Recentemente, il mondo del cinema italiano si è fatto portavoce di una crescente preoccupazione a seguito delle dichiarazioni di Elio Germano e Geppi Cucciari durante la conferenza stampa di Alessandro Giuli, tenutasi in occasione della presentazione dei candidati ai David di Donatello 2025. Una serie di professionisti del settore, tra cui registi, attori, sceneggiatori e tecnici, ha unito le voci per rivolgersi al Ministro della Cultura e ai Sottosegretari Lucia Borgonzoni e Gianmarco Mazzi, sottolineando l’emergenza che attanaglia il panorama cinematografico nazionale.
Appello per il settore in crisi
Il documento firmato da numerose personalità del cinema italiano denuncia una drammatica crisi lavorativa e produttiva, acuita da una serie di incertezze normative e ritardi che si sono verificati negli ultimi due anni. Una gestione inadeguata della riforma del Tax credit ha avuto ripercussioni devastanti su molte produzioni, in particolare su quelle indipendenti e di minore entità, infliggendo danni all’intera filiera creativa. L’assenza di sostegni economici previsti per il 2025 e il mancato intervento con un sussidio di recupero salariale e contributivo per il 2024 hanno ulteriormente aggravato la situazione, lasciando centinaia di professionisti senza occupazione.
La missiva evidenzia come le attuali condizioni possano compromettere seriamente creatività, autonomia e innovazione nel settore cinematografico, impedendo al Paese di partecipare attivamente al dibattito culturale ed economico internazionale. Il passaggio del decreto correttivo del Tax Credit, pur essendo stato rappresentato come una risposta iniziale, viene ritenuto insufficiente rispetto alle problematiche che affliggono l’intera industria.
Richieste di intervento e confronto
I firmatari sottolineano la necessità di avviare iniziative molto più incisive, in linea con le istanze espresse da figure come Pupi Avati durante la cerimonia dei David di Donatello. La cultura e la democrazia italiana richiedono un rispetto incondizionato delle competenze e dei diritti di ogni professionista, impedendo che interessi particolari minino la crescita collettiva dell’intero settore. Tra le proposte avanzate, spicca la richiesta di un incontro diretto tra il Ministero e le associazioni che raggruppano attori, autori e tecnici, al fine di ascoltare le esigenze che da tempo si accumulano.
Il documento invita inoltre a porre fine alle polemiche infondate e agli attacchi che hanno preso di mira articularmente chi ha espresso critiche nei confronti del Ministero. In questo contesto, si riafferma il sostegno nei confronti dei colleghi Elio Germano e Geppi Cucciari, le cui dichiarazioni hanno acceso i riflettori su una realtà tanto problematica quanto urgente, evidenziando come le parole non bastino di fronte a problematiche strutturali.
Il sostegno di un cast plurimo
Tra i firmatari della lettera figurano personalità di spicco del panorama cinematografico nazionale: Francesco Acquaroli, Gianni Amelio, Elisa Amoruso, Francesca Archibugi, Luca Argentero e Giuseppe Battiston. La lista prosegue con nomi di rilievo come Marco Bellocchio, Sonia Bergamasco, Paolo Borraccetti, Margherita Buy, Paolo Calabresi e Roberto Citran. Artisti e tecnici, unendo le forze, hanno consolidato un appello che intende fungere da monito per un sistema in difficoltà, che rischia di compromettere la scena cinematografica italiana.
Ulteriori firme sono arrivate da figure riconosciute quali Paola Cortellesi, Saverio Costanzo, Filippo Nigro e Susanna Nicchiarelli, oltre a numerosi altri professionisti che hanno deciso di aderire per evidenziare l’urgenza di interventi strutturali. Questo gesto, simbolo di un’unità e di uno sforzo collettivo, è inteso a ricordare ai decisori politici l’importanza di ripristinare condizioni favorevoli alla crescita e alla competitività del cinema italiano.
L’iniziativa, che continua a raccogliere ulteriori adesioni, rappresenta un grido d’allarme condiviso da una comunità che da decenni contribuisce in modo significativo al patrimonio culturale nazionale. La speranza è che il dialogo con il Ministero porti a soluzioni concrete e tempestive per salvaguardare un settore di fondamentale importanza per la nostra identità culturale.