L’indagine sul caso Garlasco continua a riservare sorprese, nonostante l’analisi sofisticata delle tracce digitali. Sono state rinvenute sei impronte “palmari” mai identificate sulle pareti della scala nella villetta dove è stato ritrovato il corpo di Chiara Poggi. Gli specialisti della procura di Pavia hanno escluso l’appartenenza di queste tracce ad alcuni soggetti noti, tra cui Andrea Sempio, Alberto Stasi e i parenti della giovane vittima, così come amici e conoscenti. Tali dettagli emergono dalla perizia redatta dagli esperti del Ris dei carabinieri e dalla consulenza dattiloscopica, svolta da Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli.
Tracce sulle pareti della scala
Nella villetta di Garlasco sono state evidenziate sei tracce “palmari” non ancora collegate a un’identità, nonostante gli approfonditi studi effettuati. Tre di queste furono raccolte sulla parete destra della scala, nello stesso ambiente nella quale il corpo di Chiara fu rinvenuto. Le altre si sono poi presentate su altre superfici, due sulla parete sinistra e una sulla parete superiore. Gli esperti hanno giudicato tutte tali tracce come “comparabili”. Ciò significa che, pur non consentendo una piena identificazione, hanno permesso un confronto dattiloscopico con impronte note, escludendo l’appartenenza a soggetti come Sempio, Stasi e le persone vicine alla vittima tra cui familiari e alcuni conoscenti.
Analisi delle impronte sul portone
Oltre ai frammenti trovati sul muro interno della casa, altri cinque reperti sono stati rinvenuti sull’interno ed esterno del portone d’ingresso della villetta. Queste impronte digitali, considerate anch’esse “comparabili”, non hanno permesso di associare le tracce a nessuno dei soggetti noti. Tra queste, l’attenzione degli inquirenti si è focalizzata fin dal 2020 sulla traccia numero 10, rinvenuta sulla superficie interna del portone e definita come probabile “mano sporca”. Inizialmente non furono eseguite indagini biologiche per verificare la presenza di sangue, ma ora verranno analizzati nel contesto del maxi incidente probatorio, attraverso i paradesivi recuperati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano.
I tecnici hanno evidenziato come un frammento digitale “comparabile”, anche se incompleto nei suoi elementi caratteristici, possa essere utile per escludere l’identità di un soggetto attraverso confronti con impronte già registrate. Questa strategia ha permesso di scartare associazioni con tutti i soggetti interessati, ottenendo così risultati che non hanno portato a nessun “match” con i cartellini foto-segnaletici inseriti nel database.
Prospettive legali e dibattiti
Parallelamente all’attività investigativa, la difesa di Andrea Sempio, assistito dagli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, insieme all’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, sta valutando una consulenza tecnica di parte mirata ad approfondire l’analisi delle impronte, in particolare la traccia numero 33, ritenuta da alcuni un elemento centrale per i pubblici ministeri. In un contesto in cui le evidenze raccolte continuano a sollevare interrogativi, le nuove acquisizioni, come la traccia 10, sono state evidenziate dai carabinieri di Milano come potenzialmente collegate all’aggressore, qualora venisse accertata la presenza di sangue al loro interno.
Le analisi eseguite su questi frammenti inediti sono fondamentali per escludere in maniera certa la partecipazione dei soggetti già noti, sottolineando come l’approccio scientifico delle indagini si fondi su un metodo di esclusione. Ciò viene fatto confrontando i 27 frammenti “comparabili” rinvenuti, che si sono dimostrati incompatibili con le impronte dei soggetti considerati. Questo lavoro meticoloso lascia intuire la complessità e l’impegno richiesti per sfruttare anche le più piccole tracce digitali a supporto dell’indagine.
Infine, si è registrato un ulteriore sviluppo nel caso con l’introduzione delle conversazioni audio tra Paola Cappa, cugina della vittima, e Francesco Chiesa Soprani, ex manager nel campo dello spettacolo. Tali messaggi, contenenti 186 comunicazioni, saranno ufficialmente consegnati alla procura. Come spiegato dalla legale Solange Marchignoli, questi elementi saranno valutati nel contesto complessivo dell’indagine, pur rimanendo accessori rispetto alle evidenze raccolte. L’attenzione degli inquirenti rimane alta e ogni nuovo dettaglio può contribuire a far luce su un mistero che continua a tenere banco negli ambienti giudiziari.