Nel corso degli anni ’80 e ’90, il missionario Robert Francis Prevost operò in Perù, lasciando un’impronta profonda tra le comunità locali. Chi poteva immaginare quali fossero le riflessioni di un uomo così colto e versatile? Con studi in matematica, filosofia, teologia e diritto canonico, Prevost si distinse non solo per il rigore intellettuale ma soprattutto per la sua umanità e disponibilità. Un leader dotato di grande sensibilità spirituale, sapeva lasciare che la volontà divina guidasse il suo operato, accompagnando il povero e il sofferente con un cuore aperto e generoso.
Esperienze di un missionario
Le prime esperienze di missione di Prevost risalgono al periodo compreso tra il 1985 e il 1999, ben prima del successivo incarico di vescovo affidatogli dal Pontefice Bergoglio nel 2014. Diverse testimonianze, raccolte direttamente dalle persone che incontrò durante il suo impegno in Perù, riportano episodi che esaltano la sua dedizione. Tra queste, una storia particolarmente significativa venne narrata da un giovane che, all’epoca ancora adolescente e chierichetto, ricorda l’arrivo del missionario americano a Chuluncanas, una località situata nel nord del Paese, ai margini della giungla. Il giovane, con toni colmi di nostalgia, ricorda di aver viaggiato insieme a lui verso piccoli villaggi, dove antiche chiese venivano erette con mattoni di fango. Durante questi spostamenti, sia a piedi che a cavallo, Prevost celebrava messe, insegnava matematica e organizzava iniziative di aiuto concreto per la popolazione.
Nonostante la presenza di ricchezze naturali, come l’oro, le risorse minerarie non poté mai cancellare l’alta povertà che caratterizzava il Perù settentrionale. La regione, spesso afflitta dalle inondazioni stagionali, viveva in un clima di incertezza e difficoltà. In quegli anni, il paese dovette fare i conti con un conflitto interno segnato dalla violenza tra le forze governative e il gruppo guerrigliero maoista Sendero Luminoso, con un saldo tragico di migliaia di vittime. Inoltre, il traffico di droga creava ulteriori tensioni. In questo scenario complesso, Prevost si distinse non solo per il suo impegno religioso ma anche per il ruolo sociale che assunse, instaurando rapporti sinceri e lavorando affinché i giovani potessero trovare strade alternative alla delinquenza.
Iniziative per la comunità
Le attività di Prevost comprendevano anche l’insegnamento dello sport, un mezzo strategico per tenere lontani i giovani dalla spirale della criminalità. Aiuti concreti venivano promossi grazie al coinvolgimento di allenatori di karaté e pallacanestro, capace di offrire momenti di svago e crescita personale in un contesto segnato da difficoltà e pericoli. Un giovane dei luoghi, che ricorda con riconoscenza il tempo trascorso al fianco del missionario, sottolinea come il prete organizzasse gite al mare e partite a basket, contribuendo a creare un ambiente sicuro e accogliente per tutti.
Il sacerdote Fidel Alvarado, appartenente alla diocesi di Chulucanas, racconta gli episodi che hanno segnato quei tempi difficili, come l’attacco a una chiesa dove una bomba aveva distrutto l’ingresso, minacciando la vita dei missionari. Nonostante gli ordini di abbandonare i luoghi entro 24 ore, Prevost insieme ai suoi confratelli decise di restare, mossi dall’amore e dal rispetto per il popolo locale. La resilienza di quei momenti è ancora viva nella memoria dei testimoni, così come l’impegno costante del missionario nel denunciare le ingiustizie e i massacri che imperversavano nel territorio, come ricorda anche un sacerdote di Trujillo, Oscar Antonio Murillo Villanueva.
A Trujillo, dove Prevost servì come parroco della parrocchia di Nostra Signora di Monserrat alla fine degli anni ’90, il suo operato lasciò un segno indelebile. Iniziative pastorali e comunitarie, promosse con la collaborazione dei laici, riuscirono a rispondere ai bisogni spirituali e umanitari della popolazione. Un prete e agostiniano amato, capace di unire integrazione tra fede e ragione, che prediligeva il servizio ai poveri, lontano da riflettori e luci appariscenti. La sua storia testimonia come la passione e la dedizione possano trasformare la realtà, trasmettendo un messaggio di speranza e solidarietà a chi più ne aveva bisogno.