Nel contesto della diagnosi di cancro al seno, emerge una problematica attuale: 4 donne su 10 non ricevono le informazioni necessarie sulla probabilità di recidiva, spingendole a cercare autonomamente online le risposte. Queste ricerche non sempre garantiscono la correttezza dei dati, facendo così scivolare il rischio di fraintendimenti che possono ostacolare l’efficacia delle cure.
Il ruolo del medico e il supporto alle pazienti
La presidente Europa Donna Italia, Rosanna D’Antona, sottolinea la necessità che il rapporto tra medici e pazienti non sia sporadico, ma continui e costante. Secondo D’Antona, è essenziale che il medico faciliti l’accesso a informazioni complete per ogni fase della cura, contribuendo attivamente a costruire un percorso di assistenza aderente agli standard terapeutici. Questo impegno può rappresentare un valido strumento per prevenire comportamenti autodidattici online, spesso fonte di informazioni distorte.
Il tema è stato evidenziato in una ricerca condotta su oltre 170 pazienti in collaborazione con Iqvia, un’azienda specializzata in ricerche cliniche in ambito healthcare, e con il supporto di Novartis Italia. L’indagine ha messo in luce l’importanza di una comunicazione diretta e personalizzata, che permetta di ridurre il rischio di confusione e di non conformità alle terapie tradizionali.
La campagna #PronteAPrevenire
Nel quadro del lancio della campagna #PronteAPrevenire tenutosi a Milano, l’iniziativa si propone di dotare le pazienti degli strumenti e delle conoscenze necessarie per gestire in modo consapevole il rischio di recidiva. Questa campagna si inserisce nel più ampio progetto editoriale È tempo di vita e mira a rafforzare il tessuto connettivo tra le associazioni di pazienti.
L’obiettivo dichiarato è quello di costruire una rete di supporto che, grazie anche al lavoro di associazioni improntate al caregiving, permetta un monitoraggio costante delle esigenze delle pazienti. Tali organizzazioni distribuite sul territorio hanno il compito di diffondere informazioni chiare e aggiornate, specialmente nelle fasi post-procedurali, per minimizzare il rischio di recidiva e garantire il rispetto delle terapie prescritte.
L’impegno e la storia di Europa Donna Italia
Fondata circa trent’anni fa grazie all’iniziativa del professor Veronesi, Europa Donna Italia si espande oggi in 47 paesi europei. In Italia, l’associazione collabora con ben 190 realtà locali, attive non solo nel supporto sanitario ma anche nella diffusione di conoscenze e nel promuovere un approccio integrato alla cura. La missione dell’associazione è un chiaro invito a valorizzare il dialogo tra le esperienze cliniche e il sapere popolare, facilitando così un percorso di cura più sereno e informato per ogni paziente.
Il lavoro congiunto di Europa Donna Italia e delle associazioni affiliate ha suscitato un rinnovato interesse verso un approccio personalizzato, dove il supporto emotivo e informativo rappresenta un tassello fondamentale per il benessere delle persone coinvolte. Questo modello di assistenza continua e relazionale si afferma come una risposta efficace alle sfide poste dal cambiamento e dalla complessità delle informazioni disponibili online.
La ricerca e le iniziative in corso rappresentano un invito a ripensare il rapporto terapeutico, affinché possa basarsi su una corretta informazione e su un continuo scambio tra medico e paziente, rendendo così ogni percorso di cura più solido e soddisfacente.