
Il colpo di scena è arrivato quando, a causa di un errore tecnico – Haliburton aveva poggiato il piede sulla linea del tiro da tre – il canestro, anziché valere tre punti, è stato calcolato per due. Questo dettaglio ha portato la partita all’overtime, un tempo supplementare di cinque intensi minuti. Durante il prolungamento, i Knicks hanno iniziato bene, ma la resilienza dei Pacers ha prevalso, portando alla vittoria per 138-135. La rimonta improvvisa si è distinta soprattutto perché, a quel punto della partita, gli Indiana avevano preso il controllo della partita per la prima volta dal secondo quarto.
Una finale storica
Per comprendere la portata di questo risultato, è importante considerare alcuni dati storici. Negli ultimi 27 anni, si sono registrate 1.414 situazioni nei playoff NBA in cui una squadra con un vantaggio di almeno 9 punti nel finale ha sempre chiuso la partita trionfando; un dato che rende la sconfitta dei Knicks ancor più sorprendente. A 2 minuti e 51 secondi dal termine, con un vantaggio di 14 punti, la probabilità di vittoria dei Knicks aveva raggiunto il 99,7 percento. Questo ribaltamento evidenzia quanto sia forte la capacità dei Pacers di riscattarsi nei momenti più critici.
In questa stagione, la squadra di Indiana ha dimostrato in più di un’occasione una notevole attitudine a rimontare svantaggi che apparivano definitivi. Hanno infatti superato episodi simili nel primo turno, dove erano stati inferiori di 7 punti a soli 34,5 secondi dalla fine, e nelle semifinali di conference contro i Cleveland Cavaliers, dove in diverse occasioni si trovavano in svantaggio. Queste performance hanno arricchito una rivalità già accesa, risalente agli anni Novanta, quando le due squadre si erano scontrate per ben sei volte nei playoff.
Il contributo di Haliburton si è ulteriormente contraddistinto grazie a un’esultanza caratteristica, un gesto che ha richiamato il celebre momento del giocatore dei Pacers Reggie Miller nel 1994, quando indicava con le mani il collo in segno di vittoria, dirigendosi verso il tifoso e regista in campo, Spike Lee. Questo episodio sottolinea la tendenza dei Knicks a farsi trovare impreparati nei momenti decisivi, un tratto che ha condotto anche al risultato finale.