Nel corso delle indagini sul caso Garlasco, il nome di Marco Panzarasa riemerge nuovamente, questa volta in relazione a rilevanti controlli del DNA. La sua posizione, da sempre non indagato, è stata oggetto di interesse per mettere a confronto il proprio profilo genetico con quello rinvenuto sulle unghie della ventiseienne coinvolta, un confronto che vedrà anche la verifica di impronte eventualmente raccolte su oggetti, alcuni dei quali provenienti dalla spazzatura dell’abitazione della vittima.
Un passato legato ad Alberto Stasi
La storia personale di Panzarasa si intreccia con quella di Alberto Stasi. Entrambi si conoscevano fin dall’adolescenza: il loro legame ebbe inizio nell’estate del 1997 all’oratorio di Garlasco e proseguì per gli anni del liceo scientifico a Mortara. Con il trascorrere del tempo, l’amicizia si consolidò, e i due giovanotti si ritrovarono a condividere anche esperienze significative, come la vacanza studio a Londra. Solo poche settimane prima della tragica scomparsa di Chiara Poggi, la ventiseienne, i due amici si ritrovarono insieme, rafforzando ancora di più quel legame ormai solido.
Durante il periodo londinese, la complicità tra i due amico emerse in vari aneddoti: uno di questi riguarda una cartolina che Stasi avrebbe richiesto a Panzarasa, un oggetto che, secondo le ricostruzioni, segna un dettaglio particolare nei legami interpersonali tra i due. In quell’occasione, Panzarasa precisò che il contenuto della conversazione telefonica riguardava esclusivamente quella richiesta, ribadendo che in quel momento si trovava immerso nelle attività estive al mare.
Il giorno della notizia e i successivi sviluppi
Il tragico evento che ha scosso la cittadina di Garlasco ha costretto Panzarasa a confrontarsi con una realtà sconvolgente. Mentre era in viaggio di ritorno da un fine settimana trascorso al mare a Borghetto Santo Spirito, il giovane, allora avvocato e neo laureato, apprese dell’omicidio della fidanzata di Stasi durante il tragitto in treno. La notizia, ricevuta tramite una telefonata da parte di una conoscente della vittima, aveva già cominciato a diffondersi e a generare un clima di incertezza e polemica nell’ambiente locale.
Durante il viaggio, i biglietti del treno vennero successivamente acquisiti come elementi probatori nell’ambito delle indagini. La tempistica degli spostamenti del giovane, segnati da coincidenze perse e ritardi nell’arrivo, risultò particolarmente importante per ricostruire la sequenza degli eventi relativi al giorno dell’accaduto. Poco dopo, tra febbraio e il 2008, l’abitazione di Marco Panzarasa fu sottoposta a un intervento da parte delle forze dell’ordine, durante il quale furono sequestrati diversi dispositivi informatici, elemento che alimentò ulteriori ipotesi e speculazioni nel contesto mediatico e nell’opinione pubblica.
Relazioni e comunicazioni successivamente interrotte
Il rapporto tra Panzarasa e Stasi subì una brusca interruzione dopo il clamoroso scandalo mediatico. Pur essendo stato convocato insieme ad altri conoscenti e amici della vittima, il giovane si trovò immediatamente in una posizione delicata. Durante la fase iniziale delle indagini, egli dichiarò in maniera puntuale di aver notato la presenza di Stasi nella caserma, non potendo però avvicinarsi a causa degli accertamenti in corso. La sua preoccupazione e il tentativo di contattare successivamente l’amico, attraverso diverse comunicazioni scritte, non ebbero alcun seguito e si conclusero con totale silenzio da parte di Stasi.
Il racconto fornito da Panzarasa, che menzionò anche episodi relativi alla condivisione di immagini personali durante il soggiorno a Londra, rimase uno dei particolari più discussi nelle fasi iniziali delle indagini. Inoltre, egli ricordò l’acquisto di una scheda telefonica nel Regno Unito, un dettaglio che contribuì ad arricchire il quadro descrittivo degli spostamenti e dei comportamenti dei protagonisti in quel periodo.
Nel corso degli anni successivi, il nome di Panzarasa riemerse ancora nell’ambito dell’indagine, facendo da ulteriore tassello in un caso già ricco di sviluppi e controversie. Il passaggio del tempo non ha cancellato le tracce degli eventi accaduti, ma ha rafforzato l’importanza di ogni dettaglio, anche dei più minuti, nell’analisi complessiva dell’omicidio. Le indagini continuano, e ogni nuovo elemento raccolto si inserisce in un puzzle che richiede precisazioni e confronti sempre più accurati, per far luce su una vicenda che ha segnato profondamente il territorio e l’opinione pubblica.