Durante le prime ore del mattino, Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, ha condiviso la sua esperienza in merito all’iniziativa dei carabinieri, avvenuta mentre si trovava nella sua abitazione. In un’intervista rilasciata a ‘Quarto Grado’ su Retequattro, Sempio ha descritto il momento in cui ha compreso che gli agenti non erano intervenuti per un arresto, bensì per eseguire una perquisizione mirata.
Un intervento inaspettato
Raccontando il ricordo di quella mattina, l’indagato ha spiegato: “All’inizio ho creduto che fossero lì per arrestare qualcuno, poi hanno precisato che si trattava di una perquisizione”. I dettagli raccontati evidenziano come l’intervento sia avvenuto in maniera repentina, con gli agenti che si sono messi all’opera senza indugio. La sua abitazione è stata oggetto di un controllo approfondito, che ha avuto una durata complessiva di nove ore e mezzo, con l’operazione avviata alle sei e mezza del mattino.
Il contesto di questa perquisizione si inserisce in un quadro più ampio, in cui l’ex fidanzato della giovane Chiara Poggi – Alberto Stasi – è stato definitivamente condannato a 16 anni per l’omicidio avvenuto il 13 agosto 2007. Tuttavia, Sempio ha sottolineato di non essere stato trattenuto dai carabinieri e di non aver mai varcato la soglia di una caserma durante l’azione investigativa.
Reazioni e sensazioni personali
Quando gli è stato chiesto riguardo alle sue emozioni al risveglio, Sempio ha dichiarato di sentirsi “provato” dalla lunga operazione, esprimendo chiaramente il disagio per il fatto che anche i suoi familiari siano stati coinvolti. “La preoccupazione più grande adesso riguarda la mia famiglia, perché ho sentito che anche loro hanno subito la stessa indagine”, ha precisato. L’esperienza, seppur breve nel tempo dal punto di vista aziendale, ha lasciato un segno di stanchezza e confusione, con l’indagato che ha ammesso: “Sono rimasto un po’ senza parole, la giornata è stata intensa e mi ha lasciato con la testa vuota.”
Il racconto prosegue con il dettaglio del risveglio interrotto da un suono insolito. Stando a quanto riferito da Sempio, era ancora addormentato quando ha sentito i passi degli agenti durante la loro salita dalle scale, seguiti da un immediato bussare alla porta. Ha aggiunto che, in un primo momento, ha temuto una situazione di emergenza familiare, come se qualcuno avesse subito un malore, ma ha poi compreso che si trattava esclusivamente della perquisizione, avviata direttamente dal maresciallo.
La procedura degli agenti
L’indagine, condotta in totale trasparenza, ha seguito tutte le regole con cui Sempio si è confrontato senza alcun problema. Nonostante l’elemento di sorpresa e la fatica accumulata dopo ore di attesa e interrogatorio, egli ha evidenziato come la procedura degli agenti sia stata chiara e rispettosa. “Non c’è stato alcun momento di incertezza con gli agenti, hanno operato con precisione e senza creare confusione”, ha dichiarato, sottolineando come ogni fase della perquisizione si sia svolta nel rispetto delle norme vigenti.
Un ulteriore elemento che ha segnato l’intervista riguarda la riflessione sul ruolo degli estranei all’interno della propria abitazione. Sempio ha osservato che, pur non avendo nulla da nascondere, il semplice gesto di vedere persone cercare tra i propri documenti e ricordi può generare una sensazione di disturbo e disagio. “Quando estranei invadono il tuo spazio personale per esaminare ogni singolo oggetto, la sensazione è innanzitutto di vulnerabilità”, ha confessato.
Prospettive future
L’intervistato ha inoltre anticipato che sarà ascoltato e interrogato dalla Procura in un prossimo appuntamento, previsto per il 20 maggio. Pur accettando la procedura, ha ribadito la propria stanchezza e il senso di vuoto che lo accompagna dopo una giornata così intensa. Alla domanda se si sentisse pronto ad affrontare eventuali ulteriori fasi dell’indagine, Sempio ha risposto con determinazione: “Affronteremo tutto ciò che verrà, le verifiche saranno fatte nel tempo e noi ci adatteremo a ogni sviluppo”. La sua ferma convinzione lascia trasparire l’impegno personale a risolvere ogni dubbio, pur mantenendo un distacco emotivo dal dramma vissuto dai suoi cari.